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Molfetta, e …la mega draga Machiavelli, che fine ha fatto?
17 ottobre 2011

MOLFETTA - A metà Settembre si presentò in tutta la sua tecnologica maestosità, nelle acque antistanti il porto di Molfetta, la draga Niccolò Machiavelli: un autentico, enorme gioiello tecnologico, noleggiato dall’Impresa che sta realizzando la struttura del nuovo porto per dragare la zona sminata, realizzare un fondale di circa nove metri, “riempiendo” con il materiale dragato la colmata che era stata realizzata e che avrebbe costituito il banchinamento portuale futuro.

Il 19 settembre, come già riportato nella cronaca dell’evento pubblicata da “Quindici”, il sindaco Antonio Azzollini convocava una conferenza stampa sul cantiere per descrivere, con enfasi adeguata, che finalmente qualcosa di concreto si poteva incominciare a scorgere nella routine dei lavori per il nuovo porto. L’evento fu molto …partecipato.
Il sindaco sembrava raggiante; per combinazione quello fu un giorno di pioggia, dopo un lungo periodo di secco estivo: questo consentì al primo cittadino di “creare” un nuovo aforisma, che sbandierò: draga bagnata, draga fortunata!. Unica nota …stonata della giornata fu che, a causa della pioggia, non fu possibile ai ragazzi della Scuola media Pascoli, invitati (non si sa a quale titolo) dal sindaco, di partecipare alla chermesse.
Seguì, anche sotto una pioggerellina fastidiosa ma non più di tanto, una visita sulla diga Salvucci, accompagnati da personale della C.M.C. e dal Comandante della Machiavelli a cui fu donato un vessillo del Ducato di Molfetta da issare sulla draga, della delegazione comunale (molti assessori ed accompagnatori) e tutti i rappresentanti della stampa locale.
Alla fine della visita il sindaco in persona, chiedeva al Comandante se fosse stato possibile, in quel momento, poter visitare la draga: il Comandante ribatteva che una visita del genere, a causa delle ovvie prescrizioni di sicurezza, non poteva essere organizzata su due piedi. Prometteva, ed Azzollini dava disposizioni ai suoi uomini di seguire la faccenda ed informare dell’evento le Testate giornalistiche presenti, di organizzare la visita nel corso della settimana, predisponendo per l’occorrenza, tutte le procedure ed i mezzi di protezione individuali di scurezza. L’appuntamento fu stabilito sulla banchina antistante la Capitaneria, dove un mezzo avrebbe trasbordato tutti i partecipanti sulla draga, quando nel frattempo essa sarebbe entrata in funzione operativa.
 
L’attesa è stata lunga ed inutile. La nostra Redazione, dopo che personale di una testata locale fu addirittura autorizzata a filmare le operazioni in notturna, stando sulla colmata, prese contatto con l’Ufficio stampa del Comune …ma siamo ancora in attesa dell’invito alla visita a bordo, dove avremmo potuto porre al Comandante, alcune domande riguardanti dettagli tecnici che, sempre su due piedi, non egli fu in grado di darci, a nostra precisa richiesta e ripromettendosi di farlo durante la visita …abortita. Alle bugie dei politici siamo quasi abituati, ma a mancare di parola, quando fu lo stesso uomo politico a caldeggiare una visita a bordo, …beh questo ci sembra abbastanza. Pazienza!
 
Ebbene, da mercoledì 12, la draga …non draga più! Dopo una breve sosta sul molo San Michele, …è scomparsa sia draga sia il serpentone di tubi!
In queste tre settimane circa ha lavorato, eccome se ha lavorato. Era uno spettacolo guardarla mentre evoluiva nelle acque del porto, sparando una torbida costituita da acqua e roccia frantumata all’interno del bacino della colmata; anche il rumore sordo della testa che aggrediva la roccia ed una lieve caratteristica vibrazione era molto avvertibile a chi stava a terra, in zona.
 
Poi? Tutto finito? Ha dragato quanto avrebbe dovuto? E’ stata raggiunta la profondità desiderata? Ha prodotto i famosi 300.000 mc di materiali dal fondale che avrebbero riempito (totalmente, parzialmente) la colmata? Se i lavori non sono stati completati, quando riprenderanno? Riprenderanno con lo stesso mezzo o con un altro?
 
Quanti interrogativi privi di risposte. La sola cosa che possiamo osservare, e lo stiamo facendo da alcuni giorni, è che in tutta l’area portuale (vecchio e nuovo) e nella zona antistante l’imboccatura del porto medesimo, l’acqua del mare ha assunto una colorazione opalescente tendente al giallastro scuro. Colore strano, mai visto a memoria, neanche durante le mareggiate. Ma la cosa che forse sarebbe più inquietante è che questa strana, persistente colorazione, non schiarisce, come di solito avviene quando durante il mal tempo, il moto ondoso smuove la sabbia del fondale e la manda in sospensione: dopo un giorno, tale sostanza sospesa, si rideposita sul fondale, ridando all’acqua il suo colore naturale. Questo non succede ancora oggi, malgrado ci siano stati molti giorni di bonaccia.
Perché questo strano fenomeno, osservabile molto chiaramente da un punto alto (la sommità del cavalcavia della ferrovia Lecce-Bologna, tornando in città dalla Zona industriale) o anche solo guardando l’acqua del porto?
Trattasi forse di materia in sospensione (fango, melma?) riveniente dalle famose stratificazioni di roccia e fango, di cui parlava – durante la conferenza – un tecnico della C.M.C. , descrivendo succintamente l’esito delle prospezioni del fondale a suo tempo fatte, prima di iniziare i lavori di escavazione.
Aspettiamo che questa materia si depositi; ma questo impone un altro interrogativo: se si trattasse di fango/melma stratificatosi al di sotto dello strato roccioso di fondo, di che si tratta? Quali effetti avrà, depositandosi prima o poi sul fondale, sull’eco sistema del porto e della zona anitistante?
Quanti interrogativi!     
 
© Riproduzione riservata
Autore: Tommaso Gaudio
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