No alle trivellazioni di petrolio in Adriatico: domenica mobilitazione a Molfetta
MOLFETTA – Domenica 15 giugno a Piazza delle Erbe di Molfetta ci sarà una manifestazione contro le trivellazioni nel mare Adrtiatico (Molfetta compresa). Ecco l’appello di “Rumore collettivo”:
«Dopo il disastro ambientale commesso in Basilicata, le lobby petrolifere puntano a trivellare le coste delle province barese e brindisina. E’ notizia di qualche giorno fa, infatti, dell’istanza presentata da Global Petroleum Limited al governo e alle istituzioni locali per poter procedere alle prime indagini geofisiche nel nostro mare. Tra le città scelte per le indagini vi sono Bari, Giovinazzo e Molfetta. Occorre mobilitarsi contro l’ennesimo stupro del nostro territorio in nome del profitto.
E' necessario iniziare a capire perchè è necessario che i cittadini si riapproprino delle tematiche ambientali e della gestione delle risorse naturali. Soprattutto è necessario lottare per un modello di sviluppo sostenibile ed equo».
Mobilitazione anche dal Comitato no Petrolio con Silvia Russo, Portavoce Comitato “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili”:
«Trivellazioni off-shore: nuovo assalto ai mari pugliesi, ma la reazione delle popolazioni diventa sempre più imponente. Sta per finire il tempo delle indecisioni politiche: o con i territori, o con le compagnie petrolifere.
Non si è ancora esaurita l’eco del presidio che, lo scorso 4 giugno, ha visto il Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili a Potenza al fianco delle associazioni, dei comitati e dei movimenti lucani per contestare l’incontro tra il Presidente della Regione Basilicata Pittella e il Ministro allo Sviluppo Economico Guidi per rilanciare nuovi accordi sulle estrazioni petrolifere in Basilicata, che un’altra regione, in questo caso la Puglia, si ritrova sul fronte di guerra.
Nei giorni scorsi sono state depositate dalla Global Petroleum Limited quattro nuove istanze di permesso (d80 F.R-.GP, d81 F.R-.GP, d82 F.R-.GP, d83 F.R-.GP) per la ricerca di idrocarburi in mare, al largo delle coste pugliesi, per un area complessiva di quasi 3000 chilometri quadrati e che copre praticamente la metà della costa pugliese, da Molfetta fino a Torchiarolo.
La Puglia, già da anni impegnata in una dura battaglia contro le trivellazioni, subisce dunque l’ennesimo attacco dall’ennesima compagnia interessata a sondare il mare per ricavarne lucro.
Il dato eccezionale è, però, la massiccia e diffusa sensibilità che ormai si riscontra sul tema. Non appena appresa la notizia, da ogni punto sono scattate convocazione di incontri, presidi, proposte di manifestazione. L’attenzione è massima e l’idea di fondo è chiara: non si tratta di discutere un prezzo migliore o peggiore per trivellare, dai territori non si passa più.
Siamo territori che, in questa estenuante battaglia, rischiamo di essere vinti non tanto dal fronte delle compagnie petrolifere, quanto dal fuoco amico dei governi e delle segreterie nazionali di partito rimaste ancora, nonostante i continui richiami, troppo fredde sul tema.
In questo contesto, il Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili ritiene inaccettabili le dichiarazioni dei giorni scorsi di Prodi e De Castro che riaprono a strategie politiche sulle energie fossili e, ancor di più, quelle del Min. Guidi che ha espresso un chiaro orientamento favorevole all’opzione idrocarburi in mare: “Non possiamo rinunciare a riprendere le esplorazioni per arrivare a una bolletta energetica più leggera e sostenibile. Non va sacrificata la piena sicurezza ambientale, ma non possiamo neanche permettere che intransigenze ambientaliste o resistenze locali blocchino esigenze nazionali di questa portata”.
La Puglia, al contrario, continua a ribadire il suo fermo “NO” al Petrolio in perfetta sinergia tra società civile ed istituzioni. Come popolazioni in diverse occasioni siamo scesi in piazza, la regione Puglia si è resa megafono di tali istanze nonché collante tra le regioni adriatiche e ioniche in questa battaglia attraverso le proposte di legge alle Camere, per vietare la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque dell’Adriatico, approvate da cinque Assemblee regionali (Puglia, Veneto, Abruzzo, Molise e Marche) e nel promuovere la Conferenza internazionale dell’Adriatico (Venezia, 9 novembre 2012).
Prese di posizione che riconsegnano il quadro di un’Italia ancora una volta spaccata in due: i Governi che accelerano sull’opzione petrolio, e i territori che chiedono di essere coinvolti nelle scelte.
Ci mobiliteremo ancora una volta per la presentazione, nei tempi utili (4 agosto 2014) delle osservazioni, sollecitando anche i Sindaci ad intraprendere azioni comuni, ben sapendo che è solo una soluzione tampone. Auspichiamo con forza, invece, che le forze politiche che ancora non sono state chiare si dimostrino in grado di ascoltare i territori e procedano, con forza ed urgenza, verso l’approvazione di una legge nazionale per la moratoria delle trivellazioni nell’Adriatico e nello Ionio. Chiediamo una precisa scelta di campo da parte delle principali segreterie nazionali dei partiti in parlamento (Renzi, Toti, Alfano, Casini) incalzati dai propri corrispettivi regionali (Emiliano, Amoruso, Cassano, Longo) non solo a parole, ma nei fatti.
Nel frattempo, i territori non staranno a guardare».