La zona produttiva avanza e si espande a Molfetta, ma dove sono i posti di lavoro?
MOLFETTA - In questi giorni in cui si moltiplicano le notizie riguardo nuove costruzioni associate a nuovi scempi ambientali e rimbalzano svariate denunce di cittadini che sembrano amare la propria città un po' più degli altri, ma una domanda sorge spontanea: ma nella nostra città il progresso e le opportunità per i giovani sono realmente cresciuti? Sradicare olivi e mandorli un po' dappertutto ha creato i tanto sperati ed auspicati posti d lavoro per noi cittadini molfettesi?
La zona industriale e quella artigianale assomigliano sempre di più ad un moderno Eldorado per chi voglia investire nei settori più produttivi come quello del commercio che in questo periodo va più forte di un treno giapponese ad alta velocità. La città si è espansa e su questo non ci sono dubbi ma basta tendere le orecchie per ascoltare l'ennesima polemica di un giovane disoccupato, pieno di sogni nel cassetto, che continua ad attendere il proprio turno che sembra non arrivare mai, chissà per quali strani scherzi del destino e della società. Sembra incredibile ma nelle nuove realtà commerciali della zona ASI è difficile ascoltare tra gli impiegati la cadenza linguistica molfettese. Perché? Perché la maggior parte dei neo assunti vengono da città limitrofe?
Si può capire, visto che tutto il mondo è paese, che ci siamo dappertutto talenti meritevoli di assunzione ma non si capisce perché a Molfetta ce ne siano meno. Eppure la mattina i treni che portano gli studenti a Bari per frequentare le varie facoltà sono occupati per la maggiore da molfettesi e se da cosa nasce cosa in città ci sono più laureati che pensionati. Occorre tutelare maggiormente i cervelli della città e non lasciare che fuggano via solo perché vi è il solito figlio di mamma, papà, zia, zio e nonno che va ad occupare, senza grandi sforzi, un posto che non si meriterebbe mai senza la mano tesa della sua influente parentela.
Ci sono ragionamenti che, probabilmente, sulle pagine di un giornale non si possono fare per non incorrere in querele o addirittura minacce e quindi è meglio fermarsi qua con le parole.
Comunque visto che, ormai i terreni in cui regna ancora quel poco verde che ci rimane, cominciano ad essere puntati dai futuri investitori, che il verde, certo, lo vedono ma è quello dei bigliettoni, facciamo in modo che ad ogni albero sacrificato corrisponda un nuovo posto di lavoro per i giovani molfettesi.
Se così fosse la disoccupazione in città sarebbe un problema superato e di sicuro ci sarebbe chi emigrerebbe dal Nord Italia per venire da noi tanto di alberi ce ne sono a bizzeffe!!
Autore: Francesco Tempesta