Pasquale Mancini di Molfetta si è dimesso da assessore (ma entra in consiglio comunale): ora è ufficiale. Al suo posto Antonio Ancona, già amministratore in passato
Mancini, Piergiovanni, Minervini, Ancona
MOLFETTA – L’assessore al marketing e alla sicurezza del Comune di Molfetta, Pasquale Mancini si è dimesso. Ora è ufficiale. Finisce la situazione di ambiguità dell’assessore fantasma che annuncia le dimissioni ad orologeria con mesi di anticipo, scegliendo la fatidica data dell’11 settembre per lasciare l’incarico, poi annuncia di essersi dimesso, ma non esiste nessun atto ufficiale che lo provi, né il sindaco comunica l’accettazione di queste dimissioni. Insomma, sembra una bella furbata politica, un cattivo esempio di mancanza di trasparenza e di presa in giro degli elettori, ma anche dei cittadini da parte dell’amministrazione di destracentro “ciambotto” (copyright “Quindici”).
Infatti, con questo marchingegno (complimenti a Mancini per la sua “fantasia”) l’assessore fantasma avrebbe continuato a svolgere le sue funzioni: una specie di assessore ombra, soprattutto se si considera la sua presenza, attestata anche da alcune foto, ad incontri ufficiali. A confermare questa funzione di assessore ombra, contribuisce anche un comunicato dell’ufficio stampa del Comune relativo al commercio di prossimità, dove il Mancini viene indicato come assessore uscente (che in italiano, lo ricordiamo all’ufficio stampa, vuol dire “che sta per finire”) e non assessore dimissionario (che, sempre in italiano, vuol dire che “ha dato le dimissioni”). Per fortuna che l’italiano non è un’opinione e che c’è ancora chi conosce il significato della lingua. Sempre se il comunicato è stato scritto dall’addetto stampa e non dallo stesso Mancini che sappiamo si picca di avere una buona conoscenza della lingua italiana e di avere una buona capacità di scrittura (anche se, qualche volta, ha commesso qualche errore per fortuna non grammaticale o sintattico, ma di narrazione).
Lo stesso Mancini – si legge nel comunicato stampa del Comune - sostiene che il piano strategico del commercio «è un'occasione unica: possiamo realizzare un Piano Strategico che non sia l'ennesimo libro dei sogni ma sappia realmente calarsi, con il coinvolgimento attivo e reale della associazioni di commercianti, artigiani ed imprenditori, nella quotidianità di operatori e consumatori e con la logica del win to win, in cui chi vende e chi acquista possono dirsi realmente soddisfatti.
Le prime iniziative del DUC (Distretto urbano del commercio) riguarderanno un'area che comprenderà il "quadrilatero commerciale" oltre a Borgo, Città Vecchia e Lungomare, per poi essere replicate, in caso di successo, nell'intera Città.
La contaminazione dovrà essere virale - conclude Pasquale Mancini - e raggiungere con l'attenzione che meritano per le loro peculiarità, tutti i rioni e le tantissime micro aree commerciali di cui Molfetta è ricca. In chiusura di mandato un riconoscimento allo staff dell’ufficio Suap e commercio per la grande disponibilità e la immediata apertura al cambiamento, e un in bocca al lupo al nuovo assessore al commercio».
E così ieri mattina, sempre l’ufficio stampa, comunica che Antonio Ancona, 53 anni, coniugato, padre di tre figli, «è il nuovo assessore Marketing territoriale, Commercio Economia del mare e dell’agro, Sicurezza e Protezione civile».
«Iscritto dal 1991 all’albo dei Dottori Commercialisti nella Circoscrizione del Tribunale di Trani, più volte revisore e sindaco in società private, da sempre è stato vicino a Tommaso Minervini (meglio specificarlo, non si sa mai, ndr)». Va ricordato che Ancona, figlio di un altro uomo politico scomparso Giuseppe, nasce politicamente come socialdemocratico. «E’ stato consigliere comunale dal 1998 al 2000. Rieletto consigliere comunale nel 2001 con Tommaso Minervini sindaco, riceve la delega di Assessore alle risorse umane, commercio, affari generali, polizia municipale, rapporti con le comunità estere. Durante il mandato provvede alla riorganizzazione degli Uffici Comunali e a varare il nuovo fabbisogno del personale.
In tema di commercio presenta in Consiglio Comunale i piani commerciali relativi alle medie strutture di vendita, alle edicole, al commercio su aree pubbliche compresi i trasferimenti di alcuni mercati (piazza Mentana, Baccarini, ecc.) e l’istituzione del mercato nell’Ex Mattatoio, oltreché il trasferimento del mercato settimanale nella sede attuale.
Segue le istruttorie per l’apertura dei due centri commerciali Outlet e Ipercoop ed il progetto Adonat a favore del commercio di prossimità con le associazioni di categoria locali.
Nel 2006 si presenta, in una lista civica, a sostegno di Tommaso Minervini candidato Sindaco e viene eletto come Consigliere di opposizione.
Nel 2017 si presenta nella lista civica Officine Molfetta con Tommaso Minervini candidato Sindaco e viene eletto come Consigliere comunale di maggioranza».
Antonio Ancona – dice sempre il comunicato, anche qui in modo ambiguo - prende, in giunta, il posto di Pasquale Mancini, che si è dimesso, per motivi professionali, a settembre scorso, in perfetta continuità (perché in realtà non si è mai dimesso o quantomeno le sue dimissioni non sono state accettate l’11 settembre o il sindaco non ha comunicato queste dimissioni alla città: il mistero continua, per permettere all’assessore di continuare a seguire il suo incarico fino a ieri).
Politicamente questo avvicendamento ha una sua spiegazione: Ancona, che “Quindici” aveva indicato subito come successore di Mancini (anche per permettere a quest’ultimo di entrare nel consiglio comunale, uscendo dalla porta e rientrando dalla finestra, essendo il primo dei non eletti della sua lista civica “Officine Molfetta” per la quale si era proposto in un primo momento come candidato sindaco), aveva dichiarato proprio al nostro giornale che non avrebbe sostituito Mancini, essendo gravato da diversi impegni professionali che lo costringevano anche fuori Molfetta.
Di qui la preoccupazione di Mancini che ha preferito lasciare nell’ambiguità le sue dimissioni, magari non chiudendo completamente alle sue spalle la porta dell’assessorato, nel caso in cui il sindaco, non riuscendo a garantire gli equilibri della coalizione, avesse deciso di respingerle. E lo stesso sindaco si è guardato bene dall’accettarle, fino a ieri, quando c’è stato il rimpasto (ora si attende l’altro rimpasto del quale si parla da tempo, ma anche qui i giochi politici lo stanno ritardando).
La difficoltà di trovare una figura che avesse esperienza amministrativa (in questa amministrazione di “esperti”) ha poi spinto Minervini a tornare all’ipotesi iniziale, quella di Ancona, dandogli tempo per sistemare gli impegni professionali e preparare la strada alla successione.
Del resto ad Ancona, come quest’ultimo ha detto a “Quindici” oltre alle deleghe al marketing territoriale, commercio economia del mare e dell’agro, sicurezza e protezione civile è stata assegnata anche una delega importante, quella ai contratti e appalti, che il sindaco finora aveva trattenuto per sé, alleggerendo quindi il carico delle 100 deleghe che Minervini mantiene dal momento della formazione della giunta perché non ritiene ci sia nessuno in giunta capace di sostenerle o perché non si fida di assegnarle ad altri.
© Riproduzione riservata