Molfetta, Quinto rapporto sulle povertà 2010: la crisi ha colpito i ceti medi borghesi
MOLFETTA - È sempre la disoccupazione, dunque problemi di occupazione lavoro ed economici, alla base della povertà locale. Dai dati contenuti nel Quinto rapporto sulle povertà 2010 quasi il 45% di coloro che si sono rivolti ai Centri di ascolto è disoccupato, mentre il 25% non trova lavoro. Per questo motivo, i bisogni individuati sono maggiormente problemi di lavoro (26%) e disoccupazione (30%), cui si aggiungono problemi familiari (8%) e abitativi (12%).
Costanti rispetto al 2010 le richieste di beni e servizi (70%), di sussidi economici (14%) e di lavoro (12%).
Rispetto al 2009, maggiori sono i centri coinvolti nella Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi (da 31 a 37), permettendo una lettura più accurata del fenomeno socio-economico della povertà.
Maggiore anche l’utenza (da 840 a 970), soprattutto donne (65%), che continuano a essere la figura di riferimento in famiglia e portavoce dei suoi problemi. Ridotta la percentuale degli uomini (33%), aumentano i celibi (22% rispetto al 20%), i vedovi (11% rispetto al 10%) e le persone sole (dal 12% al 15%), mentre si mantengono stabili le percentuali per coniugati (47%) e dei separati (9%).
Aumentano gli stranieri, soprattutto rumeni (38%), marocchini (26%) e albanesi (11%), ma sono i cittadini italiani a rivolgersi in modo continuo ai CdA (68%), espressione di una crisi economica che sta mangiando i ceti appartenenti alla classe media borghese, a dispetto di quanto i mass media filtrano da Roma e dalle parole del premier Berlusconi.
La crisi finanziaria esiste e ne stiamo subendo le pesanti conseguenze.
© Riproduzione riservata
Autore: Adelaide Altamura