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Molfetta, Rifondazione Comunista: primo maggio, giù le mani dall'art. 18
30 aprile 2012

MOLFETTA - «Primo maggio, festa del lavoro e dei lavoratori: parole che suonano beffarde in un momento in cui la marcia a tappe forzate, iniziata dal governo Berlusconi verso la definitiva cancellazione delle conquiste del movimento operaio degli anni '70, è all'ultimo chilometro». In occasione della festa del primo maggio, Rifondazione Comunista di Molfetta ripropone le problematiche relative l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, «nel mirino del governo Monti e dell'addetta allo smantellamento dello stato sociale, la ministra Fornero, dopo il contratto nazionale di lavoro».
«L’articolo 18 è una norma elementare di civiltà che obbliga a reintegrare nel posto di lavoro chi viene licenziato ingiustamente. Se fosse eliminato, come vuole il governo Monti, ogni lavoratrice e ogni lavoratore subirebbero un ricatto permanente: l’azienda potrebbe licenziarli perché si battono per il proprio contratto e cioè per condizioni di lavoro e di salario dignitose, perché chiedono il rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla salute, perché scioperano, perché vogliono fare un figlio, perché non stanno simpatici al capo per le loro idee sindacali e politiche - si legge nel comunicato di Rifondazione -. Non si può guardare all'art. 18 come qualcosa su cui trattare o mercanteggiare. L'art. 18 è il diritto su cui si fonda la possibilità di esercizio di tutti gli altri diritti dei lavoratori. Dopo il corteo, in via Umberto I altezza galleria Patrioti Molfettesi, continueremo la raccolta firme per la difesa e l’estensione dell’art. 18 alle imprese con meno di quindici dipendenti, che già oggi ha raggiunto il traguardo delle 100.000 firme in tutta Italia. Ma non basta».
«Il complesso degli interventi del Governo Monti (controriforma delle pensioni, intervento sugli ammortizzatori sociali, cancellazione dell'art. 18) si traduce in un’estensione micidiale della precarietà anche alle generazioni degli adulti e degli anziani, senza riuscire a portare il paese fuori dalla crisi poiché le sue politiche inique socialmente sono anche recessive sul piano economico».
Per queste ragioni, Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra saranno in piazza il 12 maggio a Roma per manifestare contro il governo Monti. «Chiediamo a tutte le forze democratiche e di sinistra, sociali e politiche, di partecipare alla manifestazione - conclude il comunicato -, perché si costruisca un'opposizione capace di prospettare una via d'uscita dalla crisi, una via d'uscita alternativa alla spirale tagli-recessione imposta dall'Unione Europea e assecondata da Monti e dalla sua maggioranza Pdl-Pd-Udc».
 
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