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Molfetta chiude al 5° posto: che delusione! CALCIO
15 maggio 2005

Andata 34 punti, ritorno 16, è il caso di dire “Furia francese e ritirata spagnola”. In questo famoso detto è racchiuso il bilancio della squadra biancorossa, che ha terminato il torneo di Promozione al 5° posto con 50 punti, dietro Barletta (73), Cerignola (68), Capurso 65, Conversano (63). Un risultato deludente considerando le premesse iniziali e l'andamento del girone d'andata, in cui i molfettesi s'erano conquistati i galloni di squadra rivelazione, in virtù di un gioco spumeggiante e bello a vedersi. Squadra corta, manovre ariose, scambi in profondità, occasioni da rete a ripetizione erano gli ingredienti che richiamavano al “P. Poli” un pubblico sempre più numeroso. Dopo le prime partite d'assestamento (8 punti in 5 gare, mentre le altre viaggiavano a punteggio pieno) il tema tattico di Terracenere (quattro difensori, due centrocampisti centrali, in trequartista e 3 punte) faceva faville. Una squadra votata al gioco offensivo, di stampo zemaniano, e come tale non abbastanza cinica nel gestire il risultato Al termine del girone d'andata in vetta la situazione era la seguente: Barletta 38, Conversano 35, Molfetta 34, Cerignola 32. Considerata la partenza in sordina, i numeri erano da primato con le 9 vittorie, 4 pareggi, una sconfitta, 34 reti realizzate e 20 subite. In questa fase si mettevano in luce i difensori Abbatantuono, Carlucci e Cormio, il regista D'Aloia, gli attaccanti Tritta e Uva; altri invece, come il portiere Sarcinella, Di Pinto e Monopoli promettevano bene. Buona anche la pattuglia degli under, Aloisio, Di Bari, De Candia e Mercadante. Intanto salivano anche le quotazioni del tecnico Terracenere, alla sua prima esperienza in panchina. “Vogliamo ripeterci e conquistare l'Eccellenza” dichiarò Terracenere a “Quindici”, consapevole che sarebbe stata dura, perché il Molfetta avrebbe affrontato fuori casa tutte le prime otto in classifica. Facemmo notare che in alcuni frangenti la squadra sembrava incapace di gestire anche in maniera cinica la gara, e il tecnico ci rispose che mai avrebbe cambiato il modulo di gioco. Quasi a voler mettere la mani avanti, Terracenere però affermò il limiti di una rosa risicata. Una dichiarazione che già allora non piacque al presidente Giuseppe de Nicolò. Il ritorno iniziò bene con la sonante vittoria casalinga contro l'Arpifoggia (4-0), ma poi il “Molfetta ha disputato un altro campionato. Gara dopo gara la squadra è stata irriconoscibile, sul piano del gioco e della determinazione, anche perché gli avversari adottavano le opportune contromisure. A complicare tutto l'assenza per alcune gare di D'Aloia, ispiratore della manovra e punto di riferimento della squadra, e anche un certo calo fisico. Nonostante le difficoltà, il tecnico ha continuato a far giocare la squadra allo stesso modo, rimediando però brutte figure. Emblematica la gara di Capurso, dove il Molfetta in vantaggio per 3-1 al termine del primo tempo, nella ripresa invece di gestire il risultato, ha continuato a giocare senza coprirsi troppo, permettendo agli avversari di ribaltare il risultato. Forse per inesperienza Terracenere nel momento cruciale del torneo, non ha saputo o voluto calarsi nella realtà del torneo di Promozione, dove a volte occorre anche mandare la palla in tribuna. Quando la squadra ha cominciato a perdere i contatti con l'alta classifica, sono scoppiate le polemiche. Alle rimostranze del tecnico e dei tifosi, il presidente ha accusato l'allenatore di non aver accettato i rinforzi proposti. In questi casi salta la panchina, ma il presidente, forse per non esasperare gli umori di una frangia di tifosi, pur chiudendo i rapporti con il tecnico, ha preferito mandare via, Di Pinto, Monopoli e Telesca, per scarso rendimento. Ovviamente le cose non potevano che continuare per il verso sbagliato. Il punto più basso, la sconfitta in casa col Minervino, squadra di bassa classifica poi retrocessa. Insomma, quella che doveva essere la stagione del riscatto si è tramutata in una profonda delusione. Archiviato il torneo è scattato il "rompete le righe” per tutti. Cosa succederà ora è difficile dirlo. Il presidente, amareggiato per come sono andate le cose, ha poca voglia di guardare al futuro. “Mi sono stancato e pronto a vendere il titolo. Non è possibile dopo i sacrifici economici che la società ha sostenuto essere ricambiato in questo modo. Qualcosa non è andata per il verso giusto. La società nei confronti del tecnico e dei giocatori non è mai venuta meno ai propri doveri. Evidentemente sono stati commessi errori sul piano tecnico e della gestione della squadra, su cui la società per tutto il campionato non ha mai interferito”. Francesco del Rosso francesco.delrosso@quindici-molfetta.it
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