Molfetta, molto fumo e poco arrosto sorpassata da Giovinazzo
Per redditi dichiarati Molfetta è al 7° posto, prima Bari, ultima Poggiorsini. Ma è ricchezza reale? Lo studio pubblicato su “Il Sole24ore” riguarda i redditi 99-07: Nord accumula (+7), Sud sprofonda (-6,5)
Italia spaccata in due, Paese a due velocità, Nord che avanza e Sud che arranca. Sono i soliti titoli alle analisi sui dati statistici dei redditi degli italiani. Questa volta l'annuale ricerca pubblicata dal quotidiano economico Il Sole24 ore relativa ai redditi dal '99 al 2007, ci ha detto qualcosa di più e di peggio: in un periodo di forte contrazione economica, il Nord ha continuato ad accrescere i propri redditi, mentre i meridionali li hanno visti calare. Per una puntuale analisi socioeconomica, lo studio riporta i dati statistici relativi ai redditi per contribuente, per abitante e per famiglia. I dati sono impietosi: dall'Abruzzo (-2,1) in giù è uno sfavillare di segni meno, con la Calabria fanalino di coda (-14), mentre la Puglia con -5,3 occupa la 16ª posizione. Insomma nonostante il flusso di risorse statali ed europee, il divario tra Nord e Sud continua ad ampliarsi. Dalla massa dei dati abbiamo estrapolato quelli relativi al nostro territorio. In ambito regionale la provincia di Bari è in con un reddito medio dichiarato di 12.630e (3,9), anche se la più virtuosa è Lecce con 7,9. Veniamo ai 41 Comuni della nostra provincia, cui non fanno parte le città della costituenda 6ª provincia. In valori assoluti in cima troviamo Bari e i paesi che ruotano e dipendono dal capoluogo come Valenzano e Modugno. I 1.600 abitanti di Poggiorsini con 8.044 euro sono i più poveri. Molfetta con 12.589 euro si piazza al 7° posto, dietro i cugini di Giovinazzo che mediamente guadagnano 50 euro in più. Dal '99 però le zone del sudest barese presentano le migliori performance, con Alberobello (24,1), Turi (21,8), Locorotondo (21,5), Castellana Grotte (21,2) e Gioa del Colle (20,5). Le città costiere invece non reggono il passo, con Molfetta che precede le altre con un +18,2 che a malapena bilancia la zavorra dell'inflazione. Per reddito per abitante Molfetta si piazza al 9° posto (8.090e) ed è 2ª per incremento percentuale con un 33,2%. Un dato spiegabile dal continuo calo demografico. La nostra città da oltre 10 anni continua a perdere circa 500 residenti all'anno. Al 31 dicembre scorso siamo scesi sotto la soglia dei 60mila, precisamente 59.835 abitanti. Altro dato non certo esaltante è il reddito per famiglia: 19° posto con 20.467 euro, 22° posto per variazione percentuale. Evidentemente nella nostra città è ancora predominante la famiglia monoreddito. Bisogna dire che le indagini statistiche di questo tipo hanno una certa rilevanza e attendibilità quando si ragiona per aggregazione di aree, mentre quando si entra nel singolo territorio i dati discostano sensibilmente dalla realtà percepita. Per una analisi puntuale bisognerebbe conoscere altri parametri e il loro trend storico come: abitanti, tasso di occupazione, settori economici preminenti, composizione sociale dei contribuenti. Infatti, guardando i dati della nostra provincia è chiaro che i redditi sono maggiori nelle realtà in cui è forte la componente del pubblico impiego e dove sono presenti le imprese medio e grandi, che pagano fino all'ultimo centesimo e di contro i prelievi alla fonte delle tasse dei loro dipendenti, non lasciano scampo a nessun tipo di evasione. Dove invece è presente, in maniera rilevante la componente professionale, dell'agricoltura, della piccola impresa, del terziario più o meno avanzato, le ricchezze dichiarate lasciano qualche dubbio e non solo in linea all'osservazione reale. Detto questo, francamente ci aspettavamo di più per tutto ciò che è in atto nel nostro territorio: boom delle costruzioni, insediamenti nelle varie zone artigianali e Asi, le cui aree hanno ormai superato il territorio urbano. Due sono le ipotesi: o i processi di sviluppo richiedono alcuni anni per sprigionare i loro effetti, oppure siamo di fronte a dinamiche che non producono quella ricchezza in termini di occupazione e reddito che si aspettava. Insomma, per ora solo effetti speciali, illusione ottica come i fuochi d'artificio che si vedono alla festa patronale. La realtà quotidiana è nello stupore dei forestieri che esclamano “Come? Non ci sono alberghi! Non avete una squadra di calcio!? Non c'è una televisione?”. Tutte espressioni che, dove esistono, esprimono un underground culturale ed economico dinamico e virtuoso.
Autore: Francesco Del Rosso