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Madonna dei Martiri arrivano finalmente i fondi di riqualificazione
15 gennaio 2011

Anche quando le cose sembrano facili, all’atto concreto risultano difficili. Soprattutto quando tra le due parti che devono cooperare c’è un po’di attrito o qualche obbiettivo strategico che sfugge. Per questo nel caso dei fondi regionali per la riqualificazione del quartiere della Madonna dei Martiri ci può limitare solo alle varie tappe che, alla fine, si sono concluse nell’individuazione delle risorse per riqualificare il quartiere e la conclusione del ricorso al tribunale amministrativo del Comune per l’esclusione dalla prima graduatoria regionale. Ognuno tragga le sue conclusioni sulle sterili polemiche o strategie invisibili che tra le due istituzioni, non solo in Puglia, non mancano mai. L’ultima puntata risale allo scorso 22 dicembre quando l’assessore regionale alle infrastrutture, Guglielmo Minervini, dopo circa tre mesi di attesa per ricevere una risposta dal Comune, ha alzato un po’ i toni per smuovere le acque chiedendosi se “l’amministrazione Azzollini fosse più interessata ai contenziosi legali o alla riqualificazione delle palazzine della Madonna dei Martiri?”. Questo per conoscere la posizione del Municipio dopo l’impegno formale preso la scorsa estate di rinunciare agli effetti della sentenza del Tar riconoscendo l’impegno della regione a finanziare ugualmente il progetto di riqualificazione del quartiere della Madonna dei Martiri che prevede la demolizione dei fabbricati fatiscenti e la realizzazione di 32 nuovi alloggi di edilizia sovvenzionata. Il ricorso era stato impugnato dal Comune dinanzi al Tar di Bari per l’esclusione del suo progetto dal Pirp (Piano integrato di riqualificazione delle periferie) bando di gara del giugno 2006, visto che nell’aprile 2009 il progetto molfettese non fu ritenuto ammissibile dalla commissione tecnica per la mancanza di alcuni requisiti o per carenze di ordine finanziario. Nel luglio dello stesso anno la giunta Azzollini fece ricorso al Tar di Bari per tale esclusione. Una eventuale vittoria del Comune, anche al Consiglio di Stato, non avrebbe fatto approvare il Pirp molfettese, ma solo rielaborare ai tecnici regionali un’altra graduatoria, annullando la precedente. Sempre nel luglio 2009 la giunta Vendola però approvò di finanziare una seconda graduatoria, in cui sarebbe rientrata Molfetta, insieme agli altri comuni esclusi; questo grazie al finanziamento dei fondi Fas, Fondi Aree Sottoutilizzate, e del Po-Fesr (Programma operativo fondo europeo per lo sviluppo regionale). La Regione è riuscita quindi a mettere a disposizione del Comune molfettese la stessa somma della prima graduatoria nell’arco di qualche mese: 2.4 milioni di euro di fondi Iacp, Istituto autonomo case popolari, e altri 1.6 milioni del Fesr, Fondo europeo di sviluppo regionale, sempre ovviamente per le nuove palazzine ed infrastrutture dell’area della Madonna dei Martiri. A questo punto tutto poteva procedere senza ulteriori intoppi, invece no. L’amministrazione comunale ha continuato con l’impugnazione al Tar vincendo il ricorso e facendo così passare il verdetto finale al Consiglio di Stato. Seguirono nel frattempo incontri delle due parti fino all’ultimo dello scorsa estate in cui i due enti s’impegnarono formalmente nel mettere la parola fine a questa storia: il Comune avrebbe rinunciato agli effetti della sentenza del Tar per liberare l’erogazione dei finanziamenti da parte della Regione. Arrivati a dicembre, pur avendo precedentemente assunto un impegno formale, il Sindaco non aveva ancora eliminato il contenzioso. Questo ha provocato la recente esternazione di Minervini vedendo avvicinarsi la fine del 2010 senza una risposta. L’assessore regionale a ragione si è posto la domanda “Azzollini tiene più ai contenziosi legali o alla riqualificazione delle palazzine della Madonna dei Martiri?” non ricevendo, per circa tre mesi, una risposta che doveva essere più celere poiché volta al bene di una parti della città più dimenticate dalla stessa amministrazione. «L’ostinazione di questa amministrazione - ha sottolineato l’assessore regionale - ha finora prodotto un solo effetto: ritardare una riqualificazione da tutti ritenuta essenziale e prioritaria. Questa disponibilità dimostra ancora una volta che non c’è nessuna volontà politica, né alcun tipo di ostruzionismo nei confronti del Comune che, se volesse, potrebbe già entro fine anno veder sbloccati i fondi per restituire maggiore dignità abitativa alle famiglie di un quartiere stanco delle promesse». Parole comprensibili e giustificabili, non sapendo però che il 17 dicembre con delibera di giunta 311/2010, il Comune rinunciava al giudizio previa l’assegnazione da parte della Regione di fondi immediatamente disponibili. Infatti solo il 22 dicembre in tarda mattinata, dopo i commenti di Minervini, è arrivata in Regione la trasmissione della suddetta delibera. Dunque non spiega perché per deliberare su una questione già definita in estate, ci siano voluti diversi mesi. La replica sempre del 23 dicembre di Pietro Uva, vicesindaco e assessore all’Urbanistica di Molfetta, ha smentito però la versione Minervini. «Se l’accordo tra Comune, Iacp e assessorato regionale, raggiunto l’estate scorsa nell’ambito del Pirp non ha avuto ancora seguito – spiega Uva – è solo perché l’impegno di spesa dei 2.4 milioni di euro è stato assunto solo qualche giorno fa dallo Iacp e ancora oggi la Regione Puglia non ha assicurato la copertura finanziaria di quell’atto. Inoltre la prima esclusione fu condivisa da Minervini che continua a parlare di un errore nella progettazione del piano che non c’era. Per questo è stato necessario un ricorso al Tar che ha infatti sconfessato la tesi della Regione restituendo a Molfetta una posizione in graduatoria che le garantisse un immediato finanziamento». «Minervini dimentica – insiste Uva – che è stata la stessa Regione Puglia ad opporsi ancora ai giudici amministrativi laddove riconoscevano sotto ogni profilo la validità del progetto molfettese. L’accordo con l’assessorato regionale – conclude – contemplava la definizione della vicenda processuale allorquando la Regione avesse deliberato la copertura finanziaria, fatto che non è ancora avvenuto». La risposta di Minervini ha messo si fine alla polemica: «Finalmente prendiamo atto – ha sottolineato Minervini – che il Comune di Molfetta si è impegnato a rinunciare a inutili ricorsi e a sottoscrivere l’accordo di programma con la Regione per la riqualificazione della Madonna dei Martiri. Siamo contenti per i cittadini della Madonna dei Martiri. Ora la Giunta regionale potrà deliberare il finanziamento dell’intervento di recupero». Nonostante la divergenza di interpretazione appare evidente una cosa. Viene definitivamente meno l’accusa, tutta politica, che l’amministrazione Azzollini aveva rivolto alla Giunta Vendola, ovvero di voler penalizzare ingiustamente e volutamente il progetto della riqualificazione della periferia molfettese. Nessuna polemica fermerà ora il piano di risanamento di questa zona popolare.

Autore: Domenico Sarrocco
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