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Molfetta oggi al ballottaggio per eleggere il sindaco. Si confrontano Tommaso Minervini del pastrocchio di liste civiche e Pd e Isa de Bari, prestanome di Azzollini e della destra
25 giugno 2017

MOLFETTA – E’ l’ora della verità per i due candidati sindaci al ballottaggio per le amministrative di Molfetta: Tommaso Minervini per il ciambotto o fritto misto di destracentro con le civiche (civismo o cinismo?) e la parte del Pd di destra che fa capo a Piero de Nicolo e quella dei Giovani democratici e la destra destra di Antonio Azzollini e della sua prestanome Isa de Bari con forze fasciste, xenofobe e quant’altro, in più il trasformista dell’ultim’ora quel Leonardo Siragusa che prometteva fuoco e fiamme contro i partiti e lo stesso Azzollini e poi ha scelto un comodo accasamento nella coalizione di destra, con la speranza di rimediare qualche prebenda politica.

Un quadro non certo confortante per gli elettori di Molfetta, costretti a scegliere fra due destre, tra due pessime coalizioni, che spingerà molti a preferire la via del mare, grazie anche alla splendida giornata di sole e al caldo afoso che spingerà tanti a fuggire dalla città.

Su Tommaso Minervini incombe uno spettro, quello di Ninnì Camporeale (oggi mummificato nelle liste civiche dell’armata brancaleone), il politico che nel 2013 subì una cocente sconfitta da parte di Paola Natalicchio. Pur in vantaggio al primo turno con una percentuale di voti superiore a quella attuale di Minervini (46,67% contro il 45,72%) che, in pratica, gli fece sfiorare l’elezione al primo turno, fu battuto al ballottaggio dalla sua avversaria che ebbe il 54,89% dei voti. La batosta elettorale, dalla quale non si è più ripreso, fu attribuita dal candidato al suo sponsor Azzollini per non averlo sostenuto adeguatamente. In realtà, pur essendo anch’egli un prestanome del senatore, si rivelò una scelta inadeguata e il suo “tradimento” col passaggio al ciambotto Tammavini, non ha preoccupato più di tanto Azzollini, considerata la scarsa consistenza elettorale dello stesso Camporeale.

Contro Tommaso gioca anche la sua storia politica (e rivendicare negli slogan “la storia di un uomo”, non gli ha certo giovato), il suo noto trasformismo che lo ha portato da sinistra a destra e viceversa e tanti a sinistra, ma anche cittadini non schierati, non dimenticano la sua presenza sul palco con Gianfranco Fini nella campagna elettorale che lo portò a diventare sindaco del centrodestra con Azzollini (lui lombardiano, la corrente più a sinistra del Psi) e lo fece rinnegare perfino dal suo mentore Beniamino Finocchiaro.

Personaggi politici di destra non si sono vergognati di allearsi con altri personaggi di sinistra e viceversa in nome di una falsa diversità che nasconde solo interessi politici e di potere.

Alla notte insonne di Tommaso, si contrappone la notte insonne di Azzolisa (e della stessa De Bari): anche il senatore teme di non riuscire a battere il suo avversario, rimontando lo svantaggio. Ma questa volta, ad onor del vero, il parlamentare azzurro si è impegnato fino allo stremo delle forze e delle risorse economiche, ed è già tutto dire, tenuto conto della sua nota spilorceria. Questo anche perché la candidata fa parte del cerchio magico della Nutella. Ma la sua prestanome è apparsa anch’ella inadeguata, indecISA, divISA e la sua ombra sulla scena politica proiettava quella di Azzollini: ecco Azzolisa per indicare una candidata improvvISA, invIsa a molti, imprecISA nel confronto con i suoi avversari candidati sindaci, al punto da gettare la spugna. Ha pesato anche il suo malcelato egocentrismo (e in questo fa a gara col senatore) ed è apparsa narcISA, soprattutto nei confronti dei giornalisti, perché all’alta considerazione di sé, non corrispondeva un’altrettanta preparazione politica: se ci si candida a sindaco non basta quella umana e professionale di tutto rispetto.

Ma il forte sostegno di Antonio a Isa è determinato anche dal rischio della sua carriera politica che, in caso di insuccesso, sarebbe compromessa, come abbiamo scritto altre volte.

Guardando ai programmi dei due candidati, non c’è nulla di nuovo o di diverso rispetto al passato. Tommaso Minervini ha messo su un programma che è simile a quello della Natalicchio e per molti versi si tratta di portare a termine opere e iniziative già avviate. Qualcuna è stata già portata avanti dal commissario straordinario Mauro Passerotti.

Isa de Bari, da precISA prestanome di Azzollini, ha proposto il suo stesso programma di grandi opere, porto compreso (con il contorno delle vicende penali collegate?) e l’eliminazione del “porta a porta”, pur sapendo (speriamo, ndr) che la cosa non sia fattibile, prendendo in giro i cittadini, ai quali la novità non è andata a genio. Con Isa si tornerà alla libertà da regole e leggi che ha caratterizzato l’era Azzollini?

La realtà politica attuale è fatta da queste due coalizioni, nate dalla messa insieme di due debolezze, dalla frammentazione politica e dalla confusione delle diversità che non entusiasmano e hanno tanto di rabberciato. Questo lo scenario che hanno di fronte i cittadini di Molfetta, una scelta difficile soprattutto per coloro che non hanno interessi, per gli indecisi e gli astensionisti che, di fronte a queste prospettive politiche, non mostrano alcun entusiasmo. Voteranno il meno peggio, scheda bianca o nulla oppure si asterranno.

Nessuno dei due candidati sindaco ha avuto il coraggio di accettare la sfida di “Quindici” di rendere nota la squadra di governo, prima del voto e questo dimostra scarsa trasparenza e grande incertezza, specialmente nel ciambotto, dove ci sono troppi galli nel pollaio e troppe aspirazioni da soddisfare.

Alle 23 di questa sera, quando i 61 seggi elettorali chiuderanno e si aprirà lo scrutinio, sarà l’ora della verità per Tommaso Minervini che è arrivato al ballottaggio con il 45,72% delle preferenze mentre Isabella de Bari si è fermata al 29,92% dei voti, una percentuale più bassa di quella ottenuta nel 2013 dalla Natalicchio.

Gli aventi diritto al voto sono 56.193, di cui 27.256 uomini e 28.937 donne.

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