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Mongelli: col Forum della cultura, apriamo alla partecipazione L'INT ERVISTA . L'assessore alla cultura
15 febbraio 2015

Avviato il Forum della cultura nel corso di un incontro nella Sala Conferenze di Lama Scotella. Si tratta di un organismo permanente d’incontro e reciproco confronto fra le Associazioni e le libere forme di aggregazione operanti in città nel campo artistico e culturale. Istituito con delibera di Consiglio Comunale n. 17 del 2014, il Forum gode di un proprio statuto, rilasciato a tutte le associazioni culturali che hanno partecipato al suo primo incontro, iscrivendosi. Presenti il sindaco Paola Natalicchio, l’assessore alla Cultura Elisabetta Mongelli e il Presidente della 6ª Commissione (cultura, pubblica istruzione, sport, spettacolo e turismo) Domenico Gagliardi. Come stabilito nell’articolo 1, uno degli obiettivi che l’Amministrazione Comunale intende perseguire attraverso l’istituzione del Forum è quello di «arricchire di contenuti e stimoli i passaggi finalizzati alla costruzione del Bilancio Comunale in tema di programmazione culturale». Quindici ha colto l’occasione per rivolgere all’assessore Betta Mongelli qualche domanda per delineare le iniziative di politica culturale promosse nella nostra città. Assessore Mongelli, dopo la prima riunione di gennaio, è già seguita una seconda convocazione da parte del coordinatore? «Non ancora. Stiamo attivando con l’Ufficio Cultura e il coordinatore del Forum neo eletto, Giovannangelo de Gennaro, le procedure di carattere organizzativo e burocratico necessarie; penso comunque sia intenzione convocarlo entro il mese di febbraio, per presentare le linee programmatiche che intende attivare in collaborazione con l’assessorato». L’istituzione del Forum della cultura sembra un’iniziativa allineata alla Chiamata alle arti del 2013. Quali sono stati e quali saranno i vantaggi di questo modello, sia per la città che per le associazioni? «La partecipazione dei cittadini all’elaborazione di progetti civici è punto chiave del nostro programma. Percorsi partecipativi, come il Forum della Cultura, sono in atto per tanti settori della nostra attività amministrativa; stiamo discutendo insieme la progettazione degli spazi comuni, per ridare anima ai luoghi del centro, alle periferie, ai contenitori culturali. La partecipazione è nostro faro. Il Forum dev’essere il luogo dove ancor di più le realtà associative potranno far sentire la loro voce. Le procedure necessarie per l’approvazione dello Statuto del Forum sono state lunghe, ma necessarie perché le Commissioni valutassero seriamente il documento dello Statuto. Ma questo tempo non è passato invano, perché tanti Tavoli sono stati aperti, come quello delle associazioni turistico-culturali della città, che hanno fatto rete in maniera solida e propositiva in collaborazione con l’assessorato, o ancora la partecipazione è stata nota dominante per la logica della gestione di uno spazio culturale importante della nostra città, come il Museo Civico e Archeologico del Pulo, dove la rete delle associazioni, che ha partecipato ad un regolare avviso pubblico, ha saputo mettere a punto un metodo, da cui il Forum non ha che da imparare. Oggi il Museo è gestito da ben sette associazioni, un gruppo solo in parte consorziale, Polje, ma che ha coinvolto anche La voce di Sant’Andrea e Antiqua Mater. In questi casi si è messo a punto un modello di partecipazione che deve estendersi a tutta la rete di qualità che connota l’associazionismo locale e il Forum della Cultura dev’essere proprio questo, non solo il luogo dove tutti gli artisti mettono in rete le proprie risorse, per organizzare iniziative ed eventi. Il Forum raccoglie anche le grandi esperienze di studio e di impegno culturale delle associazioni nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico, archeologico della città. Anche le scuole dovranno e saranno protagoniste del Forum, anche loro devono essere soggetto di confronto, in quanto formative dei futuri cittadini che tuteleranno il nostro patrimonio. Sono fiduciosa che possa esserci scambio e collaborazione, a patto che ci sia la volontà dei singoli di mettere in rete le proprie competenze». Ma le scuole non fanno parte dell’Assemblea del Forum? «No, ma il regolamento prevede che nel Forum possano essere chiamati i rappresentati delle Istituzioni scolastiche, d’altronde, anche con la scuola si è promosso un progetto partecipativo: la rete delle scuole superiori è un esempio di metodo, di collaborazione e di messa in rete delle competenze. Le giornate della memoria, il percorso sulla legalità, i viaggi della memoria, prenderà il via anche un progetto di catalogazione delle opere d’arte presenti nel Palazzo del Comune, che sarà un percorso per educare i giovani al Bene comune dell’arte. Anche questo è un modello di messa in rete e di partecipazione. Mi auguro che il Forum possa diventare subito strumento partecipativo della politica culturale, perché abbiamo in cantiere opere importanti: la Cittadella degli Artisti, la bellissima scommessa della Casa della Musica, luoghi di cui progettare insieme la gestione. Mi auguro che possa diventare luogo di dibattito per la progettazione di scenari. Il Forum deve diventare la rete che supera la logica della concorrenza tra le diverse realtà individuali». A proposito di scuole, dall’assessorato quali progetti sono stati promossi in collaborazione con le scuole? «L’anno scorso ha preso avvio il progetto Conoscere la Grande Guerra per ripudiare tutte le guerre; ho interpellato storici, collezionisti, persone che avevano lavorato nel campo storiografico e che possono contribuire per offrire uno spaccato più ampio della Prima Guerra Mondiale ed essi si sono messi in rete, creando un comitato scientifico e hanno prodotto un progetto che si allargherà adesso anche alle associazioni. Il viaggio della Memoria, invece, rientra nei percorsi per la crescita civile e democratica degli studenti e quest’anno si intreccerà con le mete per ricordare la Grande Guerra. Il viaggio avrà come meta Trieste: dalla Risiera di San Sabba, il primo campo di concentramento operativo italiano, al Magazzino 18 e a Redipuglia. Stiamo, inoltre, seguendo con le scuole il progetto Conoscere Gaetano Salvemini, che ha avuto la prima edizione e che stiamo continuando a sostenere. Avrà come tema principale l’importanza della Storia: perché la storia è importante per la crescita civile e democratica di un Paese». Parliamo di turismo. Lei ha accennato al Tavolo delle Associazioni turistiche, ma c’è anche il bando di prossima scadenza per la gestione dello Iat. «Sì, il Tavolo delle Associazione turistiche è nato su stimolo dell’assessorato verso sul finire dell’estate 2013. È nato sui progetti, sulle proposte, e sta dando prova di saper organizzare progetti validi: dalla gestione del Museo Archeologico del Pulo alla condivisione di itinerari culturali, dalla produzione di materiali per la conoscenza della città, alle nuove carte turistiche, fino alle guide turistiche e al calendario in rete realizzato dalle associazioni. Un’associazione guida è stata Opera, oggi Puglia Autentica, che agisce bene sul piano della promozione turistica locale e ha svolto il ruolo di polo di attrazione per le associazioni simili e che ci stanno dando già frutti, che porteremo all’Expo e che abbiamo già portato alle fiere. Il pro- più importanti Fiere Turistiche internazionali: Berlino, Monaco, Milano, Napoli, dove al tavolo della Puglia c’era anche Molfetta con questi prodotti. I contatti con le associazioni, per tutto il 2014, sono stati frequentissimi. Gli operatori dell’accoglienza turistica, i B&B della città hanno portato ad una crescita dell’affluenza turistica nella nostra città. Contiamo sul fatto che la prova della collaborazione che le associazioni ci hanno dato in diversi momenti continui ad esserci per lo Iat. Lo Iat è un percorso iniziato nel gennaio 2014 quando ho preso contatti con l’assessorato regionale alla Cultura, presieduto da Silvia Godelli e l’agenzia Puglia Promozione, che gestisce la programmazione turistica della Regione Puglia a livello nazionale. Anche su sollecitazione del Tavolo delle associazioni turistiche, si è voluto provare a far nascere nella città un altro polo turistico, oltre alla storica presenza della Pro Loco, essa stessa parte del Tavolo, e abbiamo deciso di attingere a queste risorse perché ce ne fosse un altro. Lo Iat è una grande scommessa d’impresa, come anche il Museo del Pulo; a questa rete di associazioni diamo un sostegno annuale per il pagamento delle visite guidate, ma ho motivo di credere che l’impresa del Museo Archeologico potrà un giorno diventare autonoma. I giovani hanno reso il Museo un luogo di proposta, di attività che possono diventare produttive anche sul piano del lavoro. La stessa cosa spero si possa realizzare per lo Iat, che potrà essere luogo di organizzazione di pacchetti turistici, sagre, fiere e che potrà essere centro di vendita dei nostri prodotti tipici, oltre naturalmente ad instaurare legami forti con le associazioni attive sul territorio. Come previsto dal bando, per lo Iat si richiedono progetti d’impresa appunto perché esso può essere luogo dove i giovani possono cominciare a fare impresa sulla promozione turistica. Sono tantissime le organizzazioni che si stanno informando e che s’iscrivono alle piattaforme regionali per parteciparvi. Per lo Iat l’amministrazione prevede una Start up annuale di 8mila euro lordi, oltre all’erogazione di tutti i servizi a nostro carico. Se saranno bravi, sapranno far fiorire questo luogo». In occasione dell’Expo 2015 a Milano, Molfetta ha aderito alla rete di Comuni “Cuore di Puglia”. Quali le iniziative dell’assessorato alla Cultura in questo campo? «Cuore di Puglia è un progetto che sta seguendo l’Assessorato all’Ambiente, noi interverremo con il progetto delle vie Francigene. È un’iniziativa promossa dall’assessore regionale Silvia Godelli, cui abbiamo aderito a gennaio 2014. L’invito è stato raccolto da tutti Comuni che si trovano lungo la via Francigena del sud, che partiva da Roma per arrivare a Gerusalemme. Nel percorso rientrava la nostra città con tante testimonianze storico-artistiche e architettoniche ancora presenti: il nostro Ospedaletto dei crociati è una struttura che trova simili esempi proprio in Terra Santa; abbiamo collocato dei cartelli turistici in corrispondenza anche del meno noto Ospedale di San Filippo Giacomo. Molfetta e Barletta saranno le uniche due città pugliesi presenti all’Expo 2015 con questo progetto, in quanto rientrano nella cartografia della via Francigena sia come territorio di meta che di transito del flusso di pellegrini. La Regione sta portando alla Commissione Europea la proposta di far diventare itinerario europeo la via Francigena del sud. Se il progetto dovesse essere attuato, ne deriverà un percorso di conoscenza del territorio. A Molfetta il passaggio di pellegrini ha contribuito a vivacizzare la temperie culturale e lo scambio culturale e linguistico. Ne porta traccia il nostro Duomo, in cui ci sono influenze arabe nell’architettura, caratteri pittografici cufici e questo vuol dire che questa città era ed è ponte verso l’Oriente. Per restituire alla città la sua immagine medievale, già dalla scorsa primavera abbiamo partecipato alla riunione degli Stati Generali delle vie Francigene e abbiamo illustrato con pannelli il lascito culturale nei luoghi attraversati dal flusso di pellegrini, a tal punto che il presidente degli Stati Generali ha proposto come meta per il secondo incontro proprio Molfetta. Il Forum della Cultura potrà portare avanti delle proposte in questo senso. Durante l’estate si potrà iniziare a lanciare l’immagine di Molfetta come città francigena. Tantissimi gruppi lavorano sulla ricostruzione di ambienti medievali, senza dimenticare di coniugare aspetti più folkloristici, come possibili itinerari sul gusto e menu tematici. Per investire su questo brand, si potrà anche recuperare la mostra organizzata in occasione del Giubileo del 2000 da Archeoclub, che affronta il tema dei percorsi dei pellegrini in Europa, Italia, Puglia e a Molfetta». Durante la prima riunione del Forum, il sindaco ha anticipato che si terrà un Festival di Teatro Civile quest’estate? Come sarà strutturato? «Si è pensato di avviarlo attraverso un concorso di scrittura, ma non abbiamo ancora affinato il progetto. Parte quest’anno e dovrà strutturarsi nel tempo, è vero che abbiamo promosso eventi per dare l’opportunità ai molfettesi di rimanere in città, soprattutto durante l’estate e nel periodo pasquale, ma vogliano anche offrire una specificità per Molfetta, insieme al Festival Ti fiabo e ti racconto, presenza ormai indiscussa sul piano nazionale». L’anticipazione data con gioia da parte del sindaco al Forum, sembra non essere stata accolta con altrettanto entusiasmo. Forse perché è una rete ancora in costruzione. In che modo potranno dare il loro contributo anche le tante Associazioni culturali che fanno teatro? «Abbiamo chiesto un processo di accompagnamento al tavolo di confronto con associazioni teatrali e il progetto del Festival non esclude la possibilità di rapportarsi con proposte che possano venire dal territorio. In questo momento ci interessa avere un punto di riferimento forte, di un nome di carattere nazionale. Nessuno deve sentirsi estromesso dalla progettazione: la possibilità di attingere a risorse altre, non può che portare nuove idee e nuova linfa al panorama culturale della città. Dobbiamo uscire dalla logica che solo il territorio locale può portare input importanti, come li dà e come noi riconosciamo che dia. Non dimentichiamo che nel bilancio si registrano due voci importanti: un progetto di teatro civile per ragazzi e un’iniziativa di sostegno alle esperienze importanti di cinematografia. A Molfetta abbiamo giovani filmaker, che hanno vinto premi e raggiunto un prestigio internazionale. A questo settore della produzione artistica abbiamo deciso di dare sostegno. Si tratta di risorse limitate, naturalmente, ma è importante che in un pubblico bilancio venga riconosciuta questa eccellenza». Pur non avendo Molfetta né un cinema né un teatro. Con questo nuovo modello della Rete e della Partecipazione, non si potrà riaprire il capitolo cinema Odeon? «Difficilmente. C’è un problema di ristrutturazioni e di ammodernamento cui bisogna provvedere; ad oggi non è possibile investire su un immobile che non è nemmeno di proprietà comunale e non ci sono i fondi per farlo. Ricordo che, invece, sugli immobili di proprietà comunale è prossima l’uscita del bando per l’ampliamento e il completamento del Museo del Pulo, che prevede un finanziamento di 800 mila euro e del piano esecutivo pari a 2 milioni di euro per la ristrutturazione e il recupero conservativo dell’immobile comunale di Piazza delle erbe, da oltre trent’anni sede della Scuola Popolare di Musica Antonin Dvorak, che diventerà la nostra Città della musica, un centro polifunzionale». La Cittadella degli Artisti, invece, quando aprirà? «I lavori di insonorizzazione finanziati dal Comune stanno per essere completati, ma l’Amministrazione deve stendere un protocollo d’intesa con i gestori per condividere la loro programmazione, relativo a Bollenti Spiriti, affinché diventi luogo di formazione e di crescita dei giovani e stabilire le modalità di utilizzo della Cittadella da parte del Comune per un certo numero di giorni. Da protocollo abbiamo a disposizione 25 giorni, però le modalità dovranno essere concordate. La Cittadella potrà iniziare la sua attività solo dopo la sottoscrizione».

Autore: Marina Mongelli
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