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Molfetta Porto, arriva il parere dell'Autorità anticorruzione: “Cmc fuori dai lavori di messa in sicurezza”. Lontana la ripresa dei lavori L'Anac (Autorità nazionale anticorruzione) guidata da Raffaele Cantone si esprime sulla vicenda del Porto di Molfetta: servirà un invito pubblico di più aziende per mettere in sicurezza i cassoni. Fuori la Cmc. Il sindaco Paola Natalicchio incontra la stampa: “vogliamo completare l'opera, ma nel pieno rispetto di tutte le regole. Il problema è assai complesso, comitati pro Porto e imprenditori ora siano responsabili e abbassino la temperatura. Serve buon senso”
18 dicembre 2015

MOLFETTA - I lavori per la messa in sicurezza del Porto non dovranno essere affidati alla Cmc ma ad un'altra società seguendo una procedura negoziata di urgenza, invitando almeno tre operatori economici a presentare offerte.

E' questo il parere dell'Anac (Autorità nazionale anticorruzione) l'ente guidato da Raffaele Cantone e chiamato in causa dall'amministrazione di centrosinistra guidata da Paola Natalicchio per meglio comprendere i successivi passaggi dell'intricata vicenda. Mentre ben dieci cassoni senza banchinamento continuano a galleggiare nelle acque del porto, l'interminabile storia della grande opera voluta dal senatore di centrodestra Antonio Azzollini, si arricchisce di un nuovo capitolo: i lavori di messa in sicurezza sempre più necessari avranno bisogno di un passaggio pubblico per trovare la ditta che dovrà realizzarli.
Il sindaco Paola Natalicchio ha commentato la presa di posizione dell'ANAC in conferenza stampa esprimendo la volontà dell'amministrazione di procedere il prima possibile nella ripresa dei lavori rispettando però pienamente le regole e attenendosi scrupolosamente al parere di Cantone: “l'Anac – ha affermato il sindaco - riconosce l'urgenza dei lavori di messa in sicurezza ma dice anche con chiarezza che l'affidamento di tali opere deve essere sottoposto a una procedura negoziata di urgenza, invitando almeno tre operatori economici a presentare offerte. Quindi non possiamo far partire subito i lavori di messa in sicurezza con la Molfetta Newport / Cmc. Seguiremo il libretto delle istruzioni che ci ha fornito l'Anac. Acquisiremo questo parere con una delibera di giunta e daremo mandato per lo svolgimento di questa procedura, operando nella legalità e legittimità”. Cautela è stata espressa sulla tempistica legata alla ripresa dei lavori:  “nessuno si illuda che i lavori riprenderanno domani.  Fare la procedura di gara per un affidamento di lavori di oltre 7 milioni di euro richiederà il rispetto dei tempi e delle procedure. Questa amministrazione vuole fare il porto, ma ripeto, in termini di legalità e legittimità. Chiedo quindi ai comitati di raffreddare la temperatura e di tenere il dibattito nelle cose che si possono fare”. Tra l'altro, secondo il sindaco, la gara sbagliata non è stata fatta da questa amministrazione di centrosinistra, ma da quella di centrodestra del sen. Antonio Azzollini. Perciò se il porto è fermo, la responsabilità va esclusivamente attribuita a chi ha gestito male questa vicenda, con  tutte le conseguenze penali e il relativo sequestro, paralizzando tutto. L'attuale amministrazione l'ha subita e sta cercando di rimediare ai pasticci del passato per consentire il completamento dell'opera, come è nella volontà del sindaco e di tutto il centrosinistra.
Mentre in città continua a soffiare il vento delle polemiche sulla grande opere, il sindaco invita tutte le forze politiche e imprenditoriali alla responsabilità e al buon senso: “spero - chiosa il sindaco - che questo ulteriore elemento offerto dall'Anac ci faccia comprendere che, senza lanciarci in pindariche soluzioni evolutive da Photoshop, abbiamo la grande occasione per riflettere sul destino della portualità molfettese. Investiremo la seconda parte del mandato dando priorità alla portualità turistica, per dare risposte agli imprenditori, agli operatori turistici, culturali, dell'accoglienza e della ristorazione, ci interrogheremo sul destino dei cantieri navali.
Non serve a nulla la rimozione psicopolitica tentata da qualcuno dell'inchiesta penale sul porto, la più grande della storia della città. Ci impegnamo a gestire con responsabilità la questione dei lavori di messa in sicurezza e con entusiasmo, senza lasciarci zavorrare dal destino dello scalo commerciale, iniziamo a ragionare sull'approdo turistico a ridosso del centro antico. Una prospettiva meno impattante sulla quale vogliamo a partire dal prossimo anno elaborando una progettualità concreta e attuabile”.
In risposta alle domande del direttore di Quindici Felice de Sanctis incentrate su un possibile reinserimento della Cmc nella nuova gara per la ripresa dei lavori, il primo cittadino ha affermato che gli uffici legali del Comune stanno studiando tutti gli scenari possibili valutandone la fattibilità e che la questione è assai delicato. Il documento stilato da Cantone, 6 pagine dense di riferimenti legislativi che segnano la storia della grande opera, ricorda le vicissitudine giudiziarie degli ultimi anni: “la costruzione del Nuovo Porto di Molfetta - si legge nel parere - è già stata oggetto di esame da parte dell’AVCP (Autorità vigilanza contratti pubblici, ndr) che, nello svolgimento delle proprie funzioni di vigilanza sugli appalti di lavori pubblici, con delibera n. 4 del 23 gennaio 2008, ha censurato come illegittima, in quanto fortemente limitativa della concorrenza, una delle clausole del bando per l’affidamento dell’appalto integrato che imponeva ai concorrenti di dimostrare, oltre al possesso di idoneo attestato di qualificazione SOA, il possesso o la disponibilità di attrezzature (draghe) aventi caratteristiche particolarissime.
Oltre a ciò, si ritiene che non possa trascurarsi che l’AVCP, nella richiamata delibera n. 4 del 23 gennaio 2008, ha ritenuto viziata anche la procedura di affidamento originaria che ha condotto alla selezione del RTI con C.M.C. capogruppo, stante la presenza di una clausola illegittima che ha ingiustificatamente ristretto la concorrenza tanto da ridurre la partecipazione a solo due concorrenti (uno dei quali escluso per carenza del requisito richiesto illegittimamente)”. In merito alla ripresa dei lavori il parere chiarisce che: “al riguardo si rileva, in primo luogo come non si possa parlare propriamente di lavori integrativi delle opere previste nella progettazione iniziale quanto piuttosto di lavori conservativi e di consolidamento della parte di opere facenti parte della progettazione iniziale. Ovvero, non si tratta di lavori necessari al completamento dell'opera attraverso la realizzazione di lavori divenute necessarie a seguito di circostanze imprevisto ma di lavori necessari alla conservazione di porzioni di opere già eseguite. E non può ritenersi neppure sussistente l'esigenza di mantenere la responsabilità costruttiva in capo ad un unico esecutore dal momento che come chiaramente rappresentato da codesta amministrazione la Procura di Trani esclude che l'originario RTI possa portare a compimento la realizzazione del porto essendo il relativo contratto nullo per illiceità, così che codesta amministrazione comunale dovrà comunque bandire una nuova gara per l'affidamento del completamento dei lavori”.

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Autore: Onofrio Bellifemine
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