Molfetta. Rifondazione Comunista analizza il voto
MOLFETTA - Pubblichiamo il comunicato stampa del partito di Rifondazione Comunista.
"La recente consultazione elettorale per il rinnovo del consiglio regionale della Puglia ci restituisce un risultato inedito: il centro-sinistra a sostegno del presidente Vendola è maggioranza a Molfetta.
Si inverte quella tendenza che vedeva il centro-destra sempre vincente nella nostra città negli ultimi dieci anni; e questo pur in presenza dei soliti meccanismi di raccolta del consenso da parte delle forze politiche del centro-destra molfettese (assenza di confronto pubblico, cene elettorali nelle sale ricevimenti, regalìe varie, apertura di sottocomitati in locali sfitti in ogni angolo della città lasciati in gestione a comitive di giovani per pochi spiccioli).
Questo dimostra in maniera inequivocabile che solo quando il centro-sinistra mantiene la sua composizione originaria senza essere "allargato" (termine caro al dalemismo) al centro moderato riscuote il consenso dell'elettorato molfettese.
Questo è un dato con cui tutte le future ipotesi di alleanze elettorali e programmatiche per riprendere il governo della città dovranno fare i conti.
Ne prendano atto i partiti del centro-sinistra.
Da parte nostra, ringraziamo gli elettori per il consenso, ampiamente al di sopra del dato nazionale, dato alla lista Federazione della Sinistra-Verdi, un consenso che premia la nostra capacità di fare denuncia e proposta a sostegno di quelle vertenze che incidono sulla vita reale: il lavoro stabile, l'ambiente sano e il territorio sicuro. Allo stesso modo ringraziamo elettori ed elettrici per le 1035 preferenze attribuite al nostro Gianni Porta, che sommate a quelle ricevute nel collegio provinciale lo qualificano come secondo della nostra lista con 1294 preferenze.
Purtroppo, lo sbarramento al 4%, sapientemente non modificato nelle ultime riunioni del consiglio regionale nello scorso gennaio, non ha permesso che questi consensi si traducano in rappresentanza in consiglio regionale. Stessa valutazione facciamo a proposito dell'esiguo numero di donne elette nel nuovo consiglio regionale: solo quattro.
Negare la rappresentanza alle culture critiche è il modo migliore per alimentare l'astensionismo e la sfiducia nella politica come possibilità di dare risposte generali a problemi individuali. Mentre i succitati comitati elettorali sono già stati chiusi, la nostra sede, dove organizziamo la nostra attività politica, rimane aperta all'ascolto di lavoratori e cittadini".