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La Virtus batte Matera e conquista la permanenza in A dilettanti
15 maggio 2009

Lo avevamo detto. Ci sono partite che possono cambiare una stagione. Il successo ottenuto dalla Virtus in quel di Fossombrone all’ultima giornata della regular season ha completamente ribaltato il senso del campionato del Centro Ford, consegnando una undicesima posizione con relativo fattore campo nei playout, certo al primo turno, molto probabile nell’eventuale e decisiva ultima spiaggia. E’ andata proprio così, e i nostri sono stati bravi a sfruttare i turni interni per combattere un Matera rivelatosi fin troppo timido lontano dalle mura amiche. Da rilevare che, invece, la Virtus ha sfiorato la vittoria in gara 4 in Basilicata, avendo condotto lungamente e fino al 35’. Al contrario della Bawer, costantemente sotto e sconfitta con una doppia cifra di media al Palapoli. E’ certamente l’ora dei bilanci, e dobbiamo rimarcare che ancora una volta la Virtus non ha deluso i suoi tifosi. Probabilmente se prima dello start della stagione qualcuno avesse pronosticato una salvezza al primo turno dei play-out, nessuno dei dirigenti bianco azzurri avrebbe storto il muso.La salvezza era l’obiettivo dichiarato e salvezza è stata. Bravi tutti dunque, dal presidente Bellifemmine a tutti i dirigenti. Un plauso particolare al coach Sergio Carolillo, più volte ingiustamente attaccato nella prima metà dell’anno (e non solo), ma che ha compiuto l’ennesimo capolavoro. Già negli scorsi mesi avevamo rilevato una crescita costante da parte della squadra, coincisa col cambio Longobardi- Malamov, da cui la Virtus ha tratto enormi benefici. La Virtus di inizio anno era una squadra sbilanciata e carente in difesa, bisognosa di un collante, un uomo squadra capace di aggiungere difesa, tiro, carisma, leadership. Uno di quelli che fanno la cosa giusta al momento giusto. Andrea Malamov, appunto. L’innesto del romano ha aperto spazi sotto le plance a Lillo Leo, alla migliore stagione molfettese di sempre, a nostro modesto avviso. Il lungo di Francavilla ha dato qualità e numeri, punti e rimbalzi, formando una delle migliori coppie di tutto il girone insieme a Lollo Di Marcantonio. Davvero bravo il pivot, capace di tirare giù montagne di rimbalzi, rifilare stoppate in serie e andare costantemente in doppia cifra. A completare il pacchetto lunghi l’utile Giorgio Mapelli, arma tattica molto importante e capace di giocate decisive. La crescita costante di Milos Stijepovic, giocatore importantissimo per gli equilibri della squadra molfettese, con la sua applicazione difensiva, anche a rimbalzo, ha consentito di utilizzare Patrick Nanut come sesto uomo, e questo ha fatto salire il livello di gioco del goriziano, specie nella serie contro Matera. Maggi si è confermato vero uomo squadra, cervello sempre acceso nel discernere tra l’assist e la conclusione personale. Il play e capitano virtussino non ha patito il salto di categoria. Anche Parrino è cresciuto nel finale, ed anzi ci è piaciuto maggiormente rispetto alla scorsa stagione in B2. Nel corso dell’anno ci sono state grandi vittorie (come dimenticare le due vittorie contro le battistrada ed il derby di Ostuni), ma anche tante, troppe, sconfitte sorprendenti e maturate nei secondi finali. Siamo certi che se la Virtus avesse avuto fin da inizio stagione l’assetto finale avrebbe disputato i play-off. In fondo sarebbero bastate un paio di vittorie in più, e ripercorrendo il film della stagione non è difficile trovare un paio di occasioni in cui il risultato avrebbe potuto essere diverso. Ma questo è il prezzo da pagare all’esordio in una categoria, la A dilettanti, in cui il salto di livello si è sentito molto di più rispetto al passaggio dalla C1 alla B2. Esordio per la società, per il coach, per molti giocatori, per la città. Le esperienze servono a costruire un futuro migliore, ne siamo certi. E la Virtus saprà ripartire con vigore ancora maggiore il prossimo anno, magari per agguantare un piazzamento tra le prime otto. Da quali basi ripartire? Certamente bisognerà valutare contratti in essere e fare valutazioni tecniche, ma proviamo col fantabasket. Diremmo certamente dagli storici Maggi e Leo, che sul campo hanno dimostrato di valere ampiamente la categoria. Poi Malamov e Di Marcantonio, davvero molto bravi. Resta l’incognita coach, poiché probabilmente tra qualche giorno il presidente Bellifemmine, il gm Scardigno e Sergio Carolillo si incontreranno per fare il punto. Non possiamo prevedere il futuro ma possiamo partire da un dato. Il coach ha saputo ribaltare la stagione in maniera strepitosa, pur dopo una partenza difficilissima. Non era facile, e non tutti ci sarebbero riusciti. Anche lui ha dimostrato di valere ampiamente la categoria, a volte anche a dispetto di critiche generose ed eccessive. Il basket è uno sport di tempi e di chimica, di armonia. Quando l’orchestra non suona lo stesso spartito si stona. Ma il direttore d’orchestra ha saputo apportare i giusti accorgimenti, e alla fine l’ouverture virtussina è diventata un crescendo rossiniano. Ed è ancora serie A.

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