MOLFETTA - Lo slittamento in avanti della prospettiva elettorale a Molfetta, generata dalla pronuncia della giunta per le elezioni del Senato, che ricordiamo ha graziato il sindaco-senatore Antonio Azzollini (grazie alla Lega, che ha onorato le cambiali sulle quote latte) e confermato l'anomalia del sistema italiano delle incompatibilità e cumulo delle cariche, sembra non aver spento le polveri di quella che si preannuncia una campagna elettorale davvero lunga e intensa.
Il centrodestra, e il Pdl in particolare, dovrà dimostrare di saper vincere anche se in prima fila non ci sarà Azzollini e soprattutto di essere in grado di produrre un’altrettanto autorevole e magari autonoma classe dirigente. Il centrosinistra dovrà dimostrare al contrario di avere un progetto alternativo di città credibile e condivisibile, sopratutto e, prima di tutto, dagli stessi partiti che affollano lo schieramento se vorranno presentarsi uniti alle elezioni.
La miccia l'ha accesa il Partito Democratico, che sembra essersi svegliato dal torpore e dall'estenuante tentativo di avviare la lunga volata elettorale a fianco di Sel e Rifondazione. Sulle plance della città è apparsa negli ultimi dieci giorni una campagna con un messaggio provocatorio e forte: "Vattin" con un sottotitolo che non lascia spazio a equivoci: "abbiamo scelto una lingua che anche il sindaco può capire" (nella foto).
Scelta insolita e quanto mai diretta quella del Pd, che forse avrà deciso di rimandare al mittente le parole che il sindaco Azzollini pronunciò nel corso del violento attacco in consiglio comunale all'indirizzo di Abbattista & Co. Una scelta che ha diviso, stando ai rumors, lo stesso elettorato democratico ma che ha subito suscitato una reazione.
Il messaggio è stato così irruento che ha costretto il senatore a correre ai ripari. Qualche giorno dopo è infatti comparso a fianco del manifesto del Pd quello del PdL, che ha scelto di affidarsi alla retorica consumata della cicala e della formica, autocelebrandosi naturalmente quali formiche operose della situazione (foto nella gallery).
Qualche considerazione sulla comunicazione politica dei due principali schieramenti, in attesa di leggere i vostri commenti.
Il Partito democratico questa volta ha scelto un taglio efficace, il ribaltamento dei canoni tradizionali e del “dolce stil novo” ha veicolato un messaggio che finalmente è stato percepito dai cittadini che non riescono ad arrivare in fondo ai comunicati stampa...
Per la prima volta l'opposizione si è fatta inseguire sul campo della comunicazione, costringendo Azzollini a mettere mano al portafoglio (anche se risparmiando qualcosa grazie alla tipografia di famiglia) e sostenere una affissione pubblica non pagata dai cittadini, al contrario del vergognoso messaggio propagandistico scambiato per augurio di fine anno e del manifesto sulla riqualificazione della Madonna dei Martiri con tanto di logo del Comune e fattura agli uffici della ragioneria.
La campagna del PdL è banale, la formica fa anche pensare anche al fitto corso di tunnel nel sottosuolo con i quali costruisce la “sua città” e nei quali è arrivata a metterci il naso come un formichiere la magistratura.
Anche la comunicazione politica inciderà sulle sorti della futura campagna elettorale. Gli obiettivi sono chiari sin d'ora. Il centro sinistra proverà a rappresentare i bisogni della città reale e il centrodestra a vendere al meglio le trasformazioni generate in questi anni di amministrazione. Siamo solo al primo round. Speriamo che il livello resti alto (sul prossimo numero di “Quindici”, in edicola a metà febbraio, altre notizie e commenti su questa campagna politica).
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