MOLFETTA – Si fa incandescente la vicenda delle lame, del nuovo Pip e dei rischi idrogeologici, dopo i 20 avvisi di garanzia inviati a tecnici, ingegneri comunali e studi professionali di Molfetta. http://www.quindici-molfetta.it/News.aspx?Id_News=17930
Ora interviene Guglielmo Settimo Facchini, portavoce dei proprietari dei suoli attraversati dalle lame ad alta pericolosità idraulica del Comune di Molfetta, «sottoposti incautamente ad esproprio dalla Amministrazione Azzollini poiché ricadenti nell'area del così detto terzo PIP».
Ricordiamo che “
Quindici” ha ospitato alcuni interventi di Facchini che lanciava l’allarme sul rischio di dissesto idrogeologico nell’area della zona artigianale e industriale, un allarme che il nostro giornale ha rilanciato, dopo che l’Autorità di Bacino aveva ammonito l’amministrazione comunale di centrodestra presieduta da Azzollini ha evitare concessioni edilizie per insediamenti produttivi all’interno delle lame.
http://www.quindici-molfetta.it/News.aspx?Id_News=11023
L’autorità di bacino formulava altre raccomandazioni, puntualmente ignorate dall’amministrazione comunale, che, però, dopo il blitz degli agenti del Corpo forestale dello Stato, in seguito a un’inchiesta della Procura della Repubblica di Trani, si è affrettata a proporre un piano che prevede un doppio sistema di contenimento delle acque nella zona artigianale per la prevenzione del rischio idraulico legato alla presenza delle lame.
Sul problema era intervenuta anche Legambiente con una nota in cui accusa il Comune di ignorare il rischio idrogeologico
http://www.quindici-molfetta.it/News.aspx?Id_News=10935 e anche il prof.
Vito Copertino, Ordinario di Costruzioni idrauliche e idraulica fluviale, già Preside della facoltà di Ingegneria dell’Università della Basilicata, in un’intervista a “Quindici” rilanciava l’allarme.
Infine una conferenza pubblica sul problema delle lame era finita in rissa a dimostrazione di come il problema fosse scottante e creasse imbarazzo all’amministrazione comunale e ai suoi tecnici.
Ora con una nota inviata agli organi di stampa Guglielmo Facchini torna a farsi sentire e ad accusare l’amministrazione comunale.
«Parlo questa volta spinto dagli insistenti notiziari nazionali – scrive Facchini - che elencano disastri per dissesti idrogeologici di qua e di là in tutta Italia e che causano tante vittime innocenti.
Credo che debbo riprendere la parola, anche alla luce di quanto il nostro sindaco va affermando sull'argomento, impropriamente, di continuo sui media locali, creando così confusione e falsi allettamenti ingannevoli.
Dopo quasi due anni di silenzio quindi, sento mio dovere riprendere la parola, per fare chiarezza sulla vicenda della zona PIP e della zona ASI, entrambe in buona parte edificate in zona alta pericolosità idraulica.
Al di la di ogni polemica, per onestà intellettuale, e per fare chiarezza, mi corre innanzitutto l'obbligo di elencare alcune precisazioni:
1) Lama Scorbeto, Marcinase, Vincenza e dell'Aglio, drenano una superficie di 150 Kmq. Esse costituiscono la cosiddetta Lama Nord che sfocia a Cala San Giacomo in un tronco fluviale unico. Si tratta delle lame edificate dalla zona PIP ed ASI e non solo sotto la amministrazione Azzollini, ma anche nelle precedenti.
2) Lama Pulo, piccola ed insignificante lama che nasce nei pressi della dolina del Gurgo e del Pulo e che nelle amministrazioni precedenti è stata usata, ingigantendola con aggiustamenti cartografici per commettere abusi edilizi e scempi del territorio, (vecchio studio DAU), sfocia alla secca dei pali e risulta anch'essa ostruita dai lavori di urbanizzazione primaria oggi in corso nel comparto 25.
3) Lama Sedelle sulla Molfetta Ruvo e Lama Scotella (dall'ospedale al vecchio porto), drenano circa 7 kmq e sono state edificate da palazzine per civili abitazioni dalla sedici Bis fino al loro sbocco sul mare.
4) Lama Cupa infine drena circa 14 Kmq e sta subendo la stessa sorte di queste ultime due.
5) Si badi bene: ognuna di queste lame citate, esclusa la piccola lama Pulo, drena diversi milioni di metri cubi di acqua al giorno, in caso di piena, prevista entro i prossimi 27 anni.
6) Il grave dissesto idrogeologico provocato da queste illecite costruzioni, mette a serio rischio i manufatti ma soprattutto la vita di persone innocenti, come del resto accade in tutta Italia (il 70% dei Comuni italiani presentano lo stesso imbarazzante problema di Molfetta).
7) Tutte le regioni, le province ed i Comuni di Italia, compresa la Puglia, hanno legiferato per rendere lecito questo stato di cose e facendo ciò, si è venuta a realizzare in tutta Italia, un condiviso malcostume, con una diffusa urbanizzazione selvaggia, con lottizzazioni abusive, e molti altri illeciti e reati il cui elenco sarebbe troppo lungo richiamare.
Si è dato ad essi, una parvenza di legalità, ma in aperto oltraggio a leggi nazionali mai abrogate ed a più recenti leggi e disposizioni europee in vigore, si è edificato in zone proibite, mettendo a rischio la vita di innocenti. Ancora oggi mentre scrivo, queste disposizioni vecchie e nuove vengono volutamente ignorate e violate dalla amministrazione corrente di Molfetta, pur avendo essa, piena conoscenza di tutte queste leggi che trasgredisce, ogni volta che viene rilasciata una licenza edile.
8) La Autorità di Bacino della Regione Puglia, da tempo aveva indicato al consorzio ASI ed al Comune di Molfetta , quali sono le zone dove si può edificare senza rischio per manufatti e perdita di vite umane, ossia dapprima che avvenisse la approvazione del piano particolareggiato delle nuove zone di espansione PIP ed ASI l'amministrazione Comunale ed i responsabili del consorzio ASI sapevano cosa fare e dove costruire.
9) Il sindaco Azzollini e tutto il suo staff invece, se ne infischiano, come pure i responsabili del consorzio ASI. Essi continuano ad ingannare i cittadini e quel che è peggio a scrivere sui media con giochi di parole per nascondere la verità, la realtà dei fatti. Essi così facendo giocano con la vita delle persone.
10) Le tanto ventilate opere di mitigazione del rischio idraulico di cui il sindaco Azzollini tanto si vanta, sono a tutti gli effetti di legge, illecite, oltraggiano leggi europee e nazionali e soprattutto sono assolutamente insufficienti per scongiurare tale rischio.
11) Il sindaco Azzollini e lo apprendo da quanto scrive sui giornali locali per la zona PIP, vuol far passare le normali urbanizzazioni della fogna bianca, come opere di mitigazione del rischio. Egli ci spieghi come potrebbe la fogna bianca, drenare una portata di milioni di metri cubi di acqua al giorno?
12) Infine anche i responsabili del consorzio ASI oltre che lui, propongono opere di mitigazione a monte della zona PIP ed ASI improponibili ed insufficienti, che qualora malauguratamente venissero realizzate, insulterebbero leggi nazionali di per sé stesse. Così facendo inoltre, si continuerebbe con la costruzione abusiva di manufatti in zona alta pericolosità idraulica.
13) Questi spavaldi amministratori, non si preoccupano per niente di mettere al sicuro prima le case della città, dove centinaia di famiglie per colpa loro, sono esposte al grave dissesto e quindi al rischio di inondazione ed alla perdita di vite umane.
14) Le case per civili abitazioni sono state infatti edificate nell'alveo di lama Sedelle, Scotella e Cupa e così, con licenze edilizie e permessi a costruire delle amministrazioni passate, ma sopratutto a causa della amministrazione Azzollini, si è realizzata una rovina urbanistica senza precedenti, portando ad un impoverimento del tessuto paesaggistico e di conseguenza urbanistico, con degrado ambientale irreparabile.
15) Le opere di mitigazione proposte per la zona PIP ed ASI già esistenti, non solo sono illecite ed insufficienti per i motivi elencati in precedenza, ma addirittura costosissime.
16) Inspiegabilmente, anziché rifare il piano particolareggiato PIP, nel pieno rispetto delle fasce di rischio idrogeologico e delle fasce paesaggistiche a partire dalle ripe delle lame che le leggi impongono, il nostro sindaco con un desiderio bizzarro da monarca capriccioso che si impunta come un bambino viziato, propone opere illecite e faraoniche di deviazione di lama Scorbeto (la lama del terzo PIP) violando queste leggi nazionali ed europee! Addirittura la devierebbe convogliando le acque nella dolina del Pulo o nella dolina del Gurgo che sono zone protette!
Chi pagherebbe decine di milioni di euro di spese per realizzare tali opere? Le nostre tasche?
Perché non dice la verità ai cittadini circa la bugia della fogna bianca della zona PIP?
Le bugie hanno le gambe corte. Prima afferma che le lame non esistono e non
attraversano Molfetta , ora cambia bugia e ci propone la marachella della fogna bianca.
Queste bugie sono state usate purtroppo già largamente in passato. Esse sono ed erano i vecchi temi delle bugie dei decenni scorsi, quando sono state realizzati abusi edilizi e lottizzazioni selvagge causando la catastrofe ambientale che oggi è sotto gli occhi di tutti.
Almeno si inventassero qualche marachella nuova! Quella proposta è un film già visto centinaia di volte dagli anni cinquanta in poi in poi.
17) Altrettanto dicasi anche per i responsabili del consorzio ASI, che propongono a loro volta la deviazione delle lame, con un'opera faraonica di condotte inspiegabilmente in salita! Stessi reati, stessa musica.
18) Infine: tutto il sistema di propaganda del Comune fa passare il costo delle opere di mitigazione del rischio con la modica somma di un milione di euro. Il vero obbiettivo è un altro. Non è lo sviluppo di Molfetta. Gli opifici si possono realizzare dove la sicurezza e le leggi lo consentono. Il rischio è di realizzare con soldi pubblici, opere faraoniche di centinaia di milioni di euro a spese nostre a cui andrà ad aggiungersi il pesante onere di opere di mitigazione che non costano certo un milione di euro anche se fosse legale realizzarle ad aggiungersi.
Che sta succedendo ai nostri amministratori?
Dimenticano forse che sono responsabili a tutti gli effetti di questo dissesto?
Dimenticano che devono rispondere di molti illeciti e di molti reati?
Dimenticano che debbono rimborsare di tasca loro, le conseguenze di questi
misfatti, in caso di inondazione?».
Guglielmo Settimo Facchini