Patto verde, finanziati due progetti per Molfetta
Sono il mercato ortofrutticolo e il pontile galleggiante al porto
In attesa che i progetti e i 50 milioni di euro comincino a prender forma, ancora una volta saranno l scelte progettuali della passata amministrazione che continueranno ad sprigionare gli effetti sul versante dello sviluppo.
Dopo anni di impasse, la Regione nel settembre scorso ingoiò il rospo dei Patti territoriali, inventati dai governi dell'Ulivo, e decretò suo malgrado il co-finanziamento delle iniziative pubbliche, relative ai patti specializzati per l'agricoltura e pesca. Tra i progetti per le infrastrutture ci sono due iniziative che il Comune di Molfetta presentò all'atto della costituzione del Patto specializzato: 2° lotto del mercato ortofrutticolo e realizzazione di pontili di attracco e urbanizzazione della banchina San Domenico. Il primo, per un importo di 1.283 milioni di euro, riguarda la realizzazione di una struttura articolata in quattro spazi da circa 1.250 mq corredati da uffici e servizi, adiacente al Mercato Ortofrutticolo in fase di completamento, da destinare alla lavorazione, selezione, confezionamento e frigo-conservazione dei prodotti agricoli non solo locali, ma di tutto il comprensorio provinciale, considerando che tra i Comuni del Patto, solo Molfetta è sede di mercato ortofrutticolo. Quest'opera andrebbe a realizzare l'idea progettuale di fondo di un “sistema mercatale” innovativo a supporto della produzione orticola locale che ammonta a circa 600mila quintali di merce che attualmente non subisce nessuna lavorazione.
In sostanza, non c'è una filiera orticola, il lavoro primario degli agricoltori non viene arricchito da nessun valore aggiunto sia in termini monetari, sia di nuove prospettive di occupazione nei servizi (selezione, confezionamento, commercio, ecc.). Basta andare in qualsiasi supermercato locale: accanto alla produzione locale venduta alla rinfusa e da pulire, ci sono confezioni di merce selezionata, pulita e confezionata di ditte di altre regioni, che costano un po' di più, ma che stanno conquistando i consumatori.
Ma fatta la struttura, ci vorranno almeno due anni, gli operatori che si insedieranno nel nuovo mercato saranno in grado di affrontare questa sfida, oppure, come si teme, utilizzeranno i nuovi spazi solo in funzione dell'attività commerciale attuale? Chi dovrà garantire e gestire questa fase di cambiamento del modo di essere del mercato che verrà? Perché se la nuova struttura mercatale servirà a spostare solo il vecchio modello di commercializzazione, l'agricoltura locale non guadagnerebbe nessun valore aggiunto.
Per quanto riguarda il porto il progetto, finanziato per 725mila euro, prevede un pontile galleggiante lungo banchina San Domenico e perpendicolarmente ad essa tre pontili galleggianti modulari di una quarantina di metri, completi di reti elettriche, idriche e sistema antincendio. In questo modo si creerebbe un adeguato numero di posti ormeggio per l'attività peschereccia lungo la banchina prospiciente il mercato ittico.
I lavori per queste opere dovrebbero iniziare nell'anno in corso, così come previsto dalla programmazione allegata al bilancio comunale.
Su questi progetti qualcuno sta accampando e vantando meriti che non gli appartengono, a caccia di un'improbabile visibilità, mentre purtroppo il centrosinistra non rivendica con forza la paternità della scelta di aver creduto e promosso il Patto “Conca barese”, che alla fine ha portato benefici alla città (oltre ai progetti citati bisogna aggiungere i vecchi 4 miliardi di lire per l'urbanizzazione della nuova zona artigianale) e alle imprese che vi hanno aderito.
Francesco del Rosso