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Molfetta, centrosinistra. Intesa e allargamento della coalizione: equilibri precari, si gioca a mosca cieca
04 ottobre 2012

MOLFETTA - Un equilibrio precario, basato su pilastri di conci instabili che alla prima brezzolina potrebbero cedere. Il centrosinistra cerca un’intesa politica sul candidato e sul programma proprio in questi giorni e a breve potrebbe anche essere sciolta una riserva.
Secondo indiscrezioni, sarebbe stata elaborata una linea per l’allargamento della coalizione Pd-Sel-Udc a liste civiche, associazioni, movimenti e anche politici ex centrodestra. Infatti, la settimana scorsa, erano emerse posizioni nette e inconciliabili non solo tra le varie anime dei partiti, ma anche tra i partiti stessi. Nell’ultimo incontro delle segreterie, invece, gli intenti di rottura sembra siano stati sanati (almeno per ora), forse mitigati da più oculati ragionamenti politici.
Sarà una specie di configurazione in due tempi della coalizione che, però, potrebbe anche non essere accolta di buon grado dagli “aggregati in seconda battuta”, perché a tavola già imbandita e con i posti più importanti già assegnati, soprattutto quello di capotavola (il candidato sindaco). Si aprirebbe un vero e proprio caso politico: a quanto pare, in base ad alcune proposte, chi ha già ricoperto ruoli politici all’interno dell’amministrazione Azzollini dovrebbe fare un passo indietro. In pratica, la loro presenza potrebbe essere necessaria solo per portar voti al sindaco e ai suoi futuri assessori, creando anche implicite premesse per rianimare il claudicante Azzollini.
Tuttavia, le premesse per raggiungere un punto d’intesa politica sembrano essere state reimpostate: di contro, a fronte di una rottura improvvisa nei prossimi giorni, l’accordo ottenuto, sarebbe stato solo strumentale a trascinare un cadavere agonizzante e a trovare il giusto capro espiatorio per la rottura.
Solo un allargamento della coalizione, e l’utilizzo dello strumento delle primarie o, comunque, una qualche forma di consultazione popolare, potrebbe rafforzare la cosiddetta “alternativa” politica all’azzollinismo: non è necessario elaborare programmi e scegliere candidati solo per abbattere il sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini e la sua coalizione, ma l’intento principale dev’essere soffocare il sistema politico-clientelare che si è radicato a Molfetta e nel modus operandi e vivendi dei suoi cittadini.
Anche per questo motivo, il programma dovrà vertere sui reali problemi della città e, in particolare, analizzare e sanare le urgenze ed esigenze dei cittadini, poco coinvolti nell’amministrazione pubblica e sfiduciati dalla e nella politica. Allo stesso, il candidato non potrà che essere scelto nella società civile (non dovrà aver avuto nessun legame con la politica), tra quei cittadini che si sono contraddistinti in questi anni, nel mondo della libera informazione, della libera cultura, del libero associazionismo cattolico, in un’attività di vera opposizione nel sociale, senza tentennamenti di sorta e tatticismi politici. Tra l’altro, solo un candidato giovane prima di tutto nelle idee (e non solo di facciata), potrebbe determinare il cosiddetto “valore aggiunto”, riavvicinando alla partecipazione politica e al voto tutti quei giovani che oggi a stento si riconoscono in questa classe dirigente.
C’è il rischio, però, che un candidato giovane, se privo di esperienza, abbia bisogno di tempo per capire la situazione ed essere operativo. E questo non è possibile in una situazione drammatica come è quella di Molfetta, con un degrado galoppante, che richiede soluzioni forti e immediate.
Ecco perché non si esclude la possibilità di individuare un candidato anche non giovane, ma che abbia un profilo adeguato: specchiata moralità, esperienza, conoscenza delle dinamiche politiche, capacità gestionali e soprattutto autorevolezza e leadership riconosciute, che gli porterebbe anche il voto dei giovani, soprattutto se ha dimostrato in passato di saper dialogare con loro e di guidarli.
I tavoli tecnici per la redazione di un programma e per la scelta dei candidati sono partiti. Tra telefonate, incontri e summit politici si cercherà di rafforzare l’intesa raggiunta, anche se precaria e fortemente instabile, e non è escluso che ad horas le sorprese arrivino dall’esterno, scompaginando piani e tatticismi.
Ognuno chiederà la sua fetta di torta: sarà necessario essere accorti e fedeli ai patti politici che saranno sanciti in questa settimana. Altrimenti questa presunta “alternativa” imploderà come un palloncino troppo gonfio per spiccare il volo.
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Marcello la Forgia
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<< Gli ebrei, accampati nella valle del Terebinto e guidati dal loro re, Saul, erano in guerra con i filistei, i quali annoveravano tra le loro file uno spaventoso gigante (alto sei cubiti e un palmo) dal nome Golia, armato con una corazza dal peso di 5000 sicli. Per quaranta giorni, Golia sfidò l'esercito di Israele, nell'attesa che quest'ultimo scegliesse chi tra loro doveva affrontarlo: il vincitore avrebbe permesso al suo popolo di sottomettere quello del perdente. A Davide fu chiesto dal padre di recarsi dai fratelli che si trovavano nell'accampamento, per portare del cibo e informarsi delle loro condizioni. Mentre si trovava nell'accampamento, Davide ascoltò l'ennesima sfida di Golia e si offrì, davanti a Saul, di affrontarlo, raccontando che era stato in grado di uccidere orsi e leoni per difendere il suo gregge. Saul lo vestì con la sua stessa armatura ma Davide, fatti pochi passi, se la tolse, non riuscendo a muoversi, e si diresse verso il campo di battaglia con la sua fionda e con cinque pietre lisce che aveva raccolto da un torrente. Golia, vedendo che si trattava di "un ragazzo", lo derise: ma Davide, presa una delle pietre che aveva con sé, la scagliò con la fionda, colpendo il gigante in piena fronte. Golia, crollò morto a terra e Davide si precipitò verso di lui e ne decapitò il cadavere utilizzando la spada dello stesso nemico. I filistei si diedero alla fuga ma vennero inseguiti e decimati dagli israeliti. La vittoria rese Davide famoso presso gli ebrei e gli valse l'amicizia di Gionatan, figlio del re Saul. Successivamente Davide avrebbe sposato la figlia del re, Mikal.>>

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