MOLFETTA - Dopo il servizio di
Quindici sul canale dei reflui tra le vicinali Zappino e Spinaruta e sullo
scarico a mare dei liquami non trattati nei pressi di Torre Calderina, si sono susseguite una serie di segnalazioni sulla effettiva salubrità di quel tratto di costa, soprattutto per i bagnanti che frequentano i lidi vicini (senza dimenticare chi pesca). In effetti, lo scarico a mare ha pesantemente contribuito ad accrescere l’emergenza ambientale su tutta la costa di Ponente, già sottoposta a una serie di detrattori ambientali (elemento di disturbo antropico che altera negativamente il paesaggio).
Molti cittadini si chiedono se siano in atto dei controlli sulle acque e sulla costa da parte degli enti preposti e quali provvedimenti saranno assunti dalla Capitaneria di Porto e dal Comune di Molfetta, che intanto hanno vietato anche per il 2012 la balneazione a Torre Calderina (come anche a Cala San Giacomo, alla Secca dei Pali e al Molo Pennello, nell’area portuale e allo sbocco dello scarico delle acque pluviali all’altezza di via Isonzo sul lungomare Colonna, dimenticando Torre Gavetone per la presenza degli ordigni bellici).
Allo stesso tempo, un cittadino, insospettito dalla presenza di alcune ruspe la scorsa settimana, ha segnalato a Quindici la sospetta modificazione degli argini del canale di scorrimento dei reflui che corre dall’Outlet fino a Torre Calderina, passando sotto la provinciale Bisceglie-Molfetta e attraversando i terreni tra la provinciale stessa e la costa, molto vicino al villaggio Nettuno e alla strada vicinale Pozzillo (sulla cartina la localizzazione).
Il colore scuro e la strana altezza delle sponde potrebbero confermare la segnalazione ricevuta da Quindici (foto). Infatti, è possibile supporre che, per evitare che il refluo inondasse le campagne vicine, le ruspe abbiano sollevato il fango dall’alveo del canale per poi depositarlo sul ciglione di contenimento: e questo spiegherebbe anche il suo colore scuro (fango probabilmente non ancora essiccato dal sole). Del resto, nel precedente servizio, Quindici aveva ripreso le campagne inondate di reflui.
Eppure, dopo il sequestro probatorio del depuratore di Molfetta (oltre a quelli di Trani, Barletta e Andria) questi eventuali lavori non si sarebbero dovuti svolgere. O, quanto meno, avrebbero dovuto aver l’autorizzazione dagli enti competenti. Allo stesso tempo, alcune tubazioni a ridosso del canale potrebbero essere state usate come allacciamenti (irregolari) per il prelevamento delle acque reflue con cui irrigare le campagna. una ipotesi confermata dalla presenza di un motore-pompa per il prelievo dal liquame fotografata da
Quindici.
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