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Molfetta, volantinaggio pubblicitario a domicilio: un problema irrisolvibile?
13 gennaio 2014

MOLFETTA - Mi ero ripromesso di esprimere il mio pensiero sull’operato della Giunta di centrosinistra, insediatasi poco più di sei mesi fa, alla scadenza appunto dei sei mesi di operatività. I canonici “100 giorni”: la locuzione che ogni nuovo Organismo di governo che sostituisca il precedente, si dà come scadenza temporale per poter caratterizzare la propria politica, sia per la continuità, sia soprattutto per la discontinuità rispetto a quanto operato da chi ha preceduto, mi sembravano pochini per avere un quadro decentemente completo dell’operato dei nuovi Amministratori (questo, in termini generali).

Ho colto allora l’occasione della recentissima “Ordinanza municipale” riguardante la gestione annosa e controversa del volantinaggio pubblicitario e dell’impatto che esso ha sulle condizioni igieniche e civili nella nostra realtà, emessa dalla Casa comunale.

Con fasi alterne, non senza topiche dovute ad inesperienza?, voglia di fare in fretta?, la nuova Amministrazione è intervenuta con azioni incisive e commendevoli, a lungo richieste dai Cittadini, ma mai, o quasi mai, ascoltate dall’Amministrazione di centrodestra che forse aveva altre priorità (più nobili?, meno nobili?, ne discuteremo magari in altra sede). Alcune azioni (un po’ meno commendevoli), per i risultati poi corretti dopo vere “alzate di scudi dei Cittadini”, sono sembrate davvero dilettantesche; le critiche non sono mancate, anche e soprattutto dall’Opposizione che, immemore di quante ne aveva combinate nel periodo in cui ha regnato (non mi sembra un termine eccessivo, ma perfettamente adeguato a quanto osservavamo), stigmatizzava gli errori compiuti, con azioni pittoresche; ma, in DEMOCRAZIA, questo è anche il compito delle Opposizioni.

La newsletter apparsa sul sito di “QUINDICI on line”, riportante il testo integrale dell’ordinanza sindacale è stata oggetto di attenta lettura. Vorrei allora fare qui alcune considerazioni rispecchianti la mia personale esperienza che, credo, non differisca moltissimo dal “comune sentire”.

I  punti 1) e 2) dell’Ordinanza sono delle ovvietà: le norme credo ci siano già, ma in ogni caso, repetita iuvant!

I punti 3) e 4) invece sono importanti. Vediamo perché e cerchiamo di capire la ragione per la quale, ad esperienza vissuta, potrebbero rivelarsi le solite buone intenzioni, che se non seguite da concrete azioni a supporto, sono percepite come la fatidica foglia di fico che non copre e, nel caso, non incide sui comportamenti di noi Cittadini e, men che meno, di chi: Aziende di commerciali, Aziende commissionarie della diffusione pubblicitaria, Distributori porta a porta, Cittadini e (meno) Cittadini che provano un gusto perverso nello spargere in strada il contenuto delle cassettine della pubblicità. Gli studenti (volutamente minuscolo), ma non tutti e non solo. In uscita dopo le lezioni a scuola, sono maestri in questi comportamenti incivili.

Prima dell’installazione delle cassettine esterne, oggetto, come detto, delle attenzioni degli studenti in uscita, eravamo esasperati per le continue – anche più volte al giorno – scampanellate di citofono che annunciano: “volantini! Mi apre il portone?”. Alcuni di noi avevano messo in bella vista sulle cassettine dalla posta, la richiesta più o meno perentoria di non voler accettare pubblicità: tempo e fatica persi. Sembrava quasi che i distributori (coloro che citofonano per scaricare il pacco esagerato di volantini nella cassetta) letteralmente se ne infischiassero. L’installazione delle cassette esterne, ha risolto in parte (ci sono ancora quelli che imperterriti, per ordini ricevuti?, devono comunque infilare la pubblicità ad personam nelle cassettine) il problema dell’inopportunità delle suonate di citofono, e dello svuotamento odioso delle cassette; ma ha creato il casus dell’uso, se non rimossi in tempo dalla cassetta esterna, dei volantini ivi depositati e poi sparsi per strada dai buontemponi. Ovviamente non succede dappertutto, ma alcune strade sembrano davvero malridotte, piene come sono di volantini stropicciati che tolgono davvero decoro alla Città.

Adesso dovremmo tornare all’antico? Dovremmo tornare ad avere la scampanellata per permettere di depositare i volantini, non più all’esterno nelle cassette, ma all’interno dell’androne. Bell’affare! Forti dell’Ordinanza, noi Cittadini (io sarei uno di questi) che non accettiamo la pubblicità imposta, in omaggio a non so quale ordine superiore ed emanato da chi, che legittimerebbe i distributori a violare la mia privacy imponendomi una pubblicità che non desidero, dovremmo denunciare coloro che malgrado il chiaro diniego, continuassero a fare i propri comodi? Gli Organi di polizia dovrebbero comminare sanzioni, se colti in flagranza, a quelli che contravvengono alla normativa stabilita dall’Ordinanza? E, statisticamente parlando, quante probabilità avremmo che questo avvenga realmente?

Proviamo a far ricorso all’esperienza vissuta in altri casi.

La pulizia a giorni alterni delle strade dei rioni Paradiso, 167 e viciniori. All’incirca nel periodo topico dei “100 giorni”, l’Amministrazione, recependo le lamentele dei Residenti, tappezzò i portoni delle case di tali zone, con affissioni molto belle ed esplicative, per restaurare una procedura già esistente (il divieto di parcheggio, in determinate ore del mattino ed a giorni alterni, delle vetture nelle strade oggetto della pulizia: poche ore!), Personalmente, nei primi giorni di ri-entrata in vigore della norma, notai una certa differenza: vidi addirittura pattuglie di Poliziotti municipali che elevavano multe, ai “distratti”, sordi alle loro proteste. Devo dire che è durato ben poco! Le moto spazzatrici, continuano a fare la …”puliza!” di queste strade (con risultati sotto gli occhi di tutti), districandosi in spettacolari gimcane fra le auto i cui possessori, una volta passato il magone della multa subita, ed avendo capito che – more solito, chi di noi è cialtrone, continua ad esserlo anche dopo, quando i controlli si esauriscono, per stanchezza dei Controllori, o meglio, forse perché, non adeguatamente supportati e finalizzati i Controllori medesimi. Lo stesso discorso vale per la sosta selvaggia nelle Z.T.L.. Senza controlli continui, sembra che le nostre cattive abitudini o inclinazioni a violare le norme elementari e non del vivere civile, prendano il sopravvento. Altri esempi si sprecano e non mi sembra il caso di farne un pedissequo, noioso elenco. Il concetto dovrebbe essere sufficientemente chiaro.

La triste realtà sembra essere sempre la stessa: rieducare l’indole strafottente, incivile ed incallita verso la violazione di norme che a volte è più semplice rispettare che violare, richiede certamente Ordinanze, moral suasion  (come nel caso della pulizia delle strade, a giorni alterni), richiamo alle norme di civismo che, in altri posti sembrano essere la guida sovrana dei Cittadini anche per una questione di dignità, è un’opera molto ardua.

Era giusto prima, con la passata Amministrazione, protestare in tutte le forme civili contro l’inerzia di chi dovrebbe forse pensare un po’ di più ad educare, con esempi concreti tutti quelli di noi che non intendiamo ragioni e facciamo il nostro comodaccio, a scapito della Comunità. E’ giusto ora, ricordare che le Ordinanze che in altre realtà sembrano sufficienti a mantenere condizioni di civile vivibilità e rispetto di tutti verso tutti, far rilevare che forse l’Ordinanza fine a sé stessa potrebbe non essere sufficiente, se non supportata, ma per davvero, con provvedimenti duraturi ed adeguati a scoraggiare i più temerari di noi: coloro che, per il solo gusto di trasgredire ovvero, continuare nei comportamenti indegni di un Paese civile, continuano imperterriti, sicuri di un’immunità storica acquisita.

Con tutto il dovuto rispetto, ma le Ordinanze, così emesse e non seguite da azioni concrete e durature per tutto il tempo necessario a far cambiare una mentalità male abituata, come la nostra, mi sembrano inutili perdite di tempo.

© Riproduzione riservata

Autore: Tommaso Gaudio
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L'inquinamento da volantinaggio pubblicitario si può risolvere? Sì, è questione d'indottrinamento alla buona educazione di noi tutti molfettesi e degli amministratori, che per primi devono dare l'esempio. Mi riferisco all'incuria dei cassonetti per la “raccolta differenziata” della carta e della plastica, soventi sono strapieni e alla prima soffiata di vento la parte eccedente si riversa per le strade... A completare l'opera ci sono qua e là mozziconi e pacchetti di sigarette accartocciati, fazzolettini usati, buste vuote di patatine… Non mi pare che i volantini siano i maggiori responsabili di questo fenomeno. Un appunto: non so da chi sia partita l'idea di eliminare le cassette pubblicitarie esterne - mi sembra un rimedio poco efficace, toglie un disagio e ne mette un altro - quando in passato sono state rese necessarie istituirle. Per avere una città pulita? Adottiamo la strategia messa in atto da TRENITALIA. È noto, fino a qualche tempo orsono i treni erano sporchi e puzzolenti, specialmente i bagni. I viaggiatori (extracomunitari e pure i nostri conterranei) non si facevano problemi a mettere i piedi con le scarpe sporche sui sedili, a lasciare bucce di banane, briciole, bottiglie vuote di plastica sopra e sotto i sedili. Poi c'era il bullo di turno che non si faceva scrupoli a lasciare per terra chewing gum. I richiami dei capotreni non servivano a nulla. Oggi qualcosa è cambiato, i treni si presentano più puliti. Il problema si è risolto mediante semplici richiami: “combattere i piccoli atti d'inciviltà quotidiana”, messaggi divulgativi che non contengono sanzioni ma inviti alla pacifica convivenza tra persone. Sono trasmessi per interfono in ogni vagone. Alla stessa stregua sarebbe opportuno che i nostri amministratori mandassero delle auto munite di altoparlanti per le strade per promuovere “Molfetta città pulita”, nelle ore di punta, nelle prossimità di scuole, di ritrovi, nelle zone più affollate. Ripetendo l'iniziativa fin quando s'impara a rispettare l'ambiente vissuto.


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