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Lettere : Una città abbandonata e degradata
15 giugno 2012

 

Gent.le redazione di Quindici, lo stato di abbandono di alcune zone di Molfetta è l’indegno biglietto da visita che chi l’amministra offre a chi proviene da fuori città, e che fa da contr’altare ai proclami “offerti” ad usum delfini. Per chi dovesse entrare nella nuova Molfetta dalla complanare della 16 bis si può apprezzare subito sulla sinistra quella che sarà una futura mega rotonda per ora accessibile solo ai fuoristrada dopo la discesa di una piccola duna rocciosa teatro pochi giorni fa di una aggressione da parte di un branco di cani ai danni di un malcapitato passante. Proseguendo sempre sulla sinistra si può ammirare la Villa dell’ex assessore che quasi come un trabucco si sporge sulla lama. Si giunge poi in Via Spadolini. Montagne a destra e a sinistra, residui di lavori di “sistemazione” mal effettuati. Primo incrocio Via de Simone: sul lato sinistro si può ammirare una palameccanica abbandonata arrugginita presente ormai da due anni. sul lato destro un cantiere infinito i cui vecchi appaltanti hanno pensato bene di lasciare sui terreni di fronte i grossi massi usati da contrappeso per la gru ora smontata. Più volte, ben 3 milioni di euro sono stati stanziati per il “completamento delle opere di urbanizzazione” dei comparti da 1 a 9. Ora nell’ultimo proclama “addio città dei fossi” sono stati annunciati i lavori sulla strada che proviene da Bisceglie (in parte già ultimati) e si pensa che in ultimo si sistemeranno anche i comparti 1-9 ed invece non c’è più traccia dei nuovi comparti... c’è chi si lamenta dei pali senza luce a via Percoco. Si giunge poi alle ville sequestrate per essere state costruite troppo vicine alla suddetta lama. Un dirigente comunale dice che si potrà risolvere qualcosa solo se si portano via “il senatore”, ovviamente in carcere! Che sciagura! Lettera firmata  Gentile Signore, intanto non ci auguriamo il carcere per nessuno e tantomeno per il sindaco che rappresenta la nostra città sia perché non è una bella cosa per lui, sia perché, da una tale malaugurata ipotesi Molfetta ne avrebbe un ulteriore immagine negativa e finirebbe massacrata su tutti i media. Purtroppo lei dice bene che la città è lo specchio di chi l’amministra e la sua immagine all’esterno riflette i dati negativi, come avveniva per l’Italia quando era rappresentata da Berlusconi e gli italiani si vergognavano ad andare all’estero perché erano derisi e presi in giro al grido di “bunga, bunga”. Ora quel periodo è finito, l’Italia sta riacquistando un’immagine positiva con i due Mario, il premier Monti e il presidente della Bce Draghi. Ci auguriamo che anche Molfetta abbia un rinnovamento in tal senso che le permetta di recuperare l’immagine di un tempo, facendo dimenticare quella attuale di città sporca, degradata, inefficiente, che ricorda più i suk arabi che un paese occidentale.

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