MOLFETTA - Dalla pensione cash in contanti alla moneta elettronica. Niente file, i soldi saranno versati dall'Inps su libretti nominativi, conti correnti o carte elettroniche cui è associato un codice iban. Ma solo per somme superiori a 500 euro: questo sancisce, almeno ad oggi, il Decreto Legge n.201/11 (cosiddetto “Salva-Italia”).
È l’art.12 del decreto («Riduzione del limite per la tracciabilità dei pagamenti a 1.000 euro e contrasto all'uso del contante») che, per combattere l'evasione fiscale, limita l'uso del contante alla soglia dei mille euro, con una pillola avvelenata per chi riceve stipendi, pensioni o compensi dalla pubblica amministrazione (soglia a 500 euro). Quel limite non è blindato, perché «può essere modificato con decreto del ministero dell'Economia». Resta il timore di costi bancari.
Perciò, il Ministero dell’Economia, l’Associazione Bancaria Italiana, la Banca d’Italia e le Poste lanceranno nuovi conti correnti ad hoc (costi accettabili, struttura semplice e trasparente, carta di debito, zero spese per le fasce socialmente svantaggiate, possibile esenzione dal bollo, blocco dell'indicizzazione) per disciplinare i pagamenti. Altre due misure in materia pensionistica che i parlamentari vorrebbero modificare sono il salto per la generazione dell'inizio anni ’50 e l'ammorbidimento delle penalizzazioni previste per chi lascia dopo i 42 anni di contributi, ma prima dei limiti minimi di età anagrafica.
Alcune banche hanno già studiato formule pro-pensionati, come un conto corrente dedicato con carta Bancomat incorporata o completamente gratuito, senza un canone (con prelievi gratuiti presso gli sportelli automatici delle banche stesse o di altre banche). Altre stanno puntando su un servizio di assistenza più attento per migliorare i contatti tra l’ente previdenziale e i correntisti. È opportuno informarsi presso i vari istituti bancari.
Non sono mancate le proteste delle associazioni dei consumatori e dei pensionati. Imporre pin, token, bancomat e carte prepagate, con scartoffie infinite da firmare e postille - a 2,2milioni di anziani pensionati “analfabeti” bancari cambierà un mondo di abitudini, relazioni e tradizioni. È davvero necessario imporre questo tipo di soluzione?
Come dovranno comportarsi i pensionati italiani e molfettesi over mille euro? Quanti conoscono l’iter per aprire un conto corrente? Nel caso in cui il pensionato sia impossibilitato fisicamente, chi potrà aprire il conto? E se non potesse contare su familiari o conoscenti?
L’Inps da qualche settimana ha già iniziato a inviare le lettere ai pensionati - il 30% dei quali ultraottantenne - che non hanno finora chiesto l’accredito dell’assegno su un proprio conto corrente, invitandoli a indicare entro il 29 febbraio la modalità di riscossione prescelta. Sarebbe opportuno che un funzionario o più funzionari addetti esaminassero i vari casi, recandosi anche presso le abitazioni dei pensionati per aprire il conto corrente.
Entro il 6 marzo 2012 l’obbligo di adeguarsi per assicurarsi pensione e tredicesima: dal giorno successivo l’Inps non potrà erogare pagamenti superiori in contanti. Prima del 29 febbraio il pensionato, presentando documento di identità, codice fiscale e iban su cui ricevere la pensione, dovrà comunicare il canale scelto per l’accredito dell’assegno mensile (conto bancario, carta ricaricabile o libretto postale) presso gli istituti bancari o postali, una sede dell’Inps o attraverso il servizio online dell’Inps (per chi può collegarsi al sito e accedere ai servizi con il proprio pin).
Ma i pensionati non ci stanno. Vittime i più poveri, quelli che ogni mese riscuotono meno di mille euro e che pensavano di essersi risparmiati l'onere di aprire un conto corrente: per incassare la tredicesima ora dovranno rivedere i loro piani e rivolgersi a una banca. Ma i soldi della pensione, pochi, li vogliono subito e in contanti.
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