Ospedale, nessuna chiusura. Più posti letto o accorpamento in posizione preminente
Il Presidio Ospedaliero di Molfetta non chiuderà. Si giocherà sui numeri dei posti letto, perché il Piano di Rientro Sanitario della Regione Puglia prevede la soppressione o l’accorpamento delle strutture per un numero inferiore a 120 posti letto. In caso di tagli, il P.O. di Molfetta sarà accorpato in posizione preminente con le strutture vicine, ma è molto probabile che, tirando la coperta, si riesca a implementare i posti letto e portare anche Molfetta a 120. Una boccata d’ossigeno per la sanità locale, le rassicurazioni dell’assessore regionale alle Politiche della Salute, Ettore Attolini, durante la conferenza stampa sulle prospettive della struttura molfettese (presenti la dott.ssa Annalisa Altomare, direttore sanitario dell’ospedale, l’assessore regionale alle Infrastrutture Strategiche e Mobilità, Guglielmo Minervini, e il direttore generale della Asl Bari, Angelo Domenico Colasanto). Scalzate le voci di declassamento e smantellamento dei mesi scorsi, che avevano preoccupato cittadini e personale. Insomma, non sarà dissipato il capitale umano, professionale e strutturale formato negli ultimi 6 anni a Molfetta. Anche se la situazione per tutta la sanità pugliese e italiana resta davvero drammatica. E le condizioni generali potrebbero peggiorare. Per questo motivo, le prospettive del Presidio Ospedaliero di Molfetta sono legate all’attuale momento della sanità italiana e, soprattutto, regionale. È il secondo anno utile per l’applicazione del Piano di Rientro Sanitario (approvato nel novembre 2010) per una Puglia ancora stretta nella morsa dei dictat statali e del definanziamento al sistema sanitario: fino ad oggi sono stati chiusi 18 ospedali regionali (il 3% dell’offerta ospedaliera regionale), riorganizzando il sistema e riuscendo anche a ottimizzare l’assistenza. Di contro, altre regioni italiane non solo non rispettano ancora il Piano di Rientro, ma hanno individuato degli escamotage per ovviare ai tagli statali (è il caso della Lombardia). Restano da tagliare in Puglia altri 300 posti letto circa (2250 complessivamente), soprattutto per le strutture private e, secondo Attollini, sarà una lotta per la sopravvivenza. Per il futuro si prevedono 15/20 importanti strutture ospedaliere regionali e una rete di strutture minori territoriali. Il momento resta, però, drammatico. La ridotta disponibilità economica mette a rischio il welfare e la regione Puglia subirà quest’anno un decurtamento di quasi 18miliardi di euro nel settore della Sanità. «Fondamentale sarà uscire dal Piano di Rientro entro il 31 dicembre 2012 - l’augurio di Attolini - perché, nel caso persista, ci saranno meno finanziamenti statali e più tagli al personale». Dunque, turn over ancora bloccato, come imposto dalla normativa statale (a Molfetta, nonostante i pensionamenti, il personale non è stato rimpolpato e, rispetto a un organico completo, oggi mancano 17 infermieri e 35 ausiliari). Nel 2011 in Puglia sono stati recuperati quasi 300milioni di euro, decurtando i servizi sanitari minimi: utenza e personale ne hanno pagato le spese. Ma la sanità potrebbe essere a un passo dal collasso.
Autore: Loredana Spadavecchia