Nuovo rinvio per il processo ai 45 imputati (fra cui l'ex sindaco sen. Azzollini) per la presunta truffa nella costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta
Apprezzabile la rapidità con cui vengono fissate le udienze, per evitare la prescizione che si profila all'orizzonte del processo sullo scandalo edilizio "Mani sulla città"
MOLFETTA – Nuova udienza al Tribunale di Trani (foto) davanti al Gup dott. Francesco Messina che ha respinto tutte le eccezioni pregiudiziali sollevate dai difensori il 30 settembre scorso, tranne una, nel processo per la presunta truffa da 150 milioni per la costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta.
Ieri si sono costituiti parte civile la Regione Puglia (proprietaria del porto) e il Comune di Molfetta: assente l’avv. Raffaele Marciano che si è fatto sostituire dal collega Andrea Calò.
Respinta, perciò, la richiesta degli avvocati dei 45 imputati (fra cui l’ex sindaco sen. Antonio Azzollini, dirigenti comunali e responsabili dei lavori della Cmc di Ravenna), che si opponevano a questa costituzione di parte civile.
Gli avvocati hanno sollevato altre eccezioni, alle quali il Gup risponderà nella prossima udienza fissata per il 18 ottobre (anche in quella sede è probabile che, per via delle eccezioni, non si potrà entrare ancora nel merito delle richieste di rinvio a giudizio). Va sottolineata almeno la rapidità dei tempi per le udienze preliminari che non vengono rinviate di mesi, da di pochi giorni. Un fatto positivo che evita anche di favorire il cattivo costume della prescrizioni, che probabilmente renderanno inutili le indagini sullo scandalo edilizio “Mani sulla città”, salvando così tutti gli imputati. Un’eventualità che suscita rabbia nell’opinione pubblica e che è stata ricordata qualche giorno fa nell’incontro con i cittadini dell’ex sindaco Paola Natalicchio.
Un cattivo esempio del pessimo funzionamento della giustizia in Italia, che alla fine favorisce chi commette reati, soprattutto nel settore pubblico. I processi senza condanne, aiutati dalla prescrizione, finiscono per far perdere ai cittadini la fiducia nella giustizia e non essere più un deterrente contro la corruzione e altri delitti contro la pubblica amministrazione.
Tornando al processo ai 45 imputati del porto, secondo le accuse mosse dai Pm Antonio Savasta e Michele Ruggiero riguardano a vario titolo l’associazione per delinquere finalizzata a delitti contro il patrimonio, la fede pubblica e la pubblica amministrazione (anche per il sen. Azzollini), l’abuso di ufficio (tentato e consumato), falso, truffa, omissioni d’atti di ufficio, frode in pubbliche forniture, minaccia a pubblico ufficiale, favoreggiamento, concussione, danneggiamento, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi, violazione della normativa ambientale, del testo unico sull’edilizia, del codice del paesaggio e della disciplina speciale per la bonifica degli ordigni bellici.
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