Venerdì 25 g i u g n o 2010 ore 19.30 da Palazzo Giovene, riprendiamoci il luogo del confronto largo e del senso di essere nel tempo presente e futuro. Confrontarci, anche da posizioni diverse, sull’idea di progresso collettivo e di bene comune: forza regolatrice della storia umana e delle nostre comunità. Non è forse questo il tratto di sempre dell’ essere sinistra? Esprimere libertà per sé e per gli altri. Se non riprendiamo il luogo del confronto e l’impegno alla sintesi, accettando le conseguenze della “convivialità” delle libertà, delle condivisioni maturate, delle responsabilità del senso complessivo e quindi delle diff erenze, manterremmo, come in questi ultimi anni, una (convivialità?) di convenienze, in cui i conti non tornano mai. Se continuiamo ad essere autoreferenziali nei propri micro recinti, con l’idea aritmetica e quindi contrattualistica del “senso comune”, a volte in recinti individuali, ideologici, psicologici, continueremo ad essere i soli responsabili, non indichiamo colpe altrove, cosa facile ma non utile, non solo delle sconfi tte elettorali presenti e future ma dell’archiviazione, in area archeologica, di oltre 150 anni di storia di emancipazione. Ora la domanda è una sola: quali opportunità, quali strumenti, quali valori, quale orizzonte, quale direzione di marcia noi riusciamo a trasmettere, in modo credibile, soprattutto ai giovani come i Padri Costituenti hanno trasmesso a noi? In modo che i giovani possano essere arbitri del loro destino democratico e di libertà e non succubi eredi delle indecisioni, dei pregiudizi e delle frammentarietà nostre? Domande urgenti da controbattere all’anoressia politica, ai silenzi, alla tattica, ai rifugi. Dopo il signifi cativo e per certi versi storico “incontro anomalo” dei partiti del centro sinistra a Molfetta per discutere insieme, per la prima volta, dell’ analisi del voto delle regionali 2010 e delle buone intenzioni di condividere la necessità di un orizzonte valoriale unitario nel centro sinistra nazionale ed in particolare regionale e a Molfetta, ora tocca alla Sinistra, che deve tornare ad essere parte fondamentale nella alleanza. La componente storica da molti, troppi anni, assente come soggetto organizzato unitario, sopravissuta come tanti asteroidi vaganti in orbite diff erenti o peggio in collisione, intorno ad un’idea organizzativa, il PD mai diventato, sino ad oggi, massa d’attrazione culturale/politica delle aspettative della sinistra della modernità nel suo complesso. La Sinistra si trova ad essere da 16 anni una sorta di “milleinfranti” della politica italiana. Si è provato a fare un elenco dei vari simboli con cui la sinistra italiana di questa cosiddetta “seconda repubblica” si è presentata alle elezioni di questi anni, ne viene fuori un imbarazzante collage di oltre cinquanta simboli (singoli e nelle varie alleanze elettorali, ogni volta presentate come speranza del nuovo). Il manifesto “concettuale e programmatico” realizzato dal maestro Michele Zaza per il nostro incontro del 25 giugno, sintetizza mirabilmente la storia di questi 16 anni della Sinistra. E la prospettiva. Con la doppia vittoria di Nichi Vendola, alle primarie ed alla riconferma a Presidente regionale, si consolida una direzione di marcia. Sentinella: a che punto è la notte della Sinistra? Fuori dall’Europa, dal Parlamento, alcune aree fuori dallo stesso consiglio regionale e provinciale…. Le più attente incominciano a vedere i chiarori dell’alba. Non più alleanze elettorali, non più aritmetica. S’incominciano a percepire consapevolezze per il rispetto e riconoscimento etico reciproco, nella convinzione che la mia idea debbo metterla a confronto con la tua ed accetto sin d’ora che, nella ricerca della verità etica, dell’utilità sociale e della bellezza naturale, ne venga fuori una che sia diversa dalla mia e dalla tua. Con l’unico metodo conosciuto: il confronto faccia a faccia, quello vero, non meramente virtuale o peggio propagandistico o di subornazione al bisogno. Come per la stragrande maggioranza, anche indirettamente, oggi avviene. Soprattutto il primo bagliore che ci assale è un’esigenza assolutamente prioritaria: accettare di confrontarsi con libertà e costruttività. E’ oltremodo fastidioso verifi care la persistenza d’apparati, grandi e piccoli, a volte individui singoli, nelle tattiche verbali, nelle tattiche della tempistica nella costruzione di pensieri per distruggere o non far crescere. Sono troppi anni in cui c’è sempre qualcosa da aspettare prima di assumere un’iniziativa e da troppi anni si vuole aspettare quello che fa tizio per regolarsi. Atteggiamenti che se da una parte non liberano energie vitali ed i pensieri migliori, dall’altra allontanano uomini e donne che pur avvertendo l’esigenza di cambiamento non hanno i luoghi, i tempi ed il senso di un impegno, seppure parziale. Sull’esempio di Nichi, che alla vigilia di queste ultime elezioni regionali ha sfi dato e vinto le logiche d’apparato, rompiamo gli indugi, buttiamo in fogna i comportamenti furbastri e apriamo alla voglia di libertà e di partecipazione delle persone. Una voglia, un’esigenza che anche a Molfetta pulsa silenziosa ma con intima convinzione e a volte con rabbia. E’ qui serve un “Insieme”, una volta avremmo detto un collettivo. Venerdì 25 giugno è un atto di partenza, con SEL(Sinistra Ecologia e Libertà) ma oltre SEL con direzione la modernità, il futuro, in cui non si sopprimono le identità ma si sintetizza il senso e la direzione di marcia, dando senso nuovo alle parole, ai valori. E da questo nuovo cammino le stesse identità si arricchiscono e cambiano, come la vita, il viaggio ci arricchisce e ci cambia. Sul piano politico venerdì 25 giugno 2010 con le ancora tante sigle, partiti, associazioni, singoli ci ritroviamo per condividere fi nalmente una esigenza: attestare la voglia, la necessità di confronto aperto e costruttivo. Organizzare il futuro Venerdì 25 giugno alle ore 19.30, ci troviamo nella sala del Consiglio. Sono impegnati a partecipare e sono invitati tutti coloro che si sentono “agenti del cambiamento”. I partiti organizzati, le associazioni e chiunque sente di contribuire in positivo all’evoluzione dei Valori della cultura progressista sia Laica che Cattolica. Portiamoci insieme la voglia di confronto, la voglia di aprire il cammino alla sinistra della modernità. In questi anni di governo Berlusconi abbiamo toccato con mano la sottrazione reale di quote di libertà; abbiamo assaporato il gusto amaro della decadenza etica del potere e delle istituzioni; conviviamo coi nostri fi gli disperati dal lavoro diffi cile, dal lavoro che non c’è; non riusciamo a dire parola dello stato morente della nostra agricoltura; della nostra marineria; dei sacrifi ci non ripagati degli artigiani e delle piccole e medie imprese; ci spacciano l’intrattenimento, lo spettacolo a pagamento per pochi con la cultura; sopportiamo il disgusto per l’infanzia martoriata; tolleriamo la prospettiva di una vecchiaia senza pensione; ci abituiamo alla natura devastata; rimaniamo storditi dal pensiero unico che ci toglie la scuola, la ricerca, l’insegnamento… Non possiamo rimanere fermi, divisi e furbi. Abbiamo il compito, non più rinviabile di occupare il luogo della discussione per acquisire in forma collettiva le consapevolezze del presente e costruire il futuro: organizzare la speranza di un progresso collettivo e del bene comune. Dobbiamo riuscire a realizzare il cambiamento etico attraverso la cultura sociale ed il governo nelle istituzioni, in casi contrario, nella migliore delle ipotesi, saremmo all’ autismo politico generalizzato. Non si può più continuare ad essere aritmetica elettorale, la quale non solo è perdente, è anche triste e trasmette negatività ai giovani, frantumando la speranza, consolidando le furbizie, favorendo scorciatoie, continuando a perdere quote reali di libertà. Noi dobbiamo organizzare il futuro: a partire dal lavoro per i giovani …
Autore: Tommaso Minervini