Recupero Password
“Le notti bianche”, incontro fra due solitudini Rappresentata all'Auditorium l'opera di Dostoevskij
15 aprile 2002

Il Centro culturale Auditorium di Molfetta ha ospitato l'intelligente spettacolo che il gruppo teatrale Freedom ha portato sulle scene: “Le notti bianche”, un forte racconto di Fëdor Dostoevskij. Regista e autore della trasposizione teatrale, Tonino Ragno. Sulla scena solo due personaggi. Il sognatore, un giovane che ha tanta voglia di comunicare con gli altri. E Nasten'ka, la ribelle deliziosa ragazzina, innamorata di qualcuno che non si vede mai, ma che tra i due è un'assenza-presenza ingombrante. Gli incontri tra due solitudini, che generano un disperato bisogno di comunicare, che avvengono in quattro “notti bianche” come solo a Pietroburgo è dato farne esperienza. Se il sognatore interiorizza ogni realtà e preannuncia la ribellione, la rivolta contro tutto ciò che è corruzione e ipocrisia (tipico atteggiamento di tanti personaggi dostoevskijani), Nasten'ka pare quasi annunciare Anna Karenina di Tolstoi per la centralità e la consapevolezza della sua scelta emotiva ed esistenziale. “Il caso Dostoevskij è un capitolo a sé nella storia del teatro”, commentano i giovani attori del gruppo Freedom. “Lui, che non scrisse mai nulla per il palcoscenico, è stato tuttavia rappresentato infinite volte, sempre in modo diverso”. E, proprio a proposito de “Le notti bianche”, lo scrittore russo ebbe a scrivere: “Compito della vita è essere uomo fra gli uomini. La vita è dono, è felicità, ogni minuto può essere un secolo di felicità”. Ma questo è già il finale, il senso della battuta conclusiva, il messaggio con cui Dostoevskij si congeda dal suo tormentato sognatore. E dalla sua Nasten'ka. Luca Leone è stato un sognatore doc, giacché dispone di mezzi espressivi di risalto tali da offrire dedizione fisica e psicologica al personaggio; Vanna Ligustro, una deliziosa Nasten'ka che ha saputo, con raffinata sensibilità, rendere la “focalizzazione interna” di una soggettività mentale e corporea; di ottimo livello anche la presenza di Zaccaria Amato. Un'esplosione di disperato lamento ha trovato espressione nel bellissimo balletto classico che Francesca Tedeschi ha eseguito sulle note di Ciakovsky. Prezioso anche il contributo di Daniele de Gennaro, a cui si deve la puntuale consulenza tecnico-artistica. La regia ha tradotto con intelligenza in scrittura ed epifania scenica la tempesta emozionale vissuta dai due protagonisti.
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet