Molfetta, l'amministrazione manda a casa 11 lavoratori comunali
Risolto il rapporto di lavoro dei collaboratori coordinati e continuativi
MOLFETTA - Il sindaco, nel bilancio dei primi cento giorni di governo fatto domenica scorsa, l'ha definito “un problema umano di straordinaria rilevanza che stiamo cercando di risolvere nel migliore dei modi” ma poi il discorso è scivolato sui problemi di bilancio e non sarà stato chiaro a molti dei presenti che l'unica cosa per il momento risolta è stato il rapporto di lavoro di 11 collaboratori coordinati e continuativi che venerdì 27 ottobre hanno ricevuto la lettera di licenziamento (nella foto, la sede del Comune).
Si tratta di 4 geometri, 1 perito tecnico e 6 lavoratori laureati, impiegati all'assessorato alla socialità, che ormai facevano parte da 10 anni dell'organico comunale, e che fino all'ultimo giorno sono rimasti aggrappati alla speranza di un rinnovo contrattuale anche temporaneo che poi non è arrivato.
Oggi si ritrovano senza un lavoro e la macchina amministrativa priva di collaboratori che garantivano l'efficienza del pubblico servizio. Alle proteste dei lavoratori che sono ricorsi all'aiuto del sindacato, e che comunque, a detta di uno di loro, si sarebbero mostrati poco uniti di fronte alla forza contrattuale dell'amministrazione, si è aggiunta quella più silenziosa dei Capo ufficio, che hanno posto il problema del funzionamento degli uffici privi dei collaboratori le cui mansioni sarebbero difficilmente rimpiazzabili con l'attuale organico.
Di regolare assunzione, però, non se ne parla, né se ne può parlare a causa del precario stato del bilancio comunale chiuso dal commissario prefettizio con alcune voci che hanno sfondato il tetto di spesa sul personale e che mandano la nostra città fuori dal patto di stabilità previsto dal decreto Bersani, per evitare che il deficit dei Comuni incrementi il debito dei conti pubblici del nostro Paese.
Anche l'amministrazione precedente, sempre di centrodestra, ma guidata da Tommaso Minervini, pare abbia le sue responsabilità in questa annosa questione. Negli anni di governo della città è mancato, infatti, un piano di inserimento dei co.co.co. e degli Lsu, così come previsto in altri Comuni. Si è piuttosto pensato ad andare avanti con delle proroghe, non considerando che la situazione potesse poi manifestarsi in tutta la sua emergenza.
I lavoratori interessati da settembre hanno sollecitato un incontro con le autorità ma soltanto martedì, a contratto ormai scaduto, sono stati ricevuti dal sindaco e dall'assessore al personale, Doriana Carabellese. Azzollini non si è voluto sbilanciare ha anzi affermato che non si obbligava a creare speranze di riassunzione ma che stava lavorando per trovare una misura da adottare. Pur apprezzando la franchezza del sindaco, non si può ignorare ciò che i lavoratori hanno fatto presente, ovvero le difficoltà di arrivare alla fine del mese con famiglie e figli a carico e senza un lavoro.
Seguiremo con attenzione gli sviluppi di questa vicenda di cui daremo un resoconto più completo nel numero di Quindici in uscita a novembre.
Autore: Michele de Sanctis jr