MOLFETTA - Ripristinato questa mattina l’impianto semaforico tra Corso Fornari, via Poggio Reale e via Zuppetta, dopo due mesi e mezzo di lampeggiante giallo (a quanto pare la ditta esecutrice è stata la Sud Segnal srl). Un bivio che è stato pericoloso per pedoni e vetture soprattutto nelle ore di punta, il giovedì durante il mercato settimanale e la sera, perché s’intersecano diversi flussi di circolazione e in pochi rispettano la segnaletica. Perché il ripristino è avvenuto con un ritardo inammissibile?
Altri impianti da sistemare sono, ad esempio, agli incroci tra via Massimo d’Azeglio e via Edoardo Germano e tra via Salvucci, via Ugo la Malfa e via Mons. Pasquale Gioia (di fronte alla parrocchia sant’Achille, nella foto), quest’ultimo addirittura spento. Impianti che proprio nelle ore di punta sono fondamentali per lo smistamento del traffico e per evitare incidenti.
Intanto, il Comune di Molfetta ha sborsato quasi 11mila euro alla ditta Elsis s.r.l. (Roma) per il ripristino degli impianti semaforici nel primo semestre 2011 (delibera Settore Lavori Pubblici n.319/11). L’ennesimo affidamento diretto e per somma urgenza del Comune nel 2011. Più di 15 gli interventi eseguiti, dopo le segnalazioni da parte dei cittadini e del Comando della Polizia Municipale (sostituzione di lampade in escandescenza, di lanterne veicolari e pedonali incidentate, di paline semaforiche corrose).
Perché, invece, i lavori di ripristino non sono stati affidati alla Multiservizi, che è pur sempre un’azienda comunale? La ditta Elsis («di fiducia», per il Comune) era stata già aggiudicataria dei lavori di manutenzione ordinaria degli impianti semaforici comunali con contratto del 6 ottobre 2005, si legge nella deliberazione n.319, e si era resa disponibile per i lavori indicati con un ribasso del 16,22% sull’importo preventivo.
Perché non affidare i lavori di ripristino dell’impianto semaforico tra Corso Fornari, via Poggio Reale e via Zuppetta alla Multiservizi, piuttosto che incaricare un’altra azienda? L’ennesima occasione sprecata per poter ottenere da un’azienda mista (il 51% è comunale) un ritorno economico per la città.
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