Molfetta, le stranezze della politica
MOLFETTA - Che la politica sia un’attività umana alquanto strana era un fatto noto, ma che le sue stranezze fossero concentrate seppur in grandezza minore e con le dovute proporzioni nello spazio di un week end anche a Molfetta non stava scritto né detto da nessuna parte.
Siamo stati infatti per lungo tempo abituati al “monoteismo azzolliniano” che a seconda degli schieramenti tanto bene o tanto male ha portato alle sorti della nostra amata città. Oggi siamo di fronte ad un cambiamento di rotta, sarà l’entusiasmo iniziale che caratterizza la nuova compagine amministrativa, sarà l’educazione politica destinata al trattamento degli eventi politico-amministrativi locali, sarà che effettivamente ci si è resi conto che gli elettori si esprimono col voto ma dopo sono soggetti pensanti e non devono essere considerati elementi passivi da tenere a bada con qualche mancia o regalìa, soprattutto nella società dei social network fortemente predisposti mai come oggi a fare opinione.
Ma veniamo ai fatti. La diatriba più grossa sorta prima e dopo le elezioni amministrative di maggio-giugno scorsi ha riguardato il documento fondamentale per la gestione della cosa pubblica, ossia il bilancio comunale. Dei circa nove milioni di euro (8,8 per la cronaca) di passività accumulati dalla precedente amministrazione nel bilancio 2012, sei circa erano imputabili alla costruzione del porto per cui come ha riconosciuto lo stesso TAR Lazio ad investimenti necessari allo sviluppo economico cittadino quindi finanziabili, mentre i rimanenti 2,800 milioni euro di sforamento di bilancio rientravano nella legge del patto di stabilità, che per il Comune di Molfetta era di tre milioni, per cui rimborsabili dal Ministero dell’Economia. Questa la cronaca che risulta al redattore.
Ora dov’è il punto? Bisogna capire perché Paola Natalicchio Sindaco di Molfetta continua a ripetere che le casse comunali stante una prima presa d’atto sono vuote. Allora c’è da chiedersi dov’è il vulnus? Nella gestione allegra dell’amministrazione Azzollini che ha contato su ciò che non poteva? Nei tradizionali ritardi di conferimento alle pubbliche amministrazioni da parte dell’amministrazione centrale dello Stato? Nel gioco delle parti che ci porta ad una campagna elettorale e quindi ad una contesa senza fine?
Secondo me possono avere ragione tutti coloro che al di là delle parti invocano chiarezza e chiedono un incontro pubblico con Sindaco e Senatore nonché ex Sindaco, durante il quale la cittadinanza attraverso le sue forme più chiare (la stampa) chiede conto a chi l’ha amministrata tanti anni, e noi lo stiamo facendo da queste righe, e a chi sta espletando quest’incarico nelle forme e nelle funzioni dovute (Sindaci, assessori).
Ma il week end locale porta altro vento in poppa: ci riferiamo all’improvvisa quantità di denaro che Roma ha deciso di inviare a Molfetta per progetti cantierizzabili dal passato anno 2011. Ebbene sì, ci sono 15 milioni di euro da spendere, che sia la passata amministrazione Azzollini, sia il Commissario Prefettizio abilitato alla ordinaria amministrazione non hanno gestito. Ora mi sembra esercizio di lana caprina la polemica instaurata anche su chi avrebbe dovuto utilizzare questi soldi e non lo ha fatto, c’è un solo progetto presentato dal sempr’eterno ing. Enzo Balducci, noi speriamo che ci sia grazie anche alla proroga concessa dal Ministero di sei mesi, la possibilità di presentare altri progetti che vedano lo sviluppo di idee concrete, di progetti aventi una chiara esecutività e fattibilità, atta alla lievitazione costante ed inesorabile delle attività economiche cittadine.
Le proposte sono tante e varie, spesso abbiamo adempiuto al compito da queste colonne. Mi piace sottolineare la vocazione al contempo agricola e marinara della città, per cui bisognerebbe valorizzare le risorse disponibili in questo senso, magari cominciando ad assegnare compiti più maturi ad aziende come la Multiservizi Spa, nella pulizia delle coste, nella creazione e tenuta dei parchi, probabilmente in sintonia con l’assessorato regionale al ramo, nell’investimento in aziende giovani che valorizzino il territorio dal punto di vista turistico, nell’edilizia di recupero come può essere l’area ex mercatale del comparto 16, nello sprono alla creazione di aziende appartenenti al settore dei servizi, per una città tradizionalmente legata alla contemporaneità.
No, non ci giriamo intorno! Il botto lo abbiamo avuto sabato con la notizia della richiesta di rinvio a giudizio per l’ex sindaco sen. Antonio Azzollini, della serie non ci facciamo mancare niente purtroppo. Per giudicare bisogna conoscere le carte, è vero, un avviso pur essendo esecrabile non è una condanna, è vero, ma il buon senatore ci permetterà quantomeno una tirata d’orecchie per aver concesso, sì è vero, in modo costante e duraturo, la creazione di lobbies che hanno imperato sul “Comune” magari creando danno ad egli stesso, e questo accadimento ne è la dimostrazione, dai quali l’ordinary people ha preso le distanze, punendolo nell’urna sia delle politiche che non gli ha portato buon consiglio, che dopo alle amministrative.
Come dire, chi è causa del suo mal pianga se stesso.
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