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Molfetta, il porto continua a mungere le casse dello Stato: interrogazione del deputato Scagliusi (M5S) Il deputato pugliese interroga il Ministro dello Sviluppo Economico sugli ulteriori 10 milioni di euro previsti con la Legge di Stabilità, dopo i 159 sinora stanziati
26 febbraio 2015

MOLFETTA - Il Porto di Molfetta, in questi ultimi tempi si è trovato spesso al centro dell’attenzione mediatica sia a livello locale sia nazionale. Soprattutto da quando, il 7 ottobre 2013, è nata l’inchiesta della Procura di Trani che ha portato a 62 indagati e a due arresti: quello del responsabile unico dell’appalto per il Comune, Vincenzo Balducci, e il procuratore speciale della Cmc, l’azienda appaltatrice, Giorgio Calderoni. Le indagini hanno anche portato all’accusa di truffa ai danni dello Stato, falso ideologico, falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e violazione delle normative ambientali, tra le altre accuse, per Antonio Azzollini, attuale presidente della Commissione bilancio del Senato ed ex sindaco di Molfetta.

La gara per la costruzione del nuovo Porto di Molfetta è indetta nel 2006 e viene aggiudicata l’anno successivo all’associazione temporanea di imprese guidata dalla Cmc di Ravenna, per un importo di 57 milioni di euro. Nel 2008, la giunta di Molfetta, approva un progetto esecutivo da 72 milioni di euro. Mentre i lavori sono realizzati al 60% ed il cantiere è sostanzialmente fermo per la presenza in mare di migliaia di ordigni bellici che impedivano il dragaggio del fondale ma anche sotto sequestro dal giorno degli arresti, le casse dello Stato hanno inspiegabilmente continuato a sborsare soldi per il cantiere del porto tanto che anche nella legge di stabilità 2015, il Comune di Molfetta ha visto arrivare uno stanziamento di dieci milioni di euro non richiesto. Ma questo non è passato inosservato al deputato pugliese del M5S, Emanuele Scagliusi.

“Ho presentato un’interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico perché qualcuno dovrà spiegare ai cittadini il motivo per il quale siano stati stanziati questi ulteriori 10 milioni di euro per l’ultimazione del porto di Molfetta nonostante l’opera sia già stata interamente finanziata con somme già di gran lunga superiori a quanto richiesto – dichiara il deputato Emanuele Scagliusi (M5S) – In realtà le vicende di questo porto sono già state sotto l’attenzione di noi deputati pugliesi del M5S. Infatti, anche il collega Giuseppe D’Ambrosio nell’ottobre scorso ha presentato un atto ispettivo in merito al Porto di Molfetta, questa volta relativo alla presenza degli ordigni bellici sui suoi fondali marini”.

Una delibera del 25 novembre scorso emessa dalla nuova giunta comunale di Molfetta elenca tutti i finanziamenti statali ricevuti dal Comune di Molfetta per realizzare il porto. La somma ammonta a 159 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i 10 milioni dell’ultimo regalo.

“Una manovra di 169 milioni, dunque, a fronte di un’opera appaltata a una cifra tre volte più piccola. Secondo i Pm di Trani, l’Amministrazione Azzollini ha abusato di quei soldi per far risultare nel bilancio del Comune un “fittizio equilibrio economico. Mi auguro – conclude il deputato pugliese Emanuele Scagliusi (M5S) - che alla luce di tutto questo, il minimo che il Ministro possa fare è di congelare l’importo di ulteriori 10 milioni di euro stanziato per il porto di Molfetta con la legge di stabilità 2015, fino a che non venga fatta intera chiarezza sulla vicenda dagli organi competenti”.

QUESTO IL TESTO INTEGRALE DELL'INTERROGAZIONE

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08048

presentato da

SCAGLIUSI Emanuele

testo di

Giovedì 19 febbraio 2015, seduta n. 378

SCAGLIUSICASODE LORENZISLIUZZISIBILIA e PETRAROLI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: 
nel 2006, viene indetta una gara per la costruzione del nuovo porto di Molfetta al massimo ribasso, con un importo base di 69 milioni di euro; 
la gara viene aggiudicata l'anno successivo all'associazione temporanea di imprese guidata dalla Cmc di Ravenna, per un importo di 57 milioni di euro; 
nel 2008, appena due anni dopo la gara, la giunta di Molfetta, cittadina in provincia di Bari, guidata dall'allora sindaco di Molfetta e senatore Antonio Azzollini, approva un progetto esecutivo da 72 milioni di euro, che quindi non tiene conto del ribasso ottenuto in gara; 
c’è una relazione dell'Autorità di vigilanza sugli appalti pubblici, datata 15 gennaio 2009 ed elenca una serie di gravi irregolarità nei lavori per il nuovo porto di Molfetta; 
è proprio la relazione dell'Autorità di vigilanza a sottolineare, già nel 2009, «la non completa definizione del progetto definitivo dei lavori, che non consente la completa definizione dei costi e dei tempi per la realizzazione dell'intervento»; 
da quel documento, trasmesso alla procura Trani, è nata l'inchiesta con 62 indagati che il 7 ottobre 2013 ha portato all'arresto di due persone: il responsabile unico dell'appalto per il comune, Vincenzo Balducci, e il procuratore speciale della Cmc, l'azienda appaltatrice, Giorgio Calderoni; 
l'inchiesta ha portato anche all'accusa, per Azzollini in qualità di sindaco di Molfetta, di truffa ai danni dello Stato, falso ideologico, falso in atto pubblico, abuso d'ufficio, violazione delle normative ambientali, violazione della normativa sul lavoro, violenza e minaccia a pubblico ufficiale; 
tra le contestazioni più gravi ad Azzollini e la sua amministrazione, quella di aver convenuto con il consorzio di imprese appaltatrici, guidato dalla coop rossa Cmc di Ravenna, una transazione da 7,8 milioni di euro a titolo di compensazione per lo stop dei lavori dovuto alla presenza degli ordigni; 
il 12 marzo 2013, il suicidio del dirigente del settore appalti del comune di Molfetta, Enzo Tangari, nei giorni in cui la polizia giudiziaria acquisiva in Municipio i documenti necessari a chiudere l'inchiesta; 
ad oggi, «i lavori sono realizzati al 60 per cento», afferma il sindaco Natalicchio. Il cantiere è fermo, sotto sequestro dal 7 ottobre 2013, il giorno degli arresti; 
nel frattempo le casse dello Stato hanno continuato a foraggiare il cantiere del porto di Molfetta con un fiume di soldi. Infatti, nel testo della legge di stabilità 2015 presentato dal Governo e approvato a fine dicembre 2014 per apportare tagli ai Ministeri e agli enti locali, il comune di Molfetta ha visto arrivare uno stanziamento di dieci milioni di euro non richiesto. Peccato che il porto sia già interamente finanziato, che il cantiere sia sotto sequestro dal 7 ottobre dell'anno 2014 e che i lavori, a quella data, fossero già sostanzialmente fermi per la presenza in mare di migliaia di ordigni bellici che impedivano il dragaggio del fondale; 
una delibera della nuova giunta, datata 25 novembre 2014, elenca tutti i finanziamenti statali ricevuti dal comune di Molfetta per realizzare il porto. La somma ammonta a 159 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i dieci milioni dell'ultima manovra: 169 milioni, dunque, a fronte di un'opera appaltata sette anni fa a una cifra tre volte più piccola, nonostante, in comune confermano che a fronte dei 169 milioni di euro stanziati dallo Stato non è mai esistito qualcosa di simile a un business plan o, almeno, un'analisi costi-benefici; 
gli altri copiosi fondi ottenuti dallo Stato, ricostruiscono i pubblici ministeri vengono dirottati dall'amministrazione Azzollini verso esborsi che con il porto non hanno nulla a che fare. Tra queste, 624 mila euro in incentivi ai dipendenti comunali e tante altre spese correnti, compresi, spiegano i pubblici ministeri, «111.526 euro in “cancelleria e stampa” e 34.378 euro in “conti di ristoranti”». Secondo i pubblici ministeri di Trani, l'amministrazione Azzollini ha comunque abusato di quei soldi per far risultare nel bilancio del comune un «fittizio equilibrio economico», nonché per attestare «falsamente» il rispetto del patto di stabilità –: 
perché il Governo abbia assunto l'iniziativa di stanziare ulteriori 10 milioni di euro nell'ambito della legge di stabilità 2015 per l'ultimazione del porto di Molfetta nonostante il porto sia già stato interamente finanziato con somme già di gran lunga superiori a quanto richiesto considerato che, secondo i pubblici ministeri di Trani, l'amministrazione Azzollini ha abusato di quei soldi per far risultare nel bilancio del comune un «fittizio equilibrio economico»; 
se, alla luce di quanto premesso, il Ministro non ritenga doveroso assumere iniziative per congelare l'importo di ulteriori 10 milioni di euro stanziato per il porto, fino a che non venga fatta intera chiarezza sulla vicenda dagli organi competenti. (4-08048)

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Demolire l'opera, al punto in cui è, sarebbe altrettanto folle che lasciarla così come è! Questo sedicente 'comitato' (trovo che ultimamente, i ...comitati, più o meno spontanei, nascono come funghi! Chi sono, che cosa rappresentano, come si 'coagulano' intorno ad un'idea?) assomiglia molto a quell'altro che, con un patetico sit-in (erano quindici persone, a voler esagerare), chiedeva, aizzato dal Sindaco dell'epoca, lo "spostamento" della già semi costruita Foresteria, di dieci metri più a terra, per consentire la ..."visuale del santuario della M. dei Martiri"!!!! (Qui, si vuol ..."rivedere il Gargano!" - Ma la vogliamo più bella? Cerchiamo di essere seri e non proponiamo cose che sono semplicemente assurde. Il Porto (nuovo) è già quasi costruito. Sarà utile? Porterà i benefici promessi alla Comunità (anche in relazione all'investimento enorme di pubblico denaro, fatto)? Diventerà una grande Opera ovvero sarà ridimensionata, per reali, oggettive necessità? Tutte domande che non possono avere risposta, al momento. La realtà è che il Porto c'è; i soldi sono stati spesi, anzi, sembra che ce ne siano (ancora) in sovrabbondanza. Allora, teniamoci l'Opera, usiamola al meglio. Dobbiamo solo imparare che le manie di grandezza di alcuni politici, portano a queste situazioni surreali. Impariamo allora a riflettere prima di accettare TUTTO quel che ci viene proposto in Campagna elettorale: REALISTICAMENTE! L'Amministrazione, la Cittadinanza tutta devono farsi parte diligente, per la più rapida conclusione della vicenda giudiziaria. Punire gli eventuali colpevoli di abusi o altri delitti e permettere la ripresa dei lavori, al più presto. Lo richiede la DECENZA civile!



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