Operazione antidroga a Molfetta: la cocaina chiamata cioccolato o kinder. Il procuratore Nitti: indagine avviata nel 2023
Il Procuratore capo di Trani, Renato Nitti
MOLFETTA – Un menù in cui la cocaina veniva chiamata con i nomi dei piatti della tradizione gastronomica italiana, cioccolato e kinder. Hashish e marijuana consegnate in sella a bici elettriche, sono altri particolari dell’operazione antidroga di questa mattina a Molfetta e in altre città. Piattaforme di messaggistica istantanea per pubblicizzare gli stupefacenti a disposizione dei clienti. Sono alcuni dei dettagli dell'inchiesta della Procura di Trani che ha portato all'arresto di 14 persone, di età compresa tra i 20 e i 50 anni, tra cui vi sono anche tre donne. Sei sono finite in carcere, otto ai domiciliari, con l'accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sulla base dell'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani, i carabinieri hanno eseguito gli arresti a Molfetta, Catanzaro, Siena, Brescia, Bisceglie e Bari: di queste ultime due città sono originari due degli indagati che avrebbero avuto il ruolo di fornitori della droga. Le attività investigative si sono concentrate nel periodo compreso tra marzo 2023 e gennaio dell'anno successivo.
I 14 arresti eseguiti dai carabinieri di Molfetta nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Trani contro lo spaccio di droga, sono stati possibili anche grazie al "gruppo denominato 'Piazze di spaccio', interno alla Procura, e che consente di monitorare le zone in cui si concentra la vendita al dettaglio di sostanza stupefacente. Da qui deriva una sorta di mappatura delle aree di smercio ed è così possibile reperire informazioni e dati utili che, ovviamente, sono a disposizione di tutti i magistrati che svolgono indagini sullo spaccio". E' quanto spiega all'ANSA il procuratore capo di Trani, Renato Nitti. Il gruppo di lavoro, nato tre anni fa, si basa sulle attività di carabinieri e polizia ma "nel monitoraggio - aggiunge - abbiamo voluto coinvolgere anche le polizie locali".
"Molfetta è stata tra le prime a raccogliere questa sfida mettendosi a lavoro sulla città", prosegue il procuratore evidenziando che "è un modo per dare risposte in tempi stretti a uno dei fenomeni criminali che crea allarme sociale: lo spaccio di droga".
Le indagini hanno accertato che gli indagati usavano anche nomi criptici per indicare la droga come 'cioccolato' per l'hashish che diventata 'il dry' o 'kinder' per particolari qualità dello stupefacente.
"Attraverso le mappature, in modo periodico, riusciamo a colpire le singole piazze e chi vi opera", continua Nitti.
Nel caso dell'operazione che si è concentrata su Molfetta, sottolinea, "non abbiamo raccolto elementi per dire che c'è un'associazione tra gli indagati ma non possiamo neppure escluderlo soprattutto perché, statisticamente, è probabile che dietro a singoli episodi di spaccio ci siano gruppi criminali ben strutturati".