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Le quotidiane malefatte dell'amministrazione comunale di Molfetta: PD, spezzare il medioevo azzolliniano
12 giugno 2012

MOLFETTA - «Il vero problema è l’assuefazione dei cittadini all’illegalità diffusa, dalla cicca di sigaretta buttata per terra, sino ai gazebo per la vendita di frutta e verdura che stanno sorgendo come funghi, contravvenendo a ogni regola non solo legale, ma di civiltà». Lapidaria l’affermazione di Guglielmo Minervini, assessore regionale alle Infrastrutture, espressa nel suo intervento per la manifestazione pubblica del PD «Una città in bilico: le quotidiane malefatte di un’amministrazione senza regole» (nella foto Abbattista, Salvemini, Minervini).
Toni fuori dal politichese, duri, chiari e diretti, quelli degli interventi di Giovanni Abbattista, segretario locale del PD, e Mino Salvemini, capogruppo dell’opposizione in Consiglio Comunale, che hanno puntato il dito sullo stato di degrado a Molfetta provocato dall’amministrazione del sindaco senatore Pdl, Antonio Azzollini. Un inqualificabile crescendo rossiniano di scandali giudiziari, illegittimità e discutibili scelte amministrative che non solo hanno lasciato irrisolti i problemi dei cittadini, ma ne hanno creato di nuovi e più gravi per la futura amministrazione. L’emergenza civile e politica della città sta forse risvegliando anche l’opposizione.
Molfetta si è ridotta a immagine e somiglianza del suo sindaco. «Molti comparti della pubblica amministrazione sono stati portati fuori dal Comune», ovvero “traslati” alla Procura della Repubblica di Trani, ha sottolineato il segretario del Pd, soffermatosi principalmente sulla precarietà di tutto il comparto amministrativo. Infatti, «chi frequenta gli uffici comunali, si trova spesso di fronte gli agenti di Guardia di Finanza, Forestale» e, a quanto pare, anche Ros (agenti dell’antimafia).
Insomma, qualcosa non ha funzionato in questi anni, secondo Abbattista, che ha parlato di una vera e propria condizione patologica, di palese illegalità di tutta la macchina amministrativa. Si può continuare a governare in questo modo? Evidentemente no, come dimostra la costante attenzione da parte della Magistratura, perché «chi ha governato Molfetta ha considerato le leggi un fastidioso impedimento per raggiungere i suoi scopi», non sempre legittimi, ritenuti giusti a prescindere dal doveroso rispetto delle norme.
«Interi armadi sono stati trasferiti presso la Procura della Repubblica - ha aggiunto Salvemini -. Le regole si piegano anche quando ci sono necessità poco commendevoli da perseguire». Chiara l’allusione nella formula «poco commendevole» al piccolo favore all’amico o anche all’eventuale infiltrazione d’interessi di varia natura. Così Azzollini pare essere un “legibus solutus”, uomo che prescinde dalle norme contrarie ai suoi interessi e a quelli dei suoi sodali.
I box della frutta hanno screziato ogni elementare regola giuridica, economica, e sanitaria: la questione è poi risaltata agli onori delle cronache per l’ultima boutade contro i servizi igienici. «Non esiste situazione analoga in nessun paese civile al mondo», secco è perentorio Salvemini, che si è soffermato anche sulla questione dei dirigenti (già affrontata da Quindici nella rivista in edicola a maggio), che Azzollini avrebbe voluto prorogare di un ulteriore quinquennio, dopo la fine del suo mandato, magari per ipotecare il potere sulla città anche in caso di vittoria di uno schieramento opposto alla sua compagine. Intento di una gravità assoluta, che evidenzia come il sindaco abbia una concezione padronale di Molfetta.
Necessari dei bandi pubblici per selezionare i dirigenti migliori, la proposta di Minervini, perché oggi ricoprono quei ruoli i «trombati della politica» e il Comune è diventato «un pollaio al cui capo abbiamo messo i lupi».
Excursus politico anche sui 7 milioni di euro tagliati a Molfetta dal Ministero dell’Economia per la capotica decisione di far accreditare i finanziamenti del porto sul conto corrente comunale. Non solo, ma a quanto pare Azzollini avrebbe pensato di aumentare l’IMU della sola casa principale (con l’aumento dell’IRPEF, manovre da decidersi nel Consiglio comunale di approvazione del Bilancio di previsione 2012). Ennesima spicciola propaganda politica, perché il Comune sarà costretto a toccare anche l’IMU sulla casa secondaria per far quadrare i conti.
Dalla fallimentare gestione del territorio ai lavori del nuovo porto commerciale, ormai impantanati da tempo, dall’irrisolto problema della sicurezza in città al recente scandalo che ha interessato il depuratore, passando per l’opaca vicenda della rimozione del Comandante della Polizia Municipale e le innumerevoli irregolarità che riguardano il mercato diffuso: questi alcuni dei «danni» arrecati alla città da Azzollini e dalla sua amministrazione, elencati dagli organizzatori dell’incontro. «A distanza di pochi mesi dalle prossime elezioni per il nuovo sindaco, è giunto il momento di fare un bilancio di questa pessima esperienza amministrativa - la chiosa di Abbattista - per proiettarsi verso la costruzione di una valida e convincente alternativa di governo della città».
«Regressione totale», è stata questa l’immagine usata da Guglielmo Minervini per dipingere l’«assuefazione dei cittadini che oramai non protestano, non si ribellano, pian piano si sono abituati a tutto». Non è mancato un passaggio sul sequestro probatorio del depuratore di Molfetta, incentrato solo sulla grave emergenza ambientale a Torre Calderina (ma non sulle responsabilità politico-dirigenziali degli eventuali reati contestati dalla Procura di Trani) e sulla speculazione politica per la vicenda dell’ospedale di Molfetta.
«Ci attendono mesi difficili per la seconda fase di ristrutturazione della sanità pugliese, che investirà anche Molfetta, ma la stessa è stata maldestramente imposta dai recenti governi di cui il sindaco Antonio Azzollini è stato parte integrante - ha spiegato Minervini -. Una posizione troppo comoda e ipocrita, se Azzollini al Governo ha contribuito a varare determinati provvedimenti che poi come sindaco osteggia». Perciò «è il momento di ragionare insieme, di costruire il dialogo, senza agitare inutilmente e strumentalmente la piazza».
Scardinare l’assuefazione, recuperare l’orgoglio di essere cittadini molfettesi, questi gli obiettivi. Con l’impegno civile si potrà spezzare questa fase buia e medievale che ha investito Molfetta, in questi ultimi anni.   
 
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Autore: Nicola Squeo
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