Ostello dell'accoglienza buon risultato ma dati misteriosi
Non più novità, né collocazione estemporanea. Molfetta ancora una volta si conferma città ospitale. Non c’è due senza il terzo ostello dell’accoglienza, allestito in occasione della fiera per i festeggiamenti della Patrona Madonna dei Martiri. Non più tensostruttura allestita per accogliere temporaneamente lavoratori immigrati giunti nella nostra città in occasione della festa patronale, ma progetto consolidato che è diventato ormai modello di accoglienza ed inclusione sociale. Moltissimi gli immigrati utenti provenienti da altre regioni, alcuni ospiti degli allestimenti degli scorsi anni, altri new entry piacevolmente stupiti da questa iniziativa che non risulta avere pari attualmente. Grazie alla indispensabile opera delle associazioni ed enti aderenti al forum Molfetta Accogliente (Agenda XXI, Agesci, Amnesty, Auser, Azione Cattolica, Club UNESCO , Cngei, Comitando, Consulta Femminile, Croce Rossa, Emergency, Fidapa, Misericordia, Movimento Salesiani, SerMolfetta) anche quest’anno sono stati garantiti fondamentali servizi ai cittadini stranieri giunti nella nostra città. Teresa Recanati e Gabriele Vilardi di Comitando affermano che, nel 2013, il primo allestimento della tensostruttura registrò un’enorme affluenza, pari a circa duecento cittadini stranieri tra uomini e donne e bambini, la maggior parte dei quali di origine senegalese. Tanti anche i cittadini del Bangladesh. Il 2014 ha registrato un aumento dei cittadini stranieri che hanno usufruito dell’ostello, grazie anche al passaparola tra i cittadini che ne avevano usufruito l’anno precedente e alla distribuzione di volantini scritti in diverse lingue straniere trai bancarellai. Coloro che ne avevano usufruito già nel 2013 di ritorno nelle città italiane di adozione, durante i mercati settimanali e le feste patronali, raccontavano la propria esperienza all’ostello, di come avevano potuto lavorare dignitosamente grazie ai servizi a loro dedicati, ragion per cui anche l’anno successivo avevano scelto di giungere alla Fiera della Festa Patronale di Molfetta piuttosto che in altre città. Buona parte si trattava di cittadini stranieri residenti da diversi anni in Italia il cui obiettivo principale è il mantenimento di interi nuclei familiari residenti nei Paesi di origine. Molti di più erano i cittadini che usufruivano solo dei servizi igienici. Una particolare attenzione è rivolta ai bambini dal progetto del SER Molfetta. Benedetta, una giovane volontaria, afferma che l’idea di garantire un servizio dedicato ai più piccoli è di Viviana Amato e Giovanni Sasso, quando, cinque anni orsono, effettuavano il servizio di volontariato presso lo stand SER Molfetta vicini ad una bancarella di una coppia di cittadini extracomunitari con una bimba piccola. I volontari del SER presero ad accudire la piccola grazie anche alla infinita fiducia che i genitori accordavano a chi si occupava della propria piccola facendola giocare, mangiare, riposare. La gratitudine dei genitori spinse i volontari del SER , l’anno successivo, con i propri mezzi, a sperimentare un servizio di accoglienza per i figli dei cittadini stranieri giunti in città. Visto l’enorme successo anche il terzo anno, con il contributo degli sponsor, il progetto è stato ampliato. Attualmente ai piccoli cittadini vengono serviti pasti caldi in tenda, sono impegnati in laboratori ludico-creativi grazie anche al contributo dei giovani dell’Azione cattolica. Alcuni dei bambini, che aumentano di anno in anno, giunsero a soli sei mesi di età e che nel 2015 festeggiano con i volontari del SER Molfetta il quinto compleanno. Anche i piccoli nati in Italia hanno genitori provenienti prevalentemente dal Senegal. Per il 2015 abbiamo ipotizzato un ulteriore aumento dei cittadini adulti utenti, registrato durante l’incontro di chi scrive e del fotografo di Quindici Mauro Germinario il giorno 9 settembre, alla presenza della coordinatrice, con gli ospiti che hanno espresso le proprie impressioni. Luisa Gissi, volontaria di Emergency, delegata designata con Arianna Pansini volontaria di Amnesty International al coordinamento dell’Ostello 2015, afferma: «Di fatto, l’ostello, è stato riprodotto nelle stesse modalità degli anni precedenti, composto da due aree separate per uomini e donne, un’area bagni con docce e una cisterna di acqua potabile fornita dall’acquedotto pugliese (l’anno scorso, invece, il rifornimento avveniva con bottiglie di plastica). È in corso di realizzazione un report a proposito dei dati, ma potrebbe volerci un po’ di tempo. Al momento posso affermare approssimativamente che sono state ospitate nei 3 giorni circa 100 persone, per la maggioranza uomini, le donne circa un terzo. In maggioranza di origine senegalese e residenti tra Napoli e Caserta, ma anche originari di Bangladesh, Marocco, Liberia, e residenti a Bari, Lecce, Roma. Ribadisco che si tratta di dati approssimativi non essendo ancora stati elaborati questionari e dati raccolti. Gli ospiti dell’ostello solitamente sono forniti di tutto, in quanto lavoratori abituati a muoversi per il commercio in giro per le città, quindi non necessitano di altro se non di un tetto e dei bagni. Il contributo dei cittadini si è realizzato più che altro quindi nella disponibilità ai turni di accoglienza. Sui dati uscirà, come accennato, un report un po’ più dettagliato nei prossimi giorni, tempistiche di lavoro permettendo». Grande, pertanto, la partecipazione, immensa la gratitudine per servizi che devono essere garantiti a qualunque cittadino, a prescindere dalla nazionalità. I cittadini molfettesi, anche quest’anno hanno risposto con partecipazione a questa iniziativa, dimostrando che Molfetta ha assunto in toto il principio, enunciato da un Altro cittadino straniero, tale Papa Francesco secondo il quale chi resta a guardare senza fare nulla è complice.