Molfetta fra coste sporche e mare inquinato
MOLFETTA - Molfetta trascinata dal mare, la vecchia cornice delle onde eterne e libere, alla luce della lanterna.
Molfetta che cerca se stessa fra quelle onde, prova a toccare come sempre la libertà, a solcarla con pescherecci e gozzi, ad assaporarla col gioco affascinante delle canne da pesca. Ma c'è qualcosa che è cambiato, che ci pone di fronte ad un'immensità ormai spoglia, ad una vitalità spenta dagli artifici ingrati della tecnica.
Non c'è più nulla fra le reti a stupire ogni giorno lo sguardo corsaro dei marinai. Solo i residui vergognosi della guerra riportano alla mente il fondale buio, oscurato dalla macchina umana. Un fondale sfruttato, inquinato, surriscaldato, dove i pesci tropicali cadono spesso nell'inganno astuto delle favorevoli temperature.
I pescatori sportivi vengono presto traditi da una staticità noiosa, che poco insegue l'orizzonte fiero e irraggiungibile.
Non c'è più nulla da fare, lo vediamo ogni giorno, nelle spiagge cementate e trascurate, nelle vedute vittime della foga vorace della gente. Un mare caduto fra le mani dell'uomo, una costa che cerca fra carte e bottiglie una via di uscita. Una Molfetta senza il suo motore fondamentale, senza lo spirito vagante che ha reso i molfettesi liberi fino ad ora.
Autore: Giacomo Pisani