Recupero Password
Molfetta, il confronto si accende sulla comunicazione politica: il Pd attacca ("VATTIN!) e spinge il sindaco Azzollini alla difesa
01 febbraio 2012

MOLFETTA - Lo slittamento in avanti della prospettiva elettorale a Molfetta, generata dalla pronuncia della giunta per le elezioni del Senato, che ricordiamo ha graziato il sindaco-senatore Antonio Azzollini (grazie alla Lega, che ha onorato le cambiali sulle quote latte) e confermato l'anomalia del sistema italiano delle incompatibilità e cumulo delle cariche, sembra non aver spento le polveri di quella che si preannuncia una campagna elettorale davvero lunga e intensa.

Il centrodestra, e il Pdl in particolare, dovrà dimostrare di saper vincere anche se in prima fila non ci sarà Azzollini e soprattutto di essere in grado di produrre un’altrettanto autorevole e magari autonoma classe dirigente. Il centrosinistra dovrà dimostrare al contrario di avere un progetto alternativo di città credibile e condivisibile, sopratutto e, prima di tutto, dagli stessi partiti che affollano lo schieramento se vorranno presentarsi uniti alle elezioni.
La miccia l'ha accesa il Partito Democratico, che sembra essersi svegliato dal torpore e dall'estenuante tentativo di avviare la lunga volata elettorale a fianco di Sel e Rifondazione. Sulle plance della città è apparsa negli ultimi dieci giorni una campagna con un messaggio provocatorio e forte: "Vattin" con un sottotitolo che non lascia spazio a equivoci: "abbiamo scelto una lingua che anche il sindaco può capire" (nella foto).
Scelta insolita e quanto mai diretta quella del Pd, che forse avrà deciso di rimandare al mittente le parole che il sindaco Azzollini pronunciò nel corso del violento attacco in consiglio comunale all'indirizzo di Abbattista & Co. Una scelta che ha diviso, stando ai rumors, lo stesso elettorato democratico ma che ha subito suscitato una reazione.
Il messaggio è stato così irruento che ha costretto il senatore a correre ai ripari. Qualche giorno dopo è infatti comparso a fianco del manifesto del Pd quello del PdL, che ha scelto di affidarsi alla retorica consumata della cicala e della formica, autocelebrandosi naturalmente quali formiche operose della situazione (foto nella gallery).
Qualche considerazione sulla comunicazione politica dei due principali schieramenti, in attesa di leggere i vostri commenti.
Il Partito democratico questa volta ha scelto un taglio efficace, il ribaltamento dei canoni tradizionali e del “dolce stil novo” ha veicolato un messaggio che finalmente è stato percepito dai cittadini che non riescono ad arrivare in fondo ai comunicati stampa...
Per la prima volta l'opposizione si è fatta inseguire sul campo della comunicazione, costringendo Azzollini a mettere mano al portafoglio (anche se risparmiando qualcosa grazie alla tipografia di famiglia) e sostenere una affissione pubblica non pagata dai cittadini, al contrario del vergognoso messaggio propagandistico scambiato per augurio di fine anno e del manifesto sulla riqualificazione della Madonna dei Martiri con tanto di logo del Comune e fattura agli uffici della ragioneria.
La campagna del PdL è banale, la formica fa anche pensare anche al fitto corso di tunnel nel sottosuolo con i quali costruisce la “sua città” e nei quali è arrivata a metterci il naso come un formichiere la magistratura.
Anche la comunicazione politica inciderà sulle sorti della futura campagna elettorale. Gli obiettivi sono chiari sin d'ora. Il centro sinistra proverà a rappresentare i bisogni della città reale e il centrodestra a vendere al meglio le trasformazioni generate in questi anni di amministrazione. Siamo solo al primo round. Speriamo che il livello resti alto (sul prossimo numero di “Quindici”, in edicola a metà febbraio, altre notizie e commenti su questa campagna politica).
 
© Riproduzione riservata
 
 
Autore: Felice de Sanctis
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""



Egregia "cittadina incazzata", non ho ragione, è la realtà dei fatti. Aggiungo: chi si oppone a questa "realtà", siete voi femmine-donne tutte o la maggior parte o di mia conoscenza. Nessuna vuole essere chiamata "femmina", secondo una loro logica - di carattere educativo o culturale -, "femmina" risulta un'offesa, a differenza invece dei "maschi" i quali, si fanno vanto della loro "mascolinità"; essere definiti "maschioni" o "maschiacci" per un uomo testa di ..... è titolo di "benemerito". Fate valere il vostro essere “femmine”, abbandonando e negando quelle che sono gli “stereotipi femminili” dettati dai mass-media in modo volgare e offensivi a tutte le “donne”; sono questi stereotipi consumistici a farci vedere e considerare femmine e maschi brutti. Ogni donna è femmina meritevole di rispetto, così come ogni uomo, considerando e valutando il “pacco” che si possiede nella scatola cranica e non nella “TESTA” di ..... .... e smettetela di “scimmiottare” i maschi con i vostri comportamenti anti-femminili. Ignorando queste specificità umane al maschile e al femminile, si stanno creando gravissime confusioni da mettere in dubbio la continuità della specie. Del resto, basta guardare in giro la quantità di divorzi e separazioni, per farci capire e riflettere sulle confusioni fatte nei rapporti uomo-donna, maschio-femmina, in una società sempre più votata all'apparire, al dimostrarsi e vedersi tutti uguali, alla massificazione delle personalità, invece così diverse e meritevoli di considerazioni e rispetto individuali e personali.


Carissima "cittadina incazzata", tu poni un problema di difficile condivisione sia al maschile che al femminile. Dovremmo incominciare a vedere certe situazioni in una tematica diversa (è così che si dice?), cambiando radicalmente cultura, ripeto, sia al maschile, sia al femminile. Quando una donna partorisce, ci chiediamo: "E' maschio o femmina"? (nessuno chiede se è uomo o donna). Da ciò si deduce che si nasce maschi e femmine, poi durante il percorso di vita, si diventa uomini o donne (la natura ci insegna che non sempre è così). Infatti, molto chiaramente nel nostro linguaggio si usa dire "testa di cazzo" il cui significato letterale è l'avere al posto della testa, della scatola cranica, il cosiddetto ....., mettiamo i puntini. Al femminile si dovrebbe dire "testa d'utero", che rispecchia la "testa di .....". Dov'è l'impiccio letterale e culturale? Quando si ammira un "bel balcone o un fondo schiena" e quant'altro, si dovrebbe dire: "bella femmina", non "bella donna", in quanto la donna non la si conosce; altrettanto di un maschio. Ci sono delle bellissime femmine brutte come donne; bellissimi maschi brutti come uomini. In natura però, chiaramente è l'aspetto fisico a colpire subito, sia il maschio sia la femmina, perchè sono le "teste" al maschile e al femminile quelle che rispondono rapidamente e primariamente all'impulso animale che è in ognuno di noi, impulso poi regolato, ragionato e reso "educato e civile" dall'uomo e dalla donna che è o dovrebbe essere in ogni maschi o femmina. Purtroppo questo non sempre avviene, l'animale che si nasconde in noi, molte volte sopprime, ha il sopravvento su tutto quello che dovrebbe essere un civile e culturale "filosofare", trasformandosi in bestia, quella bestia ben visibile in tante reazioni umane oggi in chiara evidenza. Guardiamoci bene in giro e in largo: siamo circondati da "teste di cazzo" e da "teste d'utero". Ritorniamo alla cultura della donna e dell'uomo: si può fare, respingendo la cultura consumistica esagerata/esasperata e dell'uso e getta anche a livelli umano.












Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet