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Molfetta, il sindaco Azzollini fischiato al concerto di Piovani aggredisce verbalmente Giacomo Pisani, redattore di "Quindici"
09 giugno 2012

MOLFETTA - È il delirio politico di un uomo politico, ridotto alle strette e in decadenza, che sembra non controllare più i suoi nervi. È la discesa agli inferi del dominus. Il sindaco di Molfetta, senatore del Pdl, Antonio Azzollini, fischiato e contestato alla fine del concerto di Piovani ieri sera, in piazza Municipio, avrebbe inveito e aggredito verbalmente e in dialetto Giacomo Pisani, redattore di Quindici e direttore della rivista Terre Libere, una delle giovani menti locali più brillanti e aperte al dialogo, che con alcuni amici si era fermato in piazza a conversare.
Un Azzollini su di giri che avrebbe additato Giacomo Pisani e alcuni suoi amici che avevano assistito al concerto come i colpevoli della contestazione. Pare che i suoi seguaci lo abbiano dovuto trascinare via con la forza prima che la situazione degenerasse: avrebbe voluto i colpevoli per risolvere la situazione. Ma in che modo?

Un episodio increscioso politicamente e umanamente scorretto, che impoverisce Molfetta e incattivisce un clima già teso. Questo episodio va registrato nel degrado politico, umano, sociale, ambientale, urbano di Molfetta.
Un episodio di intolleranza che definire vergognoso sarebbe eufemistico, soprattutto perché è stato messo in atto da chi rappresenta la città e siede nei banchi del Senato rappresentando la Repubblica e non può comportarsi come un cafone qualsiasi. Azzollini non ha nemmeno posto le doverose scuse nei confronti degli aggrediti, quando in un secondo momento questi con grande civiltà hanno cercato un chiarimento.
Nell’esprimere solidarietà al redattore di “QuindiciGiacomo Pisani e a deplorare il comportamento vergognoso del sindaco, non nuovo a queste esternazioni (basti citare l’ormai famoso attacco contro i consiglieri di opposizione in consiglio comunale, che ha fatto il giro d’Italia su You Tube), ci auguriamo che Azzollini, anche quando non condivide una contestazione, scelga modi più civili. Non ci si può dichiarare garantisti a parole, ma poi in pratica pretendere di conoscere il nome di qualche contestatore per denunciarlo, come fece Berlusconi qualche anno fa nei confronti di un altro contestatore.
I redattori e collaboratori di “Quindici” rifuggono da comportamenti incivili. Dobbiamo comunque registrare il dissenso crescente della città verso un sindaco ormai tollerato che, forse, invece di adirarsi ogni volta, farebbe bene, prendendo esempio ancora una volta dal suo leader Berlusconi, a fare un passo indietro, soprattutto quando capisce che non ha più il consenso dei cittadini di Molfetta, nemmeno di coloro che lo hanno sostenuto in passato, come appare ormai sempre più evidente dalla sua maggioranza che sta ormai sfaldandosi, cercando altri lidi. Anche uscire di scena richiede eleganza, civiltà e compostezza. La qualità degli uomini si vede soprattutto nell’epilogo.
Ci auguriamo inoltre che le manifestazioni di intolleranza verso “Quindici” e anche verso i cittadini che dissentono, non abbiano a ripetersi e il sindaco Azzollini riesca a mantenere il controllo che si addice alla sua carica.
Per quanto ci riguarda, non ci faremo intimorire, siamo e restiamo liberi e continueremo a raccontare i fatti ai cittadini, anche e soprattutto quelli che gli altri non dicono, anche se questo può dar fastidio a qualcuno, abituato a yes men e servilismi anche dei media.
Q
 
Riportiamo il commento sull’episodio, inviatoci dal redattore di “Quindici” Giacomo Pisani.
 
«Al termine del suggestivo concerto diretto dal maestro Nicola Piovani, ieri sera, ero insieme ai miei amici, a Piazza Municipio. Discutevamo come al solito, perché la piazza è bella per questo, perché ti fa incontrare gente e ti concede tempo per parlare, soprattutto quando gli stimoli vengono dalla musica, quella vera.
Ad un certo punto, le urla, un sindaco Azzollini delirante di fronte a noi lancia anatemi di ogni genere, è follia. Dopo qualche attimo di confusione generale, tutto comincia a farsi chiaro, più o meno. Al termine del concerto, il sindaco era stato invitato sul palco, ma l’accoglienza del pubblico non era stata delle migliori. Fischi e contestazioni hanno offuscato malamente l’immagine del sindaco proprio nel suo presentarsi accanto ad una delle figure più imponenti all’interno della proposta culturale di quest’estate. Una proposta che tenta il rilancio disperato del legame con la sua città, e che ad un tratto sprofonda nell’immagine tragico-comica dell’istituzione derisa - con toni anche molto pesanti - nel bel mezzo di uno degli eventi più apprezzati dalla cittadinanza.
Il sindaco era lì di fronte a noi, che imprecava rivolgendo lo sguardo a me e ai miei amici, esigendo che venissero fuori i “colpevoli”, perché si risolvesse una volta per tutte la questione. Ovviamente i termini del discorso sono irripetibili. Sembrava l’epilogo tragico di un leader ormai in panne, lasciato solo e deriso, che cerca di trovare disperatamente un colpevole su cui scaricare immediatamente il fardello troppo pesante delle proprie frustrazioni. E i destinatari di questa esplosione fin troppo maligna di questo evidente disagio interiore siamo stati io e i miei amici, chissà perché.
In ogni caso, ho poi voluto affrontare di persona il sindaco Azzollini, insieme ad un altro sventurato che era capitato nel gruppo bersagliato, ribadendo che non è mia abitudine esprimere il dissenso in quella maniera, e denunciando il giudizio sommario espresso con un accanimento che ha sfiorato l’assurdo, placato solo da qualcuno attorno, che ha preferito trascinare le urla folli del sindaco verso altri luoghi. Lontano da me e dai miei amici, finalmente.
Ma il sindaco ha continuato ad affermare di essere garantista (sic!) e a chiedere di portare da lui il colpevole, colui che lo aveva insultato nel modo peggiore (il più ardito della piazza, insomma), convinto che fosse mio amico e oramai irremovibile. Ovviamente un gruppetto ha continuato ad assisterlo per tutto il tempo.
Le urla del sindaco, ieri sera, hanno rischiato di coprire persino le note sublimi del maestro Piovani. Non ci sono riuscite, ovviamente. Abbiamo già annunciato la fine ormai imminente dell’azzollinismo (http://www.quindici-molfetta.it/e--finita-l-era-azzollini_26132.aspx). E sono convinto che l’oggetto di quell’ira delirante non fossi io, né gli amici che erano lì con me. Il destinatario di quelle grida era lo spettro, un rapporto ormai lacerato, che teneva stretto il sindaco alla sua città, e la cui rottura esplode in un fragore, che eccede persino l’armonia di Piovani, e che risuona nelle orecchie del sindaco come un’eco. Come il monito di una città raccolta di fronte a lui, ma che è ormai altrove.
Giacomo Pisani».
 
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Quindici non è un partito, è semplicemente un giornale che pubblica notizie e fa inchieste giornalistiche. Non prende mazzette dalla politica, si autofinanzia con le vendite, la pubblicità e le contribuzioni volontarie e, per ciò stesso, che viene considerato straordinario, ma non perché faccia chissà che cosa di anormale, pubblica semplicemente notizie che, in una città normale, è ritenuta cosa normale, in una città come questa, che soggiace oramai da parecchi anni, allo strapotere del padrone unico della politica, dell'economia e anche dell'editoria (quasi...), è considerata cosa eccezionale. Quindici, quindi, è semplicemente un giornale ed ha la fortuna, tra l'altro di avere una vasta e ricca redazione, fatta di giovani molto preparati, in gamba, a cui lascia "libertà di penna". Ovviamente, questo non precluderà che in futuro, singoli suoi redattori, o collaboratori, possano fare delle scelte di carattere politico, di impegno politico diretto nella amministrazione di questa città e, tra l'altro, pure questa è cosa normalissima, molti giornalisti, ad un certo punto, hanno deciso di impegnarsi in politica. Il terrore spasmodico di alcuni che QUINDICI, possa fare una lista - una semplificazione che certamente noi non accettiamo, come se "fare una lista" risolvesse tutti i gravissimi problemi di questa città - non è dovuto al fatto che QUINDICI, come già detto è eccezionale, è semplicemente dovuto al fatto, che la città, è scesa molto in basso, nel decennio azzoliniano, e ha bisogno veramente del contributo di tutti per risollevarsi, forse anche di alcune singole esperienze che 15 si pregia di avere in squadra. GRAZIE

Un "filosofo" alla guida della città? Si potrebbe provare. Perchè no, perchè si! Filosofo vale “amatore della saggezza”, cioè della verità”. Tutti i filosofi hanno avuto questo doppio carattere. Non c'è filosofo dell'antichità che non sia stato esempio di virtù agli uomini e non abbia insegnato loro delle verità morali. Tutti hanno potuto ingannarsi nelle cose della scienza; ma la scienza fisica è poco necessaria al ben vivere, e i filosofi non avevano bisogno di lei. Ci vollero dei secoli per arrivare a conoscere una parte delle leggi della natura. Un giorno basta al saggio per conoscere i doveri dell'uomo. Il filosofo non è un entusiasta, e non si erige a profeta, non si dice ispirato dagli dèi. Così io non metterò nella schiera dei filosofi né l'antico Zoroastro, né Ermete, né l'antico Orfeo, né alcuno di quei legislatori della Siria, dell'Egitto e della Grecia. Quelli che si dissero figli degli dèi erano padri dell'impostura, e se si servirono della menzogna per insegnare alcune verità, erano indegni di insegnarle: non erano veri filosofi, erano tutt'al più dei savi mentitori……….Dobbiamo andare fino all'estremità dell'Oriente per trovare un saggio semplice; questo saggio è Confucio il quale, pur non essendo un legislatore, non accondiscese mai a ingannare gli uomini. Quale più bella regola di condotta è stata mai data dopo di lui in tutta la terra? “Governate uno Stato come governereste una famiglia: non si può governare bene la propria famiglia se non dando noi stessi il buon esempio”. – “La virtù dev'essere comune al bracciante e al monarca”. – Affatìcati nel prevenire i delitti, per diminuire la fatica di castigarli”. – “Fa' per gli altri quello che fai per te stesso”. – “Ama gli uomini in genere; ma prediligi i buoni. Dimentica le ingiurie, non dimenticare mai i benefici”. - “Ho visto uomini incapaci di coltivare la scienza, non ne ho mai visti di incapaci di seguire la virtù”. Bisogna ammettere che non c'è legislatore che abbia annunciate verità più utili al genere umano. Ci sono tra noi dei devoti: dove sono i saggi? Dove sono le anime incrollabili, giuste e tolleranti?











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