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Molfetta, controreplica del coordinatore della Cgil ai lavoratori della Multiservizi
05 marzo 2010

MOLFETTA – Contropreplica del coordinatore della Camera del Lavoro CGIL, Giuseppe Filannino ai lavoratori della Multiservizi sulla sicurezza sul lavoro.

«Leggo con molto piacere che il comunicato stampa della CGIL ha colto nel segno e da i suoi frutti – scrive Filannino in un comunicato -.
Certo, ci colpisce notare che viene pubblicato un contro comunicato anonimo, visto che tale risposta potrebbe essere stata realizzata dall'azienda, o che per gruppo tali lavoratori potrebbero essere il numero incredibile di due.
Restando al paragone del regime dittatoriale argentino e al famoso Garage Olimpo, ricordo, che in tali regimi esiste la classica figura del “COLLABORAZIONISTA”, vile figuro che anonimamente vende la vita dei propri colleghi e concittadini al regime.
Ricordo che nel mio articolo ho paragonato la situazione lavorativa a Molfetta (in generale) al triste “Garage Olimpo” spiegandone i motivi, e quindi, ora mi aspetto la replica anonima (ma i giornali non dovrebbero almeno verificare la fonte?) di un gruppo di lavoratori in cassa integrazione che smentiscano la prassi di alcune aziende di utilizzare lo stesso tali lavoratori, poi un altro gruppo smentirà che a Molfetta esiste tanto lavoro “Nero”, alcuni replicheranno che tali datori di lavoro non sono farabutti ma “Cavalieri”, e altri mi ricorderanno che Molfetta è “FANTASYLANDIA”.
Io e la CGIL ringrazieremo perché ci permetterà di tenere vivo il dibattito e la denuncia.
E' vero ci siamo battuti per il contratto di solidarietà, perché era l'unico modo per bloccare sul nascere eventuali licenziamenti che anche se illegittimi, i lavoratori interessati a tali provvedimenti non se la sentivano di affrontare, visto che noi non giochiamo e non vendiamo la vita delle persone abbiamo individuato come rimedio il contratto di solidarietà (a tempo) finalizzato a permettere all'azienda di fare degli investimenti, e ringrazio il gruppo (?) di lavoratori per avermi ricordato che in questi mesi oltre al tagliaerba e stato comprato anche un trattorino (neanche a Zelig avrebbero risposto in tale maniera), tutto il resto ovviamente non possono smentirlo.
Vero, che un paio di alte figure tecniche non gradivano, visto che eventuali licenziamenti fortunatamente non li sfioravano neppure, ma aderire non era obbligatorio, certo era dura spiegarlo ai propri colleghi. 
“Grattinaro” non è un dispregiativo, visto che con loro con cui faccio riunioni quando mi chiamano o vengono in ufficio (fuori dall'orario di lavoro) si definiscono, loro, simpaticamente “Grattinari”, credo che altri debbano aver rispetto di tali lavoratori, ad esempio qualcuno che non essendo il “padrone” della Multiservizi (anche se lo fosse non potrebbe farlo) come gli ho fatto notare davanti ai “Grattinari” si deve limitare quando da delle comunicazioni per conto dell'azienda a dare tali comunicazioni con forma toni e modi adeguati, visto che per me e il mio sindacato sia il “Grattinaro” che l'impiegato meglio pagato sono la stessa cosa.
Ricordo al “gruppo” che quando la casa del vicino brucia è cosa saggia aiutare il vicino a spegnere le fiamme che potrebbero altrimenti propagarsi anche alla propria abitazione e non rimanere a guardare inerti lo spettacolo delle fiamme.
A tal riguardo vi racconto una storiella realmente accaduta: “una volta a Molfetta un'azienda di cui al momento non ricordo il nome aveva delle difficoltà e voleva licenziare dei lavoratori anche il meglio pagato aveva dei timori e in orario di servizio e con la macchina aziendale veniva in ufficio a chiedere conforto, addirittura una volta ebbe una “contestazione aziendale” da lui ritenuta ingiusta e volle un parere su come controbattere, ovviamente a differenza dei suoi colleghi non aveva il coraggio d'iscriversi al sindacato ma comunque i suoi colleghi erano solidali con lui, e il sindacato lo ascoltava, e lui come tutti i lavoratori raccontava tutto quello che non andava in quell'azienda”.
Ripeto non ricordo l'azienda e neanche il lavoratore, però a volte anche gli intoccabili hanno bisogno d'aiuto e noi li aiutiamo.
Al gruppo (?) anonimo gli dico rubando le parole a un grande filosofo “Non condivido nulla di quello che dite ma mi batterò fino alla morte perché voi possiate continuarle a dirle”.
A tutti i lavoratori iscritti al mio sindacato – conclude Filannino - dico sempre di non esporsi, di raccontarmi quel che accade, e che il mio lavoro è proprio quello di espormi per loro, non in forma anonima ma firmandomi».
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