Lettere : Povera Molfetta, non ti riconosco più: che vergogna!
Gentile Direttore, i colori e i profumi della Primavera ci invitano a passeggiare tra le strade della nostra amata città e a frequentare luoghi che durante l’inverno sono stati dimenticati: il lungomare, il porto, i parchi. E a riflettere e porci delle domande, purtroppo. Purtroppo sì, perché basta guardarsi intorno per vedere il degrado nel quale la nostra città versa in tutti sensi e chiedersi: “come è possibile che le mia città sia diventata così sporca? Così degradata? E come è possibile che i miei concittadini siano così incivili e noncuranti delle bellezze che tutta l’Italia ci invidia?”. Infatti, passeggiando sul lungomare è meraviglioso il panorama: a sinistra spesso si vede il Gargano e a destra la Cattedrale di Giovinazzo... che meraviglia! Queste immagini, il profumo e il rumore del mare sono davvero nell’immaginario dei molfettesi, soprattutto di quelli come me che per anni questo mare non hanno potuto né vederlo né sentirlo e che lo hanno portato nel cuore, specialmente quando si sono resi conto che dire “Puglia” in Italia e all’estero è dire “mare, cielo azzurro e sole”. Passeggiando sul lungomare, quindi, è meraviglioso il panorama all’orizzonte... perché non bisogna assolutamente abbassare lo sguardo verso gli scogli dove si trova DI TUTTO e non mi soffermo su cosa sia questo “tutto” perché qualsiasi concittadino dotato di vista e buonsenso può valutarlo! Come è possibile?! ancora più imbarazzante quando mio figlio di due anni mi chiede spiegazioni su quello che vede. Cosa dovrei rispondergli? che i ragazzi la sera fanno il gioco a chi lancia più lontano le bottiglia di birra?! Allora il mio viso assume la stessa espressione di quando andiamo“ai giochi”. E qui voglio davvero aprire un capitolo a parte, se lo spazio mi è concesso: stendiamo un velo pietoso sullo spazio giochi della Villa Comunale, gentilmente offerto da un privato - non senza un ritorno economico, ovviamente, perché i bimbi insistono per andare alle giostre a pagamento più allettanti - che è assolutamente insufficiente per l’utenza del centro città. Ciò che più mi sconvolge di questi spazi “verdi” è che sono lasciati al completo degrado ambientale e alla mercé di piccole gang cittadine che tranquillamente circolano con lo scooter, minacciano i volontari che si prendono cura di questi spazi, scavalcano senza pudore i recinti per distruggere, deturpare quello che è stato costruito per i loro fratelli più piccoli, sputano sui giochi, vi danno fuoco! Ora, non serve un amministratore particolarmente lungimirante per comprendere che questi spazi, dopo essere stati costruiti, vanno tutelati attraverso un controllo di telecamere, magari un giro panoramico occasionale delle Forze dell’Ordine, vanno resi fruibili alla cittadinanza di fatto, sia attraverso orari di accesso precisi e stabili, sia attraverso la tutela e l’incolumità di chi li frequenta. E se il problema è l’inciviltà dei nostri ragazzi, bene, si faccia una campagna pubblicitaria non per dire quello che stiamo facendo - il Porto, le strade - ma per far leva sui tanti cittadini molfettesi onesti e rispettosi, su quelli che pensano che la tutela del paesaggio cittadino non riguardi le loro tasche ed educare ai più elementari principi di convivenza civile questi giovani senza freni morali. Si pensi non solo al futuro dei nostri figli ma anche al presente! Ora c’è il nuovo parchetto nel Centro Storico che è già meta di vandali e chissà se fino all’inaugurazione ci arriveranno lo scivolo ed il lampione di turno che noi abbiamo pagato! Paghiamo nuovi parchi pronti per essere distrutti e paghiamo operai che taglino tutti gli alberi della nostra città come se fossero malati: neppure una foglia può fare ombra alle nostre auto, neppure un uccellino può cinguettare per le nostre strade... rase a zero a suon di cesoie gli alberi del lungomare, del Viale e traverse, del Corso, quasi che gli alberi non fossero di un Paese il valore aggiunto ma solo un soprammobile da spolverare. Passeggiando sul lungomare con mio figlio mi chiedo: come è possibile questo degrado? Molfetta, una città che ha un fermento culturale giovanile come poche nel territorio, una città che sa fare da terreno a personalità con un alto senso critico e profilo culturale da Salvemini a Caparezza, una città che io amo e per tornarci ho lottato e ho rinunciato a tanto, come è possibile che debba essere pulita ed in ordine solo tra il Fashion District e l’Ipercoop? Allora a mio figlio sul lungomare dico di guardare più in alto degli scogli, al cielo azzurro al mare, le barche e gli racconto che un tempo al porto si vedeva anche il tramonto, il sole che scendeva alle spalle del nostro Santuario... e poi gli canto quella canzone che mi fa venire i brividi e dice “...o Puglia mia, ti porto sempre nel cuore quando vado via e subito penso che potrei morire senza te e subito penso che potrei morire anche con te...”. Grazie dell’attenzione. Francesca Che dire? Questa lettera si commenta da sé, ne riceviamo tante simili. La risposta è sempre la stessa. Speriamo che domani ci possa essere un’amministrazione diversa da quella che ha funestato la città negli ultimi anni e che sicuramente passerà alla storia per una delle peggiori, se non la peggiore di tutte. Ma è necessario che tutti noi reagiamo, che non ci limitiamo a lamentarci del degrado. Noi di “Quindici” lo facciamo da oltre 18 anni, ci accusano di essere ipercritici, ma ci spinge solo il nostro amore per la città che vogliamo vedere migliore, e continueremo a farlo, siamo liberi e non dobbiamo dire grazie a nessuno e soprattutto siamo gli unici, ormai, a raccontare i fatti, gli scandali, a fare giornalismo d’inchiesta, quello che gli altri non fanno e non dicono. Il nostro è giornalismo di servizio, non abbiamo interessi immobiliari o fondiari e non dobbiamo coprire nessuno. Ecco perché siamo realmente liberi e vogliamo contribuire a risvegliare le coscienze per cambiare questa città soprattutto per i nostri figli.