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Liberalizzazioni, un piccolo consiglio di Quindici… ascoltato dai grandi
22 gennaio 2012

Sono state comunicate ufficialmente le misure predisposte dal Governo Monti riguardo il piano per le liberalizzazioni. L’intervento, a livello settoriale, è abbastanza diffuso. Si passa da alcune categorie professionali sino al comparto dell’energia, coinvolgendo anche banche e assicurazioni. In definitiva una revisione ampia che tocca alcuni processi fondamentali del sistema economico.

Senza scendere nei dettagli, già resi noti dai principali quotidiani nazionali, ma volendo osservare solo i pro e i contro della proposta presentata dal Consiglio dei Ministri, emergono alcune riflessioni. La prima, così come già esposto, è quella inerente i settori interessati. Finalmente si è intervenuto dove occorreva intervenire da tempo a dimostrazione che, quando realmente si deve operare nell’ottica dell’efficienza, si sa dove intervenire. Banche, assicurazioni, energia, categorie “protette”, possono rappresentare allo stesso modo una marcia in più o una zavorra per l’intera economia nazionale.
Una “latitante eccellente” dalla lente d’ingrandimento del Governo risulta ancora la Pubblica Amministrazione o in generale i servizi pubblici lontani, nonostante alcuni tentativi effettuati in precedenza, dagli standard qualitativi garantiti nel resto d’Europa. Tuttavia è anche comprensibile che la concentrazione sia stata posta in questa prima fase su quelle misure che nell’immediato possono produrre effetti positivi, considerando che le riforme strutturali per la PA richiedono una preparazione molto più ampia e complessa, dovendo rimodulare non nel dettaglio, ma profondamente, schemi mentali e operatività.
Sul lato dei contro è possibile osservare invece che alcuni tentativi, anche rispetto alle anticipazioni dei giorni scorsi, risultano parziali. Sui carburanti, sui farmaci o ancora sui notai si è lavorato senza troppo osare. Sembrerebbe quasi una mancanza di coraggio ma alla fine, considerando il lungo arco temporale dell’attesa, più di qualche decennio, almeno “loro ci hanno provato”, forse perché slegati dai forti condizionamenti della politica.
In ultimo, una nota di soddisfazione per Quindici. Nell’articolo del 7 novembre 2011 dal titolo “Le misure per lo sviluppo: istruzioni per l’uso”, si riportava testualmente… “Se consideriamo ad esempio un soggetto, magari di giovane età e con idee innovative, che volesse avviare una nuova attività, potremmo comprendere quali siano le vere e prime difficoltà cui una neo impresa deve sottostare. Per far nascere una società occorre innanzitutto recarsi da un notaio per sottoscrivere l’atto costitutivo e lo statuto, ovvero sostenere un costo che supera mediamente i 1.200,00 Euro per dire solamente chi sono e cosa voglio fare”.
Una piccola voce che da sola evidenziava un forte freno all’imprenditorialità, non ripreso da nessun altro organo di informazione o comunque non citato nelle anticipazioni delle misure proposte dal Governo. Con immenso piacere, si è ascoltato invece che “Viene istituita una nuova figura di società per i giovani sotto i 35 anni, la società semplificata a responsabilità limitata: basterà un euro per versare il capitale e non sarà necessario l'intervento del notaio" (Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà in conferenza stampa a Palazzo Chigi).
La speranza quindi è che si continui ancora con maggiore incisività, affinché il percorso avviato possa ridare speranza non solo all’economia ma anche alle idee ed ai progetti di chi deve rilanciare l’Italia.
Autore: Domenico Morrone
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