Recupero Password
Non piace il nuovo look di Corso Umberto: una violenza ai cittadini
15 dicembre 2010

Tirando le somme sulle opinioni raccolte in città riguardo al progetto di rifacimento di corso Umberto si possono trarre più considerazioni. Ai molfettesi non piace l’idea di trasformare l’estetica della zona centrale e per favorirne il commercio servirebbero altri interventi finiti da anni nel dimenticatoio. False promesse, progetti non realizzati ed altri ‘buchi neri’ delle amministrazioni che hanno governato Molfetta. LE VOCI DEI RAPPRESENTANTI DEI COMMERCIANTI Salvatore Farinato, delegato cittadino della Confcommercio, nell’incontro di novembre su “Prospettive e sviluppo del commercio urbano in relazione al progetto di riqualificazione del quadrilatero commerciale”, aveva posto come prioritario il bisogno di parcheggi decentrati con un servizio di bus-navetta verso il centro. Fatto questo il restyling a suo parere può partire subito. Pochi giorni dopo con un comunicato, il delegato Confcommercio ha fatto notare lo sviluppo, in controtendenza rispetto alla crisi, della zona dell’outlet. «Siamo di fronte ad un esempio di imprenditorialità lungimirante – ha analizzato Farinato – Qui gli investitori hanno deciso di porre le basi per una crescita importante delle loro attività, creando terreno fertile per ritorni all’ economia locale. Un successo le cui prove sono i numeri: tra giugno e agosto l’Outlet ha registrato una crescita del 41% rispetto al 2009 nel numero di turisti. Ciò significa che il polo turistico ha veicolato anche la promozione del territori,, attirando flussi in precedenza assenti intercettando parte dei visitatori delle grandi strutture». «Sono felice –riprende – per la vitalità del nostro territorio e la possibilità di crescere grazie a chi ha saputo guardare lontano». Ma cosa intende Farinato per ‘nostro territorio’? «Come delegato zonale di Confcommercio – termina - non posso che esprimere soddisfazione per quanto il polo turistico integrato ha portato al nostro territorio auspicando una crescita di sinergia con le istituzioni e le tradizionali forme del commercio. Lavorare insieme è la carta vincente per rilanciare l’economia del territorio e il mio auspicio è ovviamente anche quello di vedere i turisti visitare il centro storico, le chiese, i musei e vedere i negozi cittadini affollati e l’area pedonale di corso Umberto trasformata in un salotto per chi vorrà scoprire le bellezze della città». A parte la certezza dei dati, su cui si nutrono dubbi avendo ascoltato più negozianti del ‘nostro territorio’, è chiara la posizione di Farinato riguardo al progetto del corso. Resta solo il dubbio del perché non si è creata prima questa sinergia tra le due zone e quello della netta distinzione tra “nostro territorio” e territorio come se gli affari della città non lo riguardassero, ricordando il suo ruolo di delegato cittadino della Confcommercio. Di tutt’altro avviso Raffaella Altamura, delegata provinciale Confesercenti che fredda ogni entusiasmo.«E’ un progetto che partirà già in ritardo – inizia l’Altamura – considerati i tempi per attuarlo e le attuali esigenze della città. Inoltre corso Umberto non è dei commercianti ma è un patrimonio storico che deve rispondere alle aspettative di più parti sociali. Capisco le esigenze dei commercianti ma il problema è riportare la gente per le vie di Molfetta e non distruggere pezzi di storia studiando progetti che appiattiscono le diversità omologando ogni luogo a causa di mode passeggere per poi pentirsene a cose fatte. Non si può combattere la competizione della zona industriale usando le loro stesse strategie, è impensabile oltre che poco lungimirante». La gente però non associa più Molfetta alla città ma alla nuova zona commerciale… «La gente non è più abituata a camminare – spiega – e preferisce andare lì dove può trovare tutto dimenticando la qualità dei servizi offerti come il rapporto umano e l’esperienza professionale di chi da una vita ha un negozio. Il piccolo negoziante non potrà mai competere con la grande distribuzione perché sono diversi i prodotti offerti e purtroppo la gente dalla nascita dei primi supermercati ha fatto le proprie scelte condizionata da una vita sempre di corsa. Inoltre – puntualizza – a Molfetta nessun amministratore da almeno 15 anni si è occupato di un preoccupante fenomeno sempre in crescita e che riguarda tutti i settori. Solo ad ottobre sono state decine le partite Iva cessate, ma i negozi chiusi li vediamo solo noi? Questo progetto è poco condiviso dai nostri associati perché riteniamo che per un piano del genere doveva lavorare un pool di professionisti e non solo tecnici del Comune coinvolgendo di più i cittadini. Il vero problema è l’assoluta mancanza di dialogo con il governo comunale e con le altre associazioni: non si riesce nemmeno a realizzare un semplice programma sulle aperture domenicali... ». L’Altamura vede nella mancanza di organizzazione il problema principale dello stato del commercio cittadino aggiungendo che anche l’assenza di concordia tra le varie associazioni non permette tale organizzazione. Inoltre suggerisce un programma di eventi e iniziative per tutto l’anno, non sullo stile della notte bianca dell’estate scorsa, capace di attrarre gente. Alla parola parcheggi non sa se ridere o piangere. «Non capisco – si chiede perplessa – perché siano state levate le navette che dall’outlet portavano a Molfetta come del resto non è stato realizzato il parcheggio in città, pattuito in partenza con i finanziatori del fashion district, oltre agli spazi da dedicare all’interno dell’ outlet per pubblicizzare la città: scomparsi dopo l’apertura .E i progetti del Comune dei parcheggi interrati? Si è investito e pensato poco per risollevare la città». Allo stesso incontro Corrado Minervini, presidente di zona Unimpresa, ha ribadito anche lui la necessità dei parcheggi sottolineando che solo “il nostro distinguersi” resta l’unica possibilità di sopravvivere. Da parte sua Michele Farinola, presidente Molfetta Shop-ping, nutre dubbi su funzionalità, tempistica e modalità dei lavori. Farinola ha chiesto quali saranno le modalità di intervento e se si potranno tenere aperti i negozi durante i lavori. I parcheggi, ha chiarito Minervini, sono un tema ricorrente che ha scoperchiato le lacune gestionali dei governi comunali poiché erano la prima opera da fare, molti anni fa, e che ovviamente si ripropongono come elemento di base e indispensabile al tutto. Progetti mai realizzati e non riproponibili per il maggior numero di veicoli circolanti e il diverso assetto urbanistico di Molfetta. Ma di fronte a uno sviluppo edilizio fi orente è mai possibile che non si sia riusciti a costruire almeno un parcheggio? ESERCENTI E CITTADINI PER CORSO UMBERTO E ALTRO “Combattere la città virtuale con i valori storici, umani e sociali che solo il corso può avere”è il pensiero dell’architetto Poli e la frase più applaudita dell’intero meeting mentre un cittadino ha chiesto informazioni riguardo ai vecchi fondi regionali del Comune per costruire ‘ovviamente’ parcheggi, di cui si erano già decise le collocazioni. Tanti i dissensi esposti da cittadini e commercianti incontrati camminando per corso Umberto. L’elemento principale contestato è la storicità del luogo: un monumento che racconta la storia di tutti e in un certo senso paragonabile al Duomo. Dubbi anche sul costo dell’opera, circa 6 milioni di euro, e addirittura sulla sua realizzazione che per molti servirebbe solo a riempire le tasche dei progettisti. Molte le perplessità sul defl usso delle acque piovane, basato su calcoli e non su un modello in scala come da tempo si opera nel campo dell’ingegneria idraulica. Idem riguardo alle basole da sostituire, che spesso alimentano un fi orente mercato nero, a fronte di quelle nuove molto più sottili e presumibilmente meno resistenti. C’è chi dice che sia tutta colpa della crisi attuale e che la gente gira ma non compra e chi propone invece piste ciclabili per dare linfa a tutta la città soprattutto in quelle zone non più frequentate. Per molti il danno maggiore è stato provocato dalle tante piazze cittadine, e mercati rionali, ‘distrutti’ dagli amministratori colpevoli quindi della desertifi cazione della città. Altri fanno notare le pessime condizioni del lungomare, illuminazione scarsa, poche attrazioni per i giovani e la necessità di un migliore marketing pubblicitario, più controlli per la sicurezza e rendersi concorrenziali abbassando i prezzi. La maggior parte dei molfettesi sentiti non vogliono vedere il corso trasformato in un ennesimo esempio di architettura futurista a cielo aperto. Per il rilancio economico hanno fatto proposte diverse, meno distruttive e non condizionate da interessi di categoria e personali. Tantissimi vorrebbero far rivivere questa città in direzione opposta alle correnti di pensiero dominanti e imposte a quasi tutte le altre città… quindi contro tutti e tutto. Purtroppo il primo nemico, o colpevole, è visto in chi amministra la città ma “Il buon navigatore si vede soprattutto con il vento contrario” ha ricordato un vecchio commerciante.

Autore: Domenico Sarrocco
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet