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La campagna di Molfetta tra torri, casali ed edicole votive. Conferenza dell’arch. Annamaria Gagliardi all’Aneb di Molfetta Presentazione del protocollo d’intesa tra l’ambito grotte Padula per l’utilizzo di alcuni casali molfettesi
Laudadio e Gagliardi
29 maggio 2025

MOLFETTA - Un nuovo modo di guardare al paesaggio agricolo del nostro territorio e la riqualificazione di alcuni antichi manufatti è stato il tema trattato nella sede della Sezione Aneb di Molfetta, a cura dell’arch. Annamaria Gagliardi con l’intervento del prof. Michele Laudadio Presidente dell’Aneb.

Con buona probabilità molti dei cittadini di Molfetta credono di avere una visione chiara del paesaggio agricolo della loro città che definirebbero come piatto, con campi popolati da olivi secolari, tenaci alle intemperie e al cocente sole dell’estate, contorti nello sforzo di trarre acqua dal terreno siccitoso e indurito dal caldo.

L’arch. Gagliardi da un punto di vista più tecnico analizza invece le connotazioni geopolitiche del territorio agricolo molfettese e le architetture che sono nate in funzione del lavoro dei campi che per secoli è stato il mezzo di sostentamento più importante per la nostra comunità, insieme alla pesca.

Se si guardasse dall’alto di un aereo Molfetta, ogni elemento si perderebbe in una macchia di colori nitidi ma anonimi, dove la campagna apparirebbe come un’unica entità verde e la città una grande macchia di colore bianco. Ma il paesaggio va guardato da vicino, percorrendolo a piedi e leggendolo come un libro dove le lettere sono le pietre calcaree, le fenditure del suolo, la terra avara e avida di cure costanti. Il paesaggio ha molto da raccontare: le torri, a baluardo di un pericolo proveniente dalla terra o dal mare; i casali, testimoni di un’attività agricola di sussistenza a causa dell’eccessivo frazionamento delle campagne; le chiesette, espressione della semplice devozione contadina e delle mille preghiere per propiziarsi un buon raccolto; le edicole votive, poste ai trivi o ai quadrivi come segnali stradali; le lame che, prodighe di frutti nel passato, ora, tombate col cemento, sono motivo di preoccupazione per il rischio di allagamenti; le cisterne e i pozzi, sapientemente costruiti per raccogliere le acque piovane.

Le campagne, attraverso la stratificazione dei manufatti, mostrano le interrelazioni tra ambiente naturale, fattore umano, insediamento abitativo dove la mano dell’uomo in passato è intervenuta nel rispetto dei ritmi della terra, nel presente non si cura di alterarne i delicati equilibri naturali.

Nelle cartografie tecniche si può notare che il paesaggio di Molfetta non è piatto ma è solcato da depressioni carsiche prodotte dal dilavamento delle acque provenienti dall’interno, greti di fiumi effimeri pronti a riempirsi di acque tumultuose nel caso di eventi climatici estremi. Il territorio di Molfetta è attraversato da sei lame i cui argini, contenuti da muretti a secco a formare dei terrazzamenti, erano coltivati ad uliveti, mentre il greto per la sua umidità si prestava di più alle colture orticole.

Le lame rappresentano un ecosistema molto importante perché offrono rifugio alla fauna selvatica locale e favoriscono la conservazione delle specie vegetali tipiche di questo tipo di habitat; inoltre svolgono una indispensabile funzione idraulica, raccogliendo le acque provenienti dalla Murgia che alimentano le falde acquifere sotterranee prima di finire in mare.

Altro elemento caratteristico del paesaggio agricolo molfettese sono i muretti a secco che delimitano le proprietà; sono fatti di pietra calcarea usata anche per costruire trulletti (pagliari) o casette, per erigere muri alti a protezione delle colture in prossimità del mare.

Nel 2013 con il LUP (Laboratorio di Urbanistica Partecipata) un “team” di ingegneri e architetti, di cui faceva parte anche la relatrice, elaborò uno studio dei paesaggi molfettesi che portò all’ individuazione di otto sistemi paesaggistici nel nostro territorio. Questo lavoro, consegnato negli Uffici della Regione, ha partecipato ad un Bando Nazionale per la Tutela delle Architetture Rurali gestito da ogni regione d’Italia.

La Puglia nella ripartizione dei fondi complessivi ha ottenuto 56 milioni di euro nella prima tranches e 8 nella seconda, allo scopo di finanziare 375 interventi nella nostra regione.

L’ambito di nostro interesse per l’intesa con l’Aneb è quello delle Grotte Padula che comprende la parte di territorio attraversata dalla Lama Marcinase che confluisce nella cala San Giacomo (l’antico porto di Molfetta), il vecchio paesaggio rurale molfettese e la nuova zona industriale (ASI).

L’ Ambito Grotte Padula è caratterizzato da alcuni temi: le architetture rurali, gli antichi “cammini”, una strada di lungo periodo percorsa dai pellegrini che dal Gargano giungevano fino a Brindisi da cui è possibile intravedere il Duomo di Molfetta, i casali, le edicole votive, le chiesette di campagna, i muri a secco; inoltre i pozzi, le cisterne e le strutture ipogee delle quali si fa menzione in un antico Trattato del Seicento e sul cui ritrovamento stanno lavorando gli speleologi.

Nei dintorni dell’Ambito Grotte Padula inoltre ci sono degli elementi paesaggistici e artistici attrattivi per i turisti: la Lama di Santacroce, le Grotte di Ripalta e Cala Pantano nel territorio di Bisceglie, oltre alla Torre Calderina, alla Cala San Giacomo, la Basilica della Madonna dei Martiri con l’Ospedale dei Crociati nel territorio di Molfetta. Tutti questi elementi definiscono un quadro di relazioni di grande interesse che ha supportato la candidatura ai finanziamenti per la riqualificazione di quattro antiche strutture abitative esistenti in questo ambito per sottrarle al degrado.

Vinto il Bando Nazionale, i fondi di finanziamento hanno consentito “delle opere di manutenzione straordinaria nel nostro territorio agricolo, ponendo un freno alle trasformazioni e alla cementificazione in atto che sono l’elemento politico più sconsiderato rispetto alla gestione della città”.

Le strutture che hanno beneficiato di questi interventi sono: la villa di Mastrofilippo, la casina, il camerone, la cappella e la stalla di De Biase, il casale Angelica, il casale Fasciano. Per dare consapevolezza alla cittadinanza della necessità di proteggere la campagna antica da alcuni elementi di invasione, quali il terminal ferroviario, la zona produttiva ASI, le urbanizzazioni selvagge, è stato elaborato un progetto che coinvolgerà le scuole, le associazioni presenti sul territorio e l’Aneb con cui si è stabilita un’intesa per la fruizione delle architetture rurali.

Il Presidente Aneb, prof. Michele Laudadio, ha ravvisato la necessità di un sopralluogo nell’Ambito Grotte Padula, per verificare la fattibilità delle iniziative messe in cantiere, come ad esempio conferenze, incontri conviviali, passeggiate naturalistiche lungo i “cammini” ed altro.

Maddalena Azzollini

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