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Messaggio finale della XVIII assemblea elettiva dell’Azione cattolica diocesana di Molfetta
27 febbraio 2024

 

MOLFETTA - Al termine di questo percorso assembleare, come aderenti dell’AC della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi desideriamo rivolgere uno sguardo al mondo, al nostro paese, al nostro territorio diocesano.

Rischiamo, in questi giorni, di restare sempre più sommersi e frastornati dalle notizie che giungono e inducono profondo sconcerto, turbamento, inquietudine nelle coscienze:

  • le guerre in atto, in Ucraina e a Gaza, mai sentite così vicine dal tempo del conflitto nella ex Jugoslavia;
  • le immagini degli ultimi avvenimenti nazionali, con gruppi di studenti, anche minorenni, che mentre manifestavano per la pace in Palestina sono stati caricati, colpiti e, purtroppo, anche feriti dall’intervento delle forze dell’ordine, forse anche a causa di un mancato preventivo dialogo tra gli attori in campo;
  • gli episodi di cronaca, a volte riportati anche dai media nazionali, che a più riprese hanno ricordato come anche nelle nostre città sono presenti, da tempo e come profonde cicatrici, ormai radicalizzate situazioni di insicurezza pubblica, di degrado urbano e soprattutto sociale (dispersione scolastica, uso e spaccio di sostanze stupefacenti, microcriminalità diffusa).
Ancora una volta facciamo nostre le parole iniziali della Gaudium et Spes: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”.

Desideriamo avere:

  • occhi per guardare oltre il muro delle sacrestie;
  • mente aperta per formarci, studiare, fare discernimento, esprimerci liberamente e con coraggio sui fatti e gli avvenimenti;
  • forza di trasmettere ancora ai nostri giovani e ai nostri figli la bellezza e la grandezza del Vangelo, del suo progetto di salvezza, della sua chiamata all’impegno;
  • cuore grande e pulsante di passione cattolica, da riversare sul territorio come passione civile.
Siamo chiamati ad assumere una grande responsabilità: vivere e attuare “L’impegno religioso apostolico dell’AC” (art. 2 dello Statuto). È una scelta di maturità ecclesiale e di corresponsabilità, che ci chiama ad essere collante e motore del laicato tutto, e ci porta a vivere la nostra vocazione prima di tutto come impegno e servizio nelle comunità parrocchiali.

L’AC sceglie la parrocchia per vocazione. E se la parrocchia sceglie l’AC, noi aderenti non possiamo che abitarne spontaneamente e senza esclusioni tutto il territorio, prendendoci cura di esso e del creato attraverso tutte le forme dell’impegno laicale, compresa la diffusione di nuovi stili di vita eco-sostenibili, e fino alla assunzione di un impegno politico e sociale diretto, da realizzare come la più alta forma di carità.

Auspichiamo che, finalmente, siano realizzate reti tra tutte le componenti della chiesa locale, le realtà che operano per la promozione sociale presenti nello stesso territorio (associazioni culturali e sportive, associazioni di volontariato, sindacati, associazioni di categoria) e le istituzioni, al fine di operare insieme, sinergicamente, per il bene comune, il contrasto dei fenomeni di illegalità, e il recupero delle situazioni di disagio sociale.

L’Assemblea diocesana elettiva

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