Margherita: tessere e congresso, solo incertezze
Le scadenze sono fissate da tempo, ma a livello locale, così come a quello nazionale, non si hanno certezze su quando e come si svolgeranno i congressi della “Margherita”.
Per quello cittadino il limite ultimo dovrebbe essere il 15 gennaio ma, a meno di un mese, quando dovrebbe essere già tutto stabilito - date, sedi, ospiti, tesi, nomi soprattutto - la “Margherita” cittadina, in perfetta sintonia con quella nazionale, naviga a vista e non riesce a risolvere la questione di quanti e chi siano i suoi tesserati, quelli che evidentemente hanno diritto a partecipare al congresso e a votare, cosa quanto mai importante, visto che il coordinatore uscente, Cosimo Altomare (foto), che riveste la carica praticamente dalla nascita dello stesso, ha a quanto pare manifestato l'intenzione di passare mano e quindi si prospetta un rinnovo del gruppo dirigente.
Se Arturo Parisi a livello nazionale dice che “C'è un problema di legalità e non ci sono sufficienti garanzie per i congressi”, anche a Molfetta si prospetta un caso di “tesseramento gonfiato”.
I dirigenti impegnati a programmare il congresso cittadino hanno scoperto che sono ben 374 gli iscritti molfettesi, buona parte dei quali, la maggioranza addirittura, mai visti, conosciuti, frequentati fino ad oggi.
Il coordinatore cittadino, Cosimo Altomare, già a fine ottobre inviò una lettera agli organi dirigenti del partito in cui esprimeva: “Grave disagio mio personale e di molti altri dirigenti e aderenti della mia città per la brutta vicenda delle tessere 'false' nel nostro partito”.
Tanto più, rincarava Altomare, alla luce di due dati, la sospensione di ben sessanta iscritti, veri, conosciuti, visti circolare in carne ed ossa nella sede di Piazza Cappuccini, per “un supposto – banale – errore formale”, mentre sono state accettate senza troppi cavilli altre iscrizioni “pervenute a Roma da circoli, inesistenti per impegno politico sul territorio e partecipazione alla vita del partito cittadino, quando non costituiti in maniera del tutto strumentale”.
La denuncia di una situazione grave. In pratica, nell'imminenza del congresso cittadino, che precede quello nazionale, i dirigenti locali si sono trovati di fronte alla moltiplicazione dei circoli molfettesi – ben nove – di cui non s'era mai saputo nulla anche in periodo di importanti decisioni politiche e di campagne elettorali ed allo spuntar come funghi di tesserati, di cui ben 51 che non dichiarano l'appartenenza ad un circolo del territorio nazionale o risultano iscritti in altre città, per esempio ben 15 ad un circolo di Sassari.
Scrive il coordinatore cittadino nella sua lettera a Francesco Rutelli: “I dati complessivi convalidati a Roma segnalerebbero una situazione di adesioni irrealistica e priva di riscontri effettuali, tanto più che per quasi tutti i circoli non è nota né l'esistenza (figuriamoci l'attività politica!) né il/la portavoce. Devo osservare che, mentre con una certa leggerezza sono state convalidate adesioni a circoli 'fantasmi' o strumentalmente costituiti, sono state 'sospese' un buon numero di adesioni per supposti difetti formali, creando all'organismo di coordinamento cittadino grande imbarazzo nei confronti di persone che con convinzione hanno effettuato la scelta di aderire al partito, avendone sostenuto in tutti questi anni le vicende politiche ed elettorali”.
Sono considerati irregolari, per capirci, proprio quelli che, continua il coordinatore cittadino: “Hanno retto nei fatti il partito a Molfetta in questi anni”. Hanno piena legittimità, invece, per gli organi nazionali preposti al controllo del tesseramento gli altri sette circoli cittadini della Margherita di cui gli stessi dirigenti locali fino alla comunicazione ricevuta alla vigilia del congresso non sapevano nulla. “Esclusi i due citati circoli (Solidarietà e Sviluppo e Agricultura) – afferma ancora Altomare nella sua missiva - per tutti gli altri non se ne conosce l'esistenza in città (ignoti persino i nomi dei portavoce!) ovvero non se ne conosce attività a favore di DL-La Margherita”.
Poi c'è la questione Lillino Di Gioia, più volte sollevata dopo le regionali del 2005 e l'appoggio ad una candidatura diversa da quella ufficiale della “Margherita” di Guglielmo Minervini, mentre alle primarie per l'individuazione del candidato sindaco di centro sinistra, in competizione con quella dello stesso Altomare. Infatti, fra i circoli cittadini, pieni zeppi di tesserati tutti considerati regolari, compare infatti, tanto per citarne uno, anche il “Riscatto delle città”, movimento storicamente facente capo a Di Gioia.
Una vicenda per la quale Altomare ricorda di aver presentato “ricorso al Collegio regionale dei Probiviri” aggiungendo, ci pare con una certa amarezza, che “le ambiguità di ordine politico non sono state mai rimosse, mentre ora (con la forza dei numeri) se ne pretende il superamento con la formalizzazione di un'iscrizione al partito, effettuata volutamente omettendo qualsiasi tipo di comunicazione all'organismo direttivo del partito”.
A questa lettera, ci ha fatto sapere Cosimo Altomare, non vi è stato alcun tipo di risposta, tranne che la prospettiva di poter forse reintegrare i 60 tesserati la cui iscrizione era stata considerata irregolare.
Una situazione che al momento in cui scriviamo di fatto ha impedito che il congresso cittadino fosse messo in cantiere.