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Molfetta, prima sfida dell'Amministrazione Comunale: “La cultura partecipata” Primo obiettivo del forum della cultura: la programmazione dell'estate molfettese
25 giugno 2013

 MOLFETTA - "La cultura partecipata è la prima sfida di questa amministrazione, inaugureremo a Molfetta un nuovo modo di pensare e progettare la cultura dando voce ai tanti talenti artistici della città", così il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, come preannunciato in campagna elettorale, promuove una chiamata alle arti verso la costituzione del "Forum della cultura". Primo obiettivo la programmazione dell'estate molfettese.

Si tratta della sperimentazione dello strumento di consultazione permanente dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo guidato da Betta Mongelli per promuovere il coordinamento di tutte le realtà artistiche e le associazioni culturali presenti in città.
I primi incontri sono previsti domani e dopodomani, 26 e 27 giugno, presso la Fabbrica di San Domenico per discutere con artisti, operatori, associazioni e gruppi informali interessati alla costituzione del Forum e alla programmazione dell'Estate molfettese 2013.

“La parola d’ordine è sobrietà, ereditiamo una situazione di bilancio non facile dalla passata amministrazione ma stiamo lavorando a una fruizione degli eventi garantita a tutti”, dichiara l’Assessore Mongelli. Il coordinamento delle attività del Forum è stata affidata dal sindaco a Federico Ancona.

La due giorni è strutturata per aree tematiche. Mercoledì 26 dalle 9 alle 13 chiamata a raccolta nel campo musica e danza, dalle 18 alle 21 cinema e teatro con poesia, prosa, fotografia e videoarte. Giovedì 27 la mattina negli stessi orari saranno interessati gli operatori delle arti visive (pittura, disegno, illustrazione, fumetto, grafica, arte tessile e digitale, scultura, architettura, arti plastiche, design, installazioni), mentre chiuderanno nel pomeriggio gli operatori che si occupano di beni storici e ambientali e di altre attività culturali.

Mercoledì mattina, alle 12, è previsto l'intervento del sindaco Paola Natalicchio, mentre durante le varie sessioni ci sarà anche la presenza dell'Assessore al Bilancio, Angela Amato, che illustrerà le disponibilità economiche del Comune di Molfetta per le programmazioni culturali. L'Assessore alla Cultura ed al Turismo Elisabetta Mongelli sarà sempre presente nelle diverse sessioni.

“Gli eventi - conclude il sindaco Natalicchio - coinvolgeranno anche le periferie perché crediamo che la cultura possa diventare una fonte di crescita collettiva e un motore di nuovo turismo sostenibile basato sulla partecipazione dei creativi alla elaborazione di nuovi percorsi culturali per la città”.
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La cultura? Un guazzabuglio, un mosaico difficilmente da completare in una società, questa, votata alle apparenze e al possesso edonistico. – Ai tempi della nostra barbarie, quando i Franchi e i Germani, i Brettoni e i Langobardi, e i Mozarabi spagnoli, non sapevano leggere e scrivere, furono istituite in Europa certe scuole, o università, composte quasi tutte di ecclesiastici, i quali, non sapendo altro che il loro gergo teologico, insegnarono quel gergo a coloro che vollero impararlo. Le accademie degli umanisti vennero solo molto tempo dopo: esse disprezzarono lo sciocchezzaio della scolastica, ma non osarono levarsi contro le scuole, perché vi sono delle sciocchezze che vengono rispettate, essendo legate a cose rispettabili. Gli uomini di lettere, che abbiano reso i più grandi servizi a quel piccolo numero di esseri pensanti che vive sparso sul nostro globo, sono letterati isolati: i veri sapienti, chiusi nei loro studi, che non sono andati ad argomentare sui banchi delle vecchie università, e non si sono accontentati di dire le cose a metà nelle accademie. E costoro sono stati quasi tutti perseguitati; perché la nostra miserabile specie è così fatta, che quelli che camminano sulle vie battute gettan sempre sassi a quelli che insegnano le strade nuove. Montesquieu dice che gli Sciti accecavano i loro schiavi perché essi fossero meno distratti nel fare i lavori domestici; così ha fatto l'Inquisizione, e quasi tutti son ciechi nei paesi dove essa regna. Solo da poco più di un secolo gli uomini adoperano i loro occhi; ma qualche volta troviamo uomini di governo che non vorrebbero permetterci neppure di essere monocoli. Questi poveretti sono ridotti come il dottor Balanzone della commedia italiana, che voleva esser servito solo dal balordo Arlecchino, per paura di avere un servitore troppo sveglio. ……………………. La più gran sventura di un uomo di lettere non è forse d'esser oggetto della gelosia dei suoi confratelli, vittima di intrighi, disprezzato dai potenti del mondo; ma di essere giudicato dagli sciocchi. Gli sciocchi vanno molto più in là, qualche volta: soprattutto quando il fanatismo si unisce alla balordaggine, e lo spirito di vendetta al fanatismo. E un'altra grande sventura dell'uomo di lettere è, di solito, di9 non poggiare su niente. Un borghese compera una piccola carica, ed ecco sostenuto dalla sua corporazione: se riceve un'ingiustizia, trova subito chi lo difende. Ma l'uomo di lettere non ha sostegni. E' un po' come i pesci volanti: se si innalza un poco, gli uccelli lo divorano; se si immerge sott'acqua, se lo mangiano i pesci. Ogni uomo pubblico paga il suo tributo alla malignità; ma è pagato a sua volta in soldi e onori. L'uomo di lettere paga lo stesso tributo, senza ricever niente: egli è sceso nell'arena per il suo piacere. Si è condannato da solo alle belve.



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