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Molfetta, Gaia Variale è Miss Puglia. Rappresenterà la regione alle Finali di Miss Italia E per sette Miss l'avventura continua alle Prefinali di Salsomaggiore. La manifestazione sulla banchina del porto
25 agosto 2009

MOLFETTA - Brillante, solare, raffinata ed elegante, e bella come la Puglia che, orgogliosa, rappresenterà a Salsomaggiore. È la Miss delle Miss Gaia Variale (foto), la 21enne di Modugno che, nella splendida cornice del porto di Molfetta, per una notte ancora più chic, è stata eletta “Miss Puglia” e con questo titolo andrà direttamente alle Finali di Miss Italia, che saranno trasmesse in diretta da Rai Uno a partire dal 12 settembre con la conduzione di Milly Carlucci. Gaia, in gara con il numero 5, è alta 180 centimetri, ha i capelli biondi e gli occhi castani, calca decisa la passerella e ha il portamento della modella. È ai suoi genitori che dedica ogni vittoria e la gioia che si legge sul suo volto, insieme a qualche lacrima trattenuta a stento al momento della proclamazione. Da 15 anni gioca a pallavolo ed intende proseguire gli studi a Milano, per diventare stylist, ma nel cassetto c'è il sogno di diventare una presentatrice di successo. Arduo il compito della giuria, presieduta da una spumeggiante Fioretta Mari, nota al grande pubblico come l'insegnante di dizione e recitazione della scuola di “Amici di Maria De Filippi”. Se ne sono viste davvero delle belle sul palco della Finalissima, con quarantuno concorrenti in gara, vanto della Puglia che va a Salsomaggiore con ben diciassette Miss. Alle 14 assegnate alla regione, si aggiungono, infatti tre concorrenti che il presidente di Giuria ha deciso di portare alle Prefinali nazionali nella Selezione Fotografica del Concorso di Miss Italia. Le concorrenti elette in Puglia sono già a Salsomaggiore dove fino al 27 agosto 260 ragazze saranno esaminate da una giuria tecnica che ne selezionerà solo 38. Quest'anno, infatti, Milly Carlucci ha ridotto a 60 il numero delle finaliste che si contenderanno il titolo di “Miss Italia” nelle tre serate di Rai Uno, e 22 concorrenti sono già in Finale (si tratta delle Miss che hanno vinto il titolo della loro regione, insieme alla Prima Miss dell'anno eletta a Rimini la notte di Capodanno). Nella caldissima notte di Molfetta, accarezzata da una piacevole brezza, Romana Cenesi (numero 20), 24enne di Roma, prende il posto di Gaia alle Prefinali nazionali con la fascia di “Miss Eleganza Segue… Puglia”. Sul podio anche tre ragazze che solo il giorno precedente, in una prefinale regionale a Cellamare, avevano conseguito il titolo valido per l'accesso alla Finalissima: si tratta della biondissima Annalisa Raia (numero 27), 19 anni di Capurso, di Alessia Maria Coppola (numero 19), 18enne di Casarano (LE), e di Debora Rutigliano (numero 11), 18 anni di Foggia. Per la Selezione Fotografica, vanno a Salsomaggiore anche Marta Baglivo (numero 35), 18enne di Cutrofiano (LE), Loredana Di Biaso (numero 39), 20 anni di Grottaglie (TA) e la 23enne di Taranto Deborah Vendola (numero 37). In giuria anche l'autrice Rai Maddalena De Panfilis, Miss Italia 2005 Edelfa Chiara Masciotta, la ginnasta Marinella Falca, medaglia d'argento alle Olimpiadi di Atene, e l'opinionista Raffaello Tonon. Grande intesa sul palco tra la bellissima Angelica Gianfrate e Mauro Dal Sogno: lo speaker di Radionorba ha affiancato la presentatrice di Locorotondo che si è esibita in una straordinaria performance canora. Ad esaltare la bellezza delle dieci prefinaliste già elette nelle precedenti selezioni regionali ci ha pensato la stilista foggiana Lidia Morelli: le Miss hanno sfilato con gli elegantissimi abiti del suo atelier “Veli Superflui” e le sue proposte moda dai toni accesi, con il giallo e rosso colori predominanti, hanno letteralmente incantato il pubblico. Grande show della coreografa Cintia Moreira che ha fatto ballare la piazza al ritmo di samba, mentre il suo staff tutto brasiliano ha rievocato le antiche tradizioni guerriere al ritmo del Berimbau. La comicità dei siciliani Piero e Christian ha fatto il resto, rendendo esilarante lo spettacolo con la loro Miss fuori concorso, la scanzonata Elisa, l'anti-Miss del tour. L'avventura di Miss Italia continua a Salsomaggiore, e le diciassette concorrenti si augurano di avere in tasca un biglietto di sola andata. La Puglia, intanto, sogna la vetta, come dieci anni fa, quando la foggiana Manila Nazzaro fece sentire più belli i pugliesi. Di seguito l'elenco delle diciassette Miss pugliesi a Salsomaggiore: Gaia Variale “Miss Puglia” Teresa Caputo “Miss Rocchetta Puglia” Valentina Di Pierro “Miss Bari” Raffaella Campagna “Miss Cinema Puglia” Serena Antonino “Miss Valleverde Ragazza in Gambissime Puglia” Simona Greco “Miss Sorriso Agos Puglia” Rosa Iacovone “Miss Sasch Puglia” Mayra Pietrocola, “Miss Deborah Puglia” Marianna Palmiotto “Miss Wella Puglia” Anna Jennifer Sorrentino “Miss Diana T Moda Mare Puglia” Romana Cenesi “Miss Eleganza Segue…Puglia” Annalisa Raia Alessia Maria Coppola Debora Rutigliano Marta Baglivo Loredana Di Biaso Deborah Vendola.
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Piccole piacevoli curiosità. - La Bellezza - --------------------- Breve storia della bellezza Ma che cos'è la bellezza? "Ciò che è bello è buono", scriveva Platone. "La bellezza è la verità, la verità è la bellezza", poetava John Keats. In effetti, con la parola "bellezza" si fa riferimento a più elementi: una cosa è la "cosmetica", un'altra i "canoni di bellezza", un'altra ancora "l'estetica" filosofica. Le maggiori critiche e diffidenze sono comunque da riferirsi alla cosmetica. I belletti, che non a caso vengono anche chiamati "trucchi", sono spesso stati considerati astuzie femminili di cui diffidare, una sorta di truffa contro la quale difendersi. "Giaci in cento vasetti e la tua faccia non dorme con te" sentenziava Marziale. Le prime pratiche cosmetiche hanno origini religiose e venivano utilizzate per avvicinare l'aspetto umano alla bellezza divina. L'uso dei cosmetici risale alla preistoria, in seguito gli Egizi furono i primi veri cultori della bellezza del corpo in senso assoluto, tanto da avere persino due divinità preposte alla cosmesi ed ai profumi: Bes e Toth. I modelli di bellezza cui è stato fatto e si fa riferimento variano a seconda dei luoghi e dei popoli. "Un piedino piccolo su una donna è molto bello" recitava l'antica tradizione cinese: il che portò (pratica ora illegale) milioni di genitori a rompere l'arco del piede delle proprie figlie per poi costringerlo in una bendatura strettissima al fine di ottenere quella particolare e "aggraziata" andatura. Vi sono comunque due qualità costanti che identificano i modelli di bellezza in tutte le culture: il segnale di gioventù e quello di salute. Entrambi, infatti, rappresentano un'irresistibile attrattiva sessuale. Ecco perché una pelle priva di rughe o la flessibilità dei movimenti vengono perseguite con tanto accanimento. Così una bella abbronzatura piace, al punto da aver stimolato la nascita di centri appositi dove procurarsela, perché la carnagione scura rappresenta un inconscio richiamo sessuale (derivato dal fatto che gli organi sessuali hanno sempre una pigmentazione più scura rispetto al resto del corpo). Allo stesso modo, l'usanza degli uomini di radersi trae origine dal desiderio di restare giovani (la barba, infatti, è un segno caratteristico della mascolinità adulta). Sono soprattutto le donne, però, che si sono dovute "conformare" all'immagine che di loro volevano gli uomini ed hanno dovuto subire quello che Riane Eisler chiama "addomesticamento" (Riane Eisler è un'antropologa americana, nota per i suoi studi sull'evoluzione). "Le donne confezionavano se stesse a beneficio degli occhi degli uomini, per ottenere la loro protezione e il loro potere", scrive. Non è un caso che nella preistoria le raffigurazioni femminili privilegiassero l'aspetto procreativo. Con i Greci i canoni estetici furono elevati a sistema (l'applicazione per eccellenza si trova nell'arte di Policleto, che dedicò un'intera opera alle leggi della simmetria della figura umana). In Atene la bellezza muliebre era "dovuta" tanto da essere sorvegliata da Magistrati detti Gineconomi, che multavano le donne che trascuravano di abbigliarsi e presentarsi nelle strade come richiesto. Tra gli "artefici" usati dalle donne greche c'erano corsetti e cuscini usati per snellire o riempire, a seconda delle esigenze, le diverse parti del corpo, nonché sandali con il tacco alto, busti con stecche per comprimere la pancia e seni finti. Nell'antica Roma le donne iniziarono a tingersi i capelli di biondo a seguito dell'"incontro" con i barbari. Nel Medioevo si andò affermando un'immagine di donna-bambina perché occorreva fare i conti con una società guerriera: l'incapacità militare era una notevole limitazione, che escludeva le donne dall'organizzazione feudale e, al di fuori del matrimonio o del monastero, rischiavano di essere bruciate come streghe sul rogo per un nonnulla. Facendo un salto di secoli, i busti in cui si costringevano le donne nel Settecento e oltre ne deformavano la gabbia toracica e per schiarire la pelle si ricorreva a un impasto a base di carbonato di piombo (la cerussa) che rendeva l'incarnato trasparente e portava alla morte per avvelenamento. Un'importante svolta fu quella segnata dal diffondersi dell'igiene. La salute divenne finalmente il bene più prezioso e la prima fonte di bellezza nella seconda metà dell'Ottocento, in piena epoca positivista. Altra grande rivoluzione fu, più recentemente, quella attuata dal femminismo. La bellezza femminile declinata sui capricci del desiderio maschile fu messa al bando: gonnelloni e zoccoli diventarono una specie di divisa, negazione di ogni frivolezza ma anche della stessa fisicità femminile. Da sempre, infatti, è esistito un legame fra i canoni di bellezza e il pensiero, le fobie, le ossessioni espresse dalla società in quel momento. Oggi viviamo quella che è stata chiamata "sindrome del puzzle", cioè il disagio di convivere con un corpo che viene considerato e valutato a porzioni (che solo se levigate e incastrate correttamente tra loro sono in grado di comporre un insieme armonioso, basti pensare alla moda delle "labbra siliconate"). Per certi versi, come vedremo, i progressi della scienza sono stati e sono preziosi e non è da demonizzare il fatto che la chirurgia estetica sia ormai, sotto il profilo economico, alla portata di tutti o quasi. I dubbi sorgono di fronte al perseguimento di modelli sempre più irreali: da una parte uomini e donne "bionici", dall'altra bellezze efebiche. Entrambi estremi, inesistenti, irraggiungibili.
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