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Molfetta, pioggia di avvisi di garanzia a tecnici, ingegneri e funzionari comunali per concessioni edilizie nell'Asi Le autorizzazioni alla costruzione di capannoni nella zona artigianale e industriale avrebbero ignorato il parere contrario dell'Autorità di bacino e il rischio idrogeologico derivante dallo strozzamento delle lame. Le concessioni potrebbero essere considerate inefficaci con la possibile conseguenza di sequestro degli immobili e loro demolizione. Il tentativo dell'amministrazione comunale di salvarsi in corsa con un progetto postumo anti esondazioni
13 gennaio 2010

MOLFETTA - Pioggia di avvisi di garanzia (una ventina) a Molfetta per funzionari e tecnici comunali per presunti illeciti penali derivanti dalle concessioni edilizie concesse nella zona artigianale e nell’Asi contro il parere dell’autorità di bacino. La conseguenza di queste concessioni è stata quella della strozzatura delle lame e delle inondazioni dell’area con l’arrivo delle prime abbondanti piogge.

E’ questo il risultato del blitz degli agenti del Corpo forestale dello Stato che nei giorni scorsi avevano sequestrato documenti sia negli uffici comunali, sia in alcuni studi professionali collegati indirettamente con il Comune o autori dei progetti, oggi sotto accusa. (http://www.quindici-molfetta.it/News.aspx?Id_News=17677)
Secondo il Pm della Procura della Repubblica di Trani, Antonio Savasta,  la città, la zona artigianale e quella industriale, sarebbero state ridisegnate male, senza tener conto del rischio idrogeologico del territorio (allarme più volte lanciato da “Quindici” e rimasto inascoltato). Ad aggravare l’accusa di reati ambientali e reati di pericolo, vi è il fatto che i responsabili dell’ufficio tecnico comunale, ma anche i politici (finora non indagati), avrebbero ignorato il parere vincolante dell’Autorità di Bacino, rilasciando concessioni per la costruzione di capannoni, concessioni che a questo punto potrebbero essere considerate inefficaci, con conseguenti possibili sequestri e ordinanze di demolizione da parte della magistratura.
La cementificazione selvaggia del territorio, secondo l’accusa, avrebbe impedito il naturale deflusso delle acque a mare, mettendo a rischio persone e cose, nel caso di un’alluvione.
Dopo l’intervento della magistratura il sindaco Antonio Azzollini, l’assessore alla attività produttive Michele Palmiotti e il responsabile dell’Ufficio tecnico ing. Rocco Altomare, si erano affrettati a convocare una conferenza stampa, per presentare, a posteriori, un progetto anti esondazioni, che andava fatto prima e che è stato caparbiamente ignorato, con le conseguenze che sappiamo. Tra l’altro, prima dell’intervento della magistratura, era stato avviato il progetto per la realizzazione di altri 100 insediamenti industriali, progetto che il Comune di Molfetta intenderebbe portare avanti, malgrado la situazione attuale.
Il fascicolo dell’inchiesta contiene anche fotografie e articoli di stampa che provano lo stato dei luoghi e lanciano l’allarme sui possibili rischi idrogeologici.
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Non eri senza parole, sor Falko, altrimenti ti saresti fermato lì: invece le parole le avevi eccome. Io ho qualche parola e la scrivo. Anche nei miei remoti e forti ricordi d'infanzia non esisteva il terrore della pioggia, però.......lo scempio territoriale era iniziato, la cementificazione anche, con l'indifferenza generale e generazionale; poi tutto diventò "progresso", nel tempo ci accorgiamo che non era tutto vero, l'ingordigia del profitto continuò sempre nell'indifferenza generale e generazionale, tutti gli esperti dei vari settori "in progresso", ecologisti, filosofi, sociologi, economisti onesti i quali avvertivano lo "scempio", accusati di catastrofismo e "guastafeste", furono allontanati anche dalla "cultura di massa" e volontà popolare. Poi sono venuti gli "economisti d'assalto" cioè quelli che la "volontà popolare" ha definito e ancora lo fa, "quelli che ci sanno fare", i furbacchioni, altro non sono invece che ladri, disonesti, mascalzoni, aiutati anche da donnine dai costumi facili e compiacenti, tutti additati come esempio da seguire. Allora: eccoci qua, così belli e combinati. Anche noi ci mettiamo a dire: "Ai miei tempi era tutto diverso e meglio?" A chi andiamo a raccontarle certe storie! I giovani hanno capito che sono tutte balle e, con dolore anche se con timoroso rispetto, non lo dicono ma........questo è il mondo e la società che hanno da noi ereditato. Inutile piangerci addosso. Nessuno più ricorda Giorgio La Malfa, e il perchè fu definito la Cassandra della politica italiana? - NON HO IL TERRORE DELLA PIOGGIA -






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