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Nuove frontiere della terapia del dolore
La Scrambler Therapy non è invasiva ed è efficace nel trattamento del dolore cronico, neuropatico e oncologico
11 febbraio 2012
Curare il dolore senza fare uso di farmaci. Impossibile? Invece no, il dolore si può combattere attraverso la Scrambler Therapy, un'innovativa terapia del dolore, non invasiva e priva di effetti collaterali, efficace nel trattamento del dolore cronico, neuropatico e oncologico, soprattutto di quello resistente ad altre procedure.
Con la legge 38 del 15 Marzo 2010 lo Stato Italiano ha riconosciuto il dolore come vera e propria malattia, dando la possibilità reale di poter affrontare il dolore non solo come una sgradita conseguenza della malattia ma come causa essa stessa di uno stato invalidante.
Il dolore cronico, per di più, utilizza meccanismi di autogenerazione, causato da aberrazioni del sistema nervoso, sfuggendo alla logica dell’essere sintomo di una patologia in atto e diventando piuttosto causa di condizione di disabilità.
Lo studio della fisiologia del dolore ci aiuta a capirne i meccanismi ed è quindi via maestra per l’approccio terapeutico.
Le fibre nervose afferenti conducono lo stimolo al cervello che provvede ad analizzarlo e riconoscerlo ed infine a convertirlo in dolore localizzato nel distretto corporeo di interesse. L’approccio scientifico classico al problema prevede l’interruzione di quelli che sono i meccanismi di trasmissione di questa via che va dalla periferia al sistema nervoso centrale, introducendo un blocco.
In generale il blocco è di tipo fisico (chirurgico o elettrico) o chimico (farmacologico). L’elevata dinamicità del sistema nervoso degli organismi superiori riesce però spesso a superare questo tipo di ostacolo, scegliendo nuovi percorsi di risalita o adattandosi alle nuove condizioni, inducendo quindi una bassa responsività alle tecniche classiche di analgesia.
Nei tempi della comunicazione digitale non poteva venire che da questo ambito la nuova frontiera della medicina per la terapia del dolore. Le moderne tecniche di analgesia sfruttano la teoria dei segnali, quelle comunemente utilizzate per le telecomunicazioni, nella comunicazione cerebrale: si prova a dialogare con il cervello utilizzando il suo stesso linguaggio.
Dagli studi di una equipe tutta italiana nasce la Scrambler Therapy, capace di “ingannare” il cervello nella percezione del dolore cronico. Questa moderna tecnica, attraverso elettrodi di superficie, è capace di modificare l’informazione condotta dallo stimolo di “dolore” in una informazione di “non dolore”. L’assenza di effetti collaterali, ampliamente dimostrata dalla letteratura, e l’efficacia anche nei casi di non responsività alle terapie farmacologiche la pone al centro dell’attenzione di terapisti del dolore.
Questa tecnica, che ha trovato ampia diffusione negli Stati Uniti, oltre che nei centri di ricerca clinica dei maggiori ospedali italiani, è ora di fronte al difficile compito di varcare la soglia della diffusione di massa su tutto il territorio nazionale. La sfida si prospetta difficile per un prodotto che ha girato il mondo prima di tornare dove è nato, dove è stato concepito per portare sollievo a chi nel nostro Paese è costretto a convivere con un male fisico oltre che con la “lentezza tecnologica” del sistema sanitario nazionale.
Per la prima volta la Scrambler Therapy lunedì approderà in Puglia. Una dimostrazione sarà fornita lunedì e martedì nel centro di terapia del dolore dell’ospedale
Mons. Dimiccoli
a Barletta. Per maggiori informazioni contattare il dott. Leo Camporeale al
347.6417664
o inviando una email
camporeale.leo@gmail.com
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