Maltempo a Molfetta: danni ai pescherecci a causa del forte vento e della violenza delle mareggiate. Gli errori di Azzollini per un porto inutile e la costruzione di una banchina incompleta
MOLFETTA – La banchina del nuovo porto di Molfetta continua a fare danni. L’errore della costruzione di un nuovo porto inutile produce problemi per i pescherecci. Basta una giornata di forte vento e mareggiate per mettere a rischio le imbarcazioni.
Questa notte gli armatori dei natanti sono stati a vigilare accanto alle barche, a bordo delle stesse o sulla banchina, per evitare che il maltempo potesse provocare danni come in passato. Malgrado ciò, alcuni pescherecci sono rimasti danneggiati, mentre i marinai imprecavano contro il braccio del nuovo porto commerciale voluto da Antonio Azzollini e affossato dallo stesso ex sindaco per gli errori e le presunte illeceità contestate dalla magistratura, che ha anche sequestrato il cantiere, dove tutto resta ancora fermo, mentre la ditta che dovrebbe eseguire i lavori è in difficoltà, col rischio che si debba ricominciare tutto da capo.
Per gli errori e l’ostinazione di un politico, a pagare sono i cittadini. Uno slogan dell’ex senatore parlava di un porto destinato ai nostri figli. A parte il fatto che, considerati i tempi, più che di figli si dovrebbe parlare almeno di nipoti. Che peccato hanno fatto queste future generazioni per meritarsi un destino simile: quello di un porto fantasma che ha tolto soldi e risorse al territorio e li ha costretti ad emigrare al Nord o all’estero! Forse era questo il futuro immaginato da Azzollini: ora lo abbiamo capito.
E intanto la marineria muore e il porto mercantile langue per la megalomania e gli errori di qualche politico poco prudente (è un eufemismo) che ha pensato alla gloria personale e più che alle prospettive della città.
Intanto anche la messa in sicurezza del porto, malgrado le promesse della nuova amministrazione, è di là da venire e non si hanno tempi certi, mentre l’inverno imperversa e distrugge, aumentando il pericolo per i natanti.
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