Motopesca salvato da Capitaneria e due pescherecci
Due pescherecci N a u f r a - gio a largo di Barletta, che poteva trasformasi in una tragedia. Invece il pronto interevento della Capitaneria di Porto di Molfetta e il successivo soccorso tecnico di due pescherecci molfettesi hanno non solo salvato la vita degli operatori a bordo, ma ha evitato che il motopesca Lucrezia Madre affondasse. Il mayday giovedì 28 luglio alle 11,30. Il motopesca Lucrezia Madre a quasi 23 miglia da Molfetta imbarcava acqua, ma con il motore in funzione nessuno degli operatori a bordo ne aveva capito la causa. Immediata la comunicazione del comandante del motopesca, Vincenzo Tedesco, alla Capitaneria di Porto di Molfetta che ha avviato la procedura di salvataggio, guidata dai vertici della Capitaneria stessa. Il rapidissimo battello GC A75 di Molfetta ha raggiunto in meno di mezz’ora il punto indicato (percorse ben 23 miglia), ma nel frattempo la Capitaneria aveva richiesto l’aiuto delle Capitanerie di Bari, Barletta e Manfredonia, oltre a dirottare le imbarcazioni e i mezzi più vicini al Lucrezia Madre. Infatti, dopo 5 minuti dal mayday è sopraggiunto un elicottero della Guardia di Finanza e subito dopo lo yot Piola, la motocisterna Tigullio e la motovedetta di Barletta CP 845 per prestare immediato soccorso al personale a bordo. Poco dopo il battello GC A75, è anche arrivata la motovedetta CP 2102 della Capitaneria di Molfetta. Assistiti gli uomini a bordo (tutti salvi), ha spiegato a Quindici il comandante Tedesco, la maggiore preoccupazione si è riversata sull’imbarcazione che rischiava di affondare. Riportato fortunosamente a galla il motopesca, le difficoltà si sono concentrate sul rimorchio e sul salvamento dell’attrezzatura. Una vera e propria manna dal cielo è stato l’inaspettato arrivo sul posto dei motopesca molfettesi Michela Madre e Luigi Padre dei cosiddetti “Fratelli Tempesta” (nickname dei fratelli Gadaleta, ovvero Domenico, Angelo Tommaso, Alessandro e Giuliano), che avevano appena terminato le loro operazioni di pesca. Hanno risposto al mayday e in mezz’ora (erano a 6 miglia e mezzo di distanza) hanno raggiunto il Lucrezia Madre e si sono occupati rispettivamente del salpamento dell’attrezzatura e del rimorchio del motopesca. Evidente il reciproco sostegno tra i pescatori, un mondo in estinzione e da proteggere e salvaguardare: infatti, nonostante bastasse l’intervento di un solo motopesca (era già rientrato l’allarme per il salvataggio degli operatori, dopo l’intervento della Capitaneria di Porto di Molfetta), hanno partecipato in due alle operazioni di soccorso proprio per salvare attrezzatura e barca. D u r a n t e il ritorno a Molfetta, il comandante del Lucrezia Madre, dopo aver rimesso in moto il motopesca, è riuscito a individuare la perdita (l’acqua proveniva dal tubo della pompa di lavaggio), con la collaborazione del sergente della Capitaneria di Porto di Molfetta, Felice Squeo. Un ringraziamento particolare del comandante del motopesca, Vincenzo Tedesco, a coloro che hanno salvato uomini, attrezzatura e barca: i fratelli Gadaleta, la Capitaneria di Molfetta, soprattutto il comandante Alessandro Ducci e il secondo Pierpaolo Pallotti, senza dimenticare il personale a bordo della motovedetta (il maresciallo Binetti, il sergente Squeo, e i sottocapi Nasigrosso e Lacirignola) e del battello (il sergente Pignatelli e il sottocapo Ventura). Annalisa de Gennaro