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Molfetta, tragedia figlia della crisi economica e del lavoro: un giovane si toglie la vita
28 febbraio 2014

MOLFETTA - Ancora un tragedia figlia della crisi economica e del lavoro che l’Italia sta attraversando: un giovane di 37 anni si è tolto la vita ieri sera a Molfetta in via Zuppetta (nella foto), nei pressi della scuola elementare S. Giovanni Bosco.

Per suicidarsi l’uomo ha utilizzato un filo di rame che si è stretto attorno al collo in un locale che, secondo il suo progetto, purtroppo non realizzato, doveva essere il luogo di lavoro della sua nuova attività.
Viste vanificate le sue speranze per il futuro, il giovane ha deciso di farla finita. La notizia ha fatto il giro della città e ha lasciato tutti sgomenti per l’ennesimo dramma che deve far riflettere sulla situazione attuale di molti giovani in questa Italia dove il problema della disoccupazione dovrà rappresentare la priorità del nuovo governo di Matteo Renzi.

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Autore: Leonardo de Sanctis
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Non mi meraviglia l'assordante silenzio di quanti pontificano ad ogni piè sospinto sulle inadempienze di politici cittadini o su eventi che toccano la tasca e la faccia di qualche potente(!!!)e quant'altro. Non mi meraviglia perché è lì il loro cuore e tutto il resto "è còese e nìende", diceva Eduardo. E difatti "è còese e nìende" la tragedia di Luigi, "sò còese e nìende" i problemi che si scateneranno per quella povera famiglia. È "còese è nìende" l'aver tirato indietro quella mano che avrebbe potuto aiutarlo a superare il critico momento che lo ha portato al folle gesto. Mi raccomando, egregi signori, fatevi sentire in blocco quando si dovrà parare il sedere a quei "poveracci" che non potranno candidarsi pioù al Senato (ed anche alla Camera!). Come dovranno fare, loro a cui non bastano 25.000 Euro al mese e vitalizi e pensioni di metallo ultrapregiato perché fare il politico (e qui ci andrebbe la pernacchia di Totò!) glielo ha ordinato il medico. A te, Luigi, e a tutti gli altri Luigi che, pure stamani hanno fatto sapere che volontariamente non c'erano più perché non ce la facevano ad andare avanti, dovrebbero dedicare una in ogni città nel punto migliore del centro e in quella strada pretendere l'adunarsi, una volta alla settimana, di tutti (politici, bancari, datori di lavoro, usurai - cominciando dalle "cape grosse!- per meditare sulle enormi "cazzate" da loro commesse a causare lo spaventoso disastro nazionale. Ciao, Luigi! Pregherò per te e i tuoi.
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