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Oggi funerali dei marittimi. Gli ultimi minuti raccontati a “Quindici” dal comandante del “Maria Domenica”
28 novembre 2005

MOLFETTA – 28.11.2005 Giornata di dolore oggi a Molfetta, dove è stato proclamato il lutto cittadino per la morte dei due marittimi il comandante Vincenzo Cappelluti di 55 anni (nella foto il manifesto funebre) e il motorista Mauro De Cesare di 46, scomparsi in mare un seguito al naufragio del motopesca “Mare e vento”. Già da questa mattina nella Cattedrale c'è stato un lungo pellegrinaggio di gente che ha voluto rendere omaggio ai due marinai. La messa si terrà alle 16,30 e sarà officiata dal vescovo, mons. Luigi Martella, poi le bare saranno portate a spalle, a turno, dai marinai molfettesi, compagni di lavoro delle due vittime. Intanto si sono appresi altri particolari sul naufragio. Il comandante del peschereccio “Maria Domenica”, Salvatore De Nichilo, ha raccontato a “Quindici” gli ultimi minuti che hanno preceduto la tragedia. «Io e Vincenzo Cappelluti stavamo parlando per radio ad una distanza di 1,5 miglia e avevamo concordato di rientrare nel porto di Taranto, anche perché la giornata di pesca si era ormai conclusa e non era stata molto fruttuosa. Erano le 22.15. Cinque minuti dopo, Vincenzo mi ha richiamato con una voce concitata dicendomi, in dialetto, solo “stiamo andando a fondo”, poi più nulla. Dopo aver lanciato l'allarme, ho azionato i motori e mi sono precipitato sul posto: alle 22,30 ero lì e non c'era più nulla, né sono riuscito a trovare i naufraghi. Si è consumato tutto in 10 minuti, una cosa incredibile”. Sulle cause del disastro sono ancora in corso indagini, sia perché il figlio del comandante, Francesco di 21 anni,(nella foto, all'arrivo a Taranto) che si è salvato è ancora sotto choc, ma nella sua prima versione ha parlato di un'onda anomala, anche se il mare in quel momento non era in burrasca. E' possibile perciò anche che si sia creata una falla nello scafo oppure che abbia imbarcato acqua dalla pompa di aspirazione dell'acqua salata che serve a raffreddare il motore. Sicuramente il motopesca si è rovesciato e questo ha impedito l'apertura automatica del canotto di salvataggio. La rapidità in cui è avvenuta la tragedia ha impedito ai tre uomini di indossare i giubbotti salvagente, sono riusciti solo a gettare in mare la ciambella salvagente che ha abbracciato il corpo di Francesco, mentre gli altri due uomini si sono appoggiati ad essa, fino a quando sono venute meno le forze e si sono lasciati andare.(nella foto, il motorista Mauro De Cesare). Ma, forse, la verità non si saprà mai: è sepolta con il “Mare e Vento” a oltre 500 metri di profondità nel Mar Jonio.
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